Libero OSSERVATORIO della LEGALITA’ onlus (TA) osservatoriolegnc@libero.it
“Taranto
nel cuore ma…solo se c’è di mezzo un oceano”.
Perché?
Perché è difficile amare, difendere una città che non ama “il poter
fare”.
E’ cozzare
contro mentalità autoreferenziali, porte chiuse, cervelli annebbiati, coscienze
asservite.
E’ lottare
contro muri di gomma, lottare inutilmente fino allo stremo.
Le prove?
Basta
guardarsi intorno, basta osservare.
L’amministrazione
comunale, con un sindaco-ombra, è pressoché inesistente (mummificata?) , restia
al confronto con i cittadini elettori, fatto salvo qualche consigliere
decisamente fuori dagli schemi.
L’Amministr.
provinciale è tutta da riscrivere e consta del commissario post Florido. Gli
Ordini Professionali…beh, gli Ordini sono un gran bell’esempio di vaniloquio ed
inazione. Eppure, esiste addirittura un Comitato Unitario delle
Professioni, che si riunisce periodicamente per …? Boh!
La Camera
di Commercio è la racconta-favole cittadina, come quella di qualche giorno fa
del presidente Sportelli
«Un quadro economico sostanzialmente stabile nonostante il
rallentamento della produzione siderurgica». E giù una sfilza di dati ad
avallare l’affermazione
“Nella classifica delle province italiane per saldo delle
imprese attive tra il 2009 ed il 2012, Taranto si posiziona al 30esimo posto
sul totale di 105 province, registrando una performance migliore - fatte le
dovute differenze dimensionali - di alcune tra le principali province italiane
quali Milano, Torino, Verona e Bologna e, con riferimento all’area regionale,
migliore di Bari».
Sportelli ha le traveggole? In quale dimensione vive?
Scomparsi decine e decine di negozi storici; ridimensionali decine
di altri; falliti centinaia e centinaia; in affanno gli altri che sopravvivono
solo “per la cocciutaggine “ dei titolari che hanno ridotto all’osso il
personale. In tutte le strade, tranne, forse, via Di Palma e D’Aquino, è un
susseguirsi di saracinesche abbassate, un proliferare di negozi cinesi,
di Punti di scommesse, di internet point per stranieri. Ogni famiglia ha
dovuto rivedere lo stile di vita in senso lato, il modo di mangiare,
“ripescando” dal fondo dei bauli abiti dismessi, ingegnandosi per attualizzarli.
Ogni famiglia vive il dramma della cassintegrazione, della disoccupazione e dei
niet, mentre non si intravvedono spiragli di luce a breve o a lungo termine.
Il futuro dell’Ilva è segnato dalla ridotta domanda di acciaio e
dall’aumento delle materie prime che non renderanno competitivo il prodotto
dell’azienda tarantina. Il destino della Cementir è legato a filo doppio a
quello dell’Ilva. Nel frattempo, le istituzioni non si attivano per creare
alternative valide, non prendono spunto dalla crisi per una rilancio
delle vocazioni del territorio, magari con il supporto dei fondi comunitari.
L’apatia e l’immobilismo imperano incontrastati, mentre si parla,
si continua a parlare senza soluzione di continuità.
D’altronde, cosa attendersi da chi è incapace di cose semplici come
contrastare il dilagare dell’occupazione abusiva degli alloggi popolari, a
livelli di guardia?
Lo dicevano, lo dicono i dati dello IACP, speculari a quelli
dell’abusivismo nelle case comunali.
DATI DI “OSSERVATORIO REGIONALE DELLA CONDIZIONE ABITATIVA”
Il fenomeno delle occupazioni abusive rappresenta
un vero e proprio mercato parallelo degli alloggi che sottrae l'accesso alla
casa ai legittimi assegnatari. La maggior parte delle occupazioni abusive
avvengono a seguito di accordo tra l'occupante e l'assegnatario legittimo, che
dietro compenso, cede il suo alloggio, oppure in caso di decesso
dell'assegnatario con il consenso degli eredi. Si tratta di un fenomeno esteso,
che interessa, nel caso dello iacp di Taranto, poco meno di un terzo degli alloggi
di proprietà dell'istituto.
E' quasi impossibile recuperare la disponibilità dell'alloggio
occupato abusivamente, in quanto gli occupanti sono spesso privi di qualsiasi
forma di reddito accertabile.
Si riportano di seguito i dati relativi alle occupazioni abusive nei cinque
iacp della regione, aggiornati all'anno 2003.
BARI 21228 ALLOGGI ………………..871 OCCUPATI
ABUSIVAMENTE
BRINDISI 5194 ALLOGGI………………….378 OCCUPATI ABUSIVAMENTE
FOGGIA 9511 ALLOGGI…….……………595 OCCUPATI ABUSIVAMENTE
LECCE 8765 ALLOGGI…………………..815 OCCUPATI ABUSIVAMENTE
TARANTO 6330 ALLOGGI…………………2000 OCCUPATI ABUSIVAMENTE
Che dire?
I commenti scaturiscono dalla lettura!
Possiamo solo aggiungere che il degrado regna sovrano sia in
alloggi dello IACP, che ex INA casa che alloggi del comune, rappresentando,
talvolta, ricettacolo di ogni sorta di sporcizia.
E
Sportelli sventola dati esaltanti!
Davvero un bel coraggio in una città ormai allo stremo, con
amministratori incapaci di procedere alla chiusura forzata di un
mercato come quello di Piazza Sicilia, dove
regna l’abusivismo, dove il rilascio degli scontrini è una rarità, mercato già
nel 2007 oggetto di una proposta di chiusura da parte della Asl , perché
non rispondente ai requisiti, oggi oggetto di un ampliamento nei giardini
dell’adiacente plesso scolastico. Mai miscellanza di coesistenza fu così
ambigua, anzi antitetica.
Il mercato ortofrutticolo nella scuola, la scuola nel mercato.
Che convivenza. Chi è il cervellone che ha partorito siffatto
mostro? Come sperare, allora?
Taranto lì, 27.06.13 emma
bellucci conenna