CON IL GOVERNO LETTA
– NAPOLITANO - BERLUSCONI SIAMO GIUNTI ALL'EPILOGO DELLA DEMOCRAZIA!
MORO E GRAMSCI
PIANGONO SUL NOSTRO PRESENTE
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DI PIERFRANCO BRUNI
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Quando la debolezza del
linguaggio politico si impossessa del pensiero debole e viceversa il concetto
di democrazia resta soltanto un concetto la cui messa in opera non trova una
discussione praticabile. Non andiamo ad Atene. In Grecia e neppure nella Roma
imperiale che di democrazia si legge ben poca.
C’è una metafisica della
democrazia e una possibile parvenza di imporre la democrazia. Due sistemi non
di idee ma di posizionamento provengono da ideologie, da filosofie, da culture,
da strutture mentali. Si diceva un tempo che la democrazia è una “avanzare” di
pensieri che provengono dal popolo. Ma la democrazia è anche imposta da una
visione politica sulla vita, sulla storia, sulle idee. Non dovremmo certamente
chiamarla democrazia. Eppure tutti la definiscono tale.
Così, in una tale impostazione,
diventa una mercanzia di scambio sul piano di ciò che vengono considerati
valori. Ma di quali valori si parla?
Si sono usati due contraddizioni
e sono stati alimentati come modelli di un “buon pensare”: la democrazia è
libertĂ e la libertĂ sta alla democrazia come la democrazia sta alle
maggioranze che riconoscono il diritto delle minoranze. Tutto questo, per dirla
con l’abbinata Letta – Napolitano, non è frutto di una democrazia perché la
democrazia, sul piano elettorale, ha chiarito alcune questioni anche se ha
lasciato cammini irrisolti ma che sono visibili a tutti.
Occorreva ritornare a spingere la
democrazia come valore. E allora mi impossesso di alcune considerazioni proprio
alla nascita dell’intreccio tra già comunisti e attuali cattolici nel varo del
Governo Napoletano – Letta e viceversa.Â
La vera contraddizione consiste
nella posizione di un mondo politico cattolico che vive le sue ambiguitĂ , come
direbbe Diego Fabbri, e nella confusione di una storia giĂ comunista che ha
perso connotati e anche obiettivi.
Siamo alla conclusione della
disfatta della politica!
Il compromesso storico, auspicato
tra il 1976 - 1978, ha dato definitivamente i suoi frutti. Ma allora c’era in
piedi un vasto dibattito: da una parte Enrico Berlinguer con un passato
comunista e radicato in una cultura esistenzialista e dall’altra Moro e Fanfani
con Andreotti. Ma era l’elaborazione politica che faceva da riferimento nelle
tesi sia ideologiche che etiche.
Ora, non c’è stata una
elaborazione politica, forse perché il disfacimento delle ideologie non ha
permesso ciò? Dunque. Governo Letta – Napolitano - Berlusconi. Un Governo che
non mi piace perchè non nasce da una volontà definita elettoralmente e
democraticamente. Gli elettori, nonostante la spaccatura, non si sono espressi
per una tale coalizione. Chi ha voluto ciò?
Democrazia?
Ci sono errori istituzionali e
politici. Non esiste la democrazia.
Il Presidente della Repubblica
avrebbe, immediatamente rinominato e acclamato a Presidente della Repubblica
Italiana, scogliere le Camere.
La democrazia è solo una parola.
Il resto è noia.
Il suicidio della politica passa
inevitabilmente attraverso l'omicidio della vera filosofia della democrazia che
scava retoriche.
Ma la democrazia è soltanto una
utopia.
Gli ex comunisti gli ex
democristiani si ritrovano nel nome del Pd sfasciato e di un Pdl incoerente.
La democrazia non si uccide
soltanto con i carri armati o con le P 38. Anche con la debolezza del pensiero.
Questo Governo nasce dalla debolezza del coraggio di pensare ad una nuovo
confronto con l’elettorato.
Siamo in una temperie in cui il
pensiero debole, diventato fragilitĂ e decadenza, ha preso il sopravvento.
Bisognava fare un Governo a tutti
i costi?
Chi mi rappresenta? Da chi sono
rappresentato?
Io, mai comunista io mai liberale
io mai cattolico di "questo" cattolicesimo, da chi verrò
rappresentato?
Dopo il Discorso di Napolitano,
che non ho condiviso, nonostante le grandi ovazioni, tutto era possibile. Un
discorso autoritario che non appartiene alla mia visione della politica. Mi è
sembrato come se fosse il discorso del nuovo Re d’Italia o dell’ultimo del
Regno delle Italie Unite.
Io che su Aldo Moro ho scritto
pagine che hanno segnato la mia vita. Io che ho scritto sull'estetica della
politica tra Gobetti e Gentile.
I diritti delle minoranze non
esistono. Si "inventano", a volte, le minoranze per legittimare le
maggioranze non rappresentative.
Siamo in un tempo di cadute e la
storia non difende da sola questo sbando del presente.
La delusione è proprio nella
consapevolezza, per chi ha vissuto gli anni terribili del consociativismo, della
conferma nel mettere insieme due storie diverse in una storia unica: trionfa il
cattocomunismo con schegge di liberalismo datato. Punto! Si vuole mostrare un
volto forte con la debolezza delle idee e della progettualitĂ .
Io non sono per le condivisioni
ma per le diversitĂ .
Soltanto l'autorevolezza di un
pensiero forte, (dico pensiero, attenzione) e vitale può ridare senso ad una
Nazione.
Mettete insieme Machiavelli e
Prezzolini per tentare di salvare il vuoto dei nostri giorni. Ma se di
cattolicesimo politico bisognava parlare e dare lezione avremmo dovuto
riproporre la visione istituzionale non di Dossetti ma di don Luigi Sturzo.
Il male di questo nostro Paese è
che si dimenticano i protagonisti della storia d’Italia. Protagonisti il cui
insegnamento non è solo attuale ma contemporaneo.
Sarebbe stato necessario leggere
qualche pagina dell’ultimo discorso di Aldo Moro (1977) e alcune sottolineature
di Antonio Gramsci prima di affidare il destino di questi giorni a NapolitanoÂ
- Berlusconi e a Letta. Non è nostalgia e neppure passato che fa eco. Ma la
politica si fa con la testimonianza, con l’esperienza, con la valutazione del
presente senza mai dimenticare la fedeltĂ alla storia. Sento il pianto di Moro
e di Gramsci!
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Pierfranco Bruni