UNIONE SINDACALE DI BASE
LAVORO PRIVATO
Coordinamento Taranto
COMUNICATO STAMPA
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In riferimento al
pretestuoso e offensivo comunicato ILVA, attraverso il quale giustifica il non aver voluto ricevere Stefano DELLI
PONTI, la scrivente Organizzazione Sindacale ritiene che il rispetto della
vita umana debba andare oltre
fantasiose e inopportune rivendicazioni di regole contrattuali peraltro
inesistenti.
L’USB vuole ricordare che
non è vero e non è previsto nel CCNL metalmeccanico o nello Statuto dei
Lavoratori alcun impedimento alla libera donazione da parte dei Lavoratori in
favore di propri colleghi colpiti da gravi malattie e impossibilitati ad
affrontare le esose spese per
potersi curare.
La direzione ILVA, nel
medesimo comunicato accusa l’USB di aver strumentalizzato il gravissimo disagio
e la malattia di Stefano e che dovrĂ verificare la veridicitĂ delle firme
raccolte.
A tali illazioni gratuite
l’USB risponderebbe con la stesura di un velo pietoso, ma rivendica il ruolo
attivo nella tutela della salute e della vita dei lavoratori, concetto a molti
sconosciuto e consiglierebbe alla direzione Ilva di accertare che siano
autentiche tutte le firme ( false)
apposte sulle tantissime deleghe per la trattenuta sindacale approdate negli
ultimi mesi sui tavoli della stessa.
Per quanto riguarda inoltre
l’obbligo per cui le iniziative debbano necessariamente passare al vaglio dei
tre sindacali aziendali, vorremmo rammentare che la Costituzione e lo Statuto
dei Lavoratori prevedono libertà di scelta da parte dei lavoratori nell’adesione
a qualsiasi sindacato e che anche in autonomia qualsiasi lavoratore ha facoltĂ
di aiutare un proprio collega in difficoltĂ .
L’USB, nel rispetto della
volontà di Stefano ha rimosso il presidio e l’occupazione di oggi, il quale,
dopo aver avuto un incontro con le tre segreterie ha inteso confidare nel buon
senso delle stesse: abbiamo fatto un passo indietro per evitare contrasti che
non ci appartengono quando si tratta della salute e della vita delle persone.
L’USB ha presidiato le
portinerie ILVA per circa venti giorni e il risultato ottenuto è stato quello di
aver raccolto circa 9.000 (NOVEMILA) ore donate volontariamente dai colleghi di
lavoro, quindi non sono soldi dell’azienda.
Vogliamo ricordare ancora
che Stefano DELLI PONTI ha chiesto espressamente aiuto all’USB affinchè perorasse la propria causa dopo aver
inutilmente bussato a tante porte senza ricevere alcuna risposta!
In questi venti giorni di
raccolta firme per la donazione di ore, a cui, vogliamo dirlo, hanno anche
aderito diversi delegati di altre organizzazioni sindacali, non abbiamo fatto
altro che il dovere umano di chi tiene alla salvaguardia della persona. L’USB
avrebbe aderito senza alcun tentennamento ad una simile iniziativa se fosse
stata attivata da altri.
La Scrivente Organizzazione
Sindacale rimarca ,ancora, come per circa quattro ore Stefano abbia dovuto
attendere di essere ricevuto, peraltro, in condizioni precarie di salute dato
che si doveva sottoporre alla normale terapia quotidiana per la sua malattia,
mentre l’azienda si preoccupava di diramare un comunicato stampa per
giustificare all’opinione pubblica le proprie ragioni dell’ennesimo diniego di
un diritto palesemente sovrastato da inutili illazioni nel tentativo di arginare
il “pericolo” USB. Solo dopo un’
azione decisa, passata attraverso l’occupazione pacifica dell’ingresso alla portineria della Direzione da parte di
Lavoratori dell’USB, la stessa direzione aziendale, si accingeva a ricevere
Stefano.
In quanto alla
strumentalizzazione di cui ci accusa nel comunicato l’azienda ILVA, rammentiamo
come già in occasione del presidio-MOF di Novembre u.s., con la cassa di resistenza gli stessi
lavoratori del MOF, tutelati dall’USB nell’occasione, donavano una notevole
somma da essi raccolta in favore di Stefano DELLI PONTI, per cui ci sembra del
tutto incauta l’accusa a noi rivolta, quando si parla di
strumentalizzazione..
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In riferimento, inoltre, al
non riconoscimento dell’ USB quale forza sindacale, forse perché ritenuta scomoda, facciamo notare
all’azienda ILVA che centinaia di
deleghe già trasmesse da mesi con firme autentiche e non “falsificate” attendono
di essere riconosciute e che per tale ragione i nostri legali hanno giĂ
provveduto ad inoltrare ricorso al Giudice del lavoro per l’applicazione
dell’articolo 28 della legge 300\70 (Statuto del
Lavoratori).
La Scrivente fa presente che
ancora circa 250 (duecentocinquanta) deleghe sono pronte per essere inviate
all’indirizzo della direzione Ilva e che non si fermerà nell’azione sindacale
neanche quando verranno poste in atto iniziative coercitive e
minacciose.
Le elezioni per il rinnovo
del consiglio di fabbrica, ormai alle porte consentirĂ , salvo oscure manovre,
all’USB di avere all’interno della fabbrica i propri rappresentanti eletti dai
lavoratori. Motivo per cui la direzione ILVA si metta” l’anima in pace” e cominci a
riconoscere da subito la Scrivente Organizzazione poiché è già una
REALTA’.
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Carissimo Direttore inviteremmo l’azienda che Lei
rappresenta ad evitare in futuro di addebitare strumentalizzazioni ad altri
dimenticando che la lotta per la vita e per la salute è solo
una “minchiata”Â
nelle intercettazioni della Magistratura tarantina e che tale espressione viene attribuita
non all’USB ma a qualcun altro di cui non dimentichiamo il
nome.
Concludendo, l’USB ritiene
che la Vita e la Salute non possano avere sigle e, pertanto, sia prioritĂ
assoluta quella di contribuire a dare speranza di salvezza all’uomo prescindendo
dalle stesse USB-Fim-Fiom-Uilm o altre, poiché, secondo noi la polemica
innescata dal comunicato Ilva ha solo fuorviato il
problema.
Ritenendo inutile e dannoso,
per certi versi, continuare ad anteporre antipatiche deduzioni ai veri problemi,
licenziamo l’accaduto con l’auspicio accorato di una rapida soluzione della
questione e di garantire quanto prima il diritto alla cura per Stefano Delli
Ponti.
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Taranto
06.05.2013
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Coordinamento USB-Ilva
Taranto