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Gli ultimi anni
sono stati caratterizzati da un profondo cambiamento dell’assetto universitario
italiano, a causa dei tagli imposti dagli ultimi due governi e dalla Riforma
Gelmini. Come Consiglieri Comunali del Gruppo di Costruire Politica abbiamo cercato
di porre l’attenzione sulla questione coinvolgendo gli studenti del Polo Jonico
e le istituzioni regionali e nazionali    avanzando delle proposte di
miglioramento dell’offerta formativa e denunciando quali sarebbero state le
conseguenze inevitabili per il Polo Jonico, la prima fra tutte la chiusura di
molti corsi di laurea.
Il risultato è che l’offerta formativa del Polo Jonico è stata
ridotta all’osso, e con il nuovo decreto sull’accreditamento dei corsi di
laurea si prospettano altri cambiamenti. In questo scenario, la facoltÃ
che meglio ha “resistito†ai cambiamenti in questi anni è stata quella di Ingegneria.
L’offerta formativa attuale prevede infatti tre corsi di laurea triennali e le
relative lauree specialistiche (in tutto quindi sei corsi di laurea), ora però
le cose sono cambiate. Il “Centro Interdipartimentale Magna Greciaâ€Â -
che, in virtù dei cambiamenti imposti dalla Riforma Gelmini, sostituisce la ex
Facoltà di Ingegneria di Taranto – a causa dei criteri imposti dal Decreto
sull’Accreditamento dei corsi di laurea, non è in grado di garantire l’offerta
formativa attuale. Â Â
Sono note a tutti le cause che hanno portato al rischio di chiusura: i tagli
ai fondi, il blocco del turnover, la Riforma Gelmini e – per ultimo – il
decreto che regola l’accreditamento dei corsi di laurea.
Secondo questo decreto ogni corso di laurea può essere attivato se c’è un
determinato numero di docenti che ne fanno da garante, significa che per avere
più corsi di laurea si deve disporre di un grande numero di docenti e
se questa condizione non c’è, i corsi devono chiudere. Il problema è che avere
i docenti necessari è problematico, in quanto con il blocco del turnover  , Â
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Secondo Costantino una soluzione potrebbe arrivare dalle Istituzioni locali, il
decreto prevede infatti che possano entrare nel corpo docente ricercatori a
tempo determinato finanziati da un ente esterno.
Gli studenti hanno sottolineato
l’importanza del Politecnico in un territorio come il nostro, avere dei
giovani con una formazione d’eccellenza è una risorsa enorme per Taranto, solo
attraverso la Conoscenza possono essere formate delle alternative economiche
alla monocultura dell’acciaio, e si può lavorare per una conversione ecologica
dell’industria.
Hanno poi posto l’attenzione su una questione molto importante: la sede di
Taranto è stata considerata sempre una sede di serie B da parte di alcuni
docenti, i quali non hanno mai creduto nello sviluppo del Polo Jonico, e lo
hanno usato solo come “mezzo†per poter far carriera – cosa che non avrebbero
potuto fare nelle sedi di Bari; ed ora, con la fase di “transizione†dalle
facoltà ai dipartimenti, appena hanno avuto l’occasione di tornare a Bari
l’hanno fatto, lasciando la sede di Taranto senza i docenti necessari per
mantenere l’attuale offerta formativa.
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Cioè che non è stato detto però, né da politici e né da istituzioni, è che se
oggi siamo arrivati a questa situazione non è solo colpa dei tagli e delle
riforme, la verità è che le istituzioni locali in questi anni non hanno bene la
loro parte.
Non basta finanziare la ristrutturazione di qualche sede, le istituzioni locali
devono dialogare e vigilare costantemente su ciò che l’Università offre al
proprio territorio, oltre che ovviamente creare una serie di servizi per fare
di Taranto una città su misura di studente (es. migliorare il servizio di
trasposto pubblico, le condizioni della biblioteca comunale, aprire delle sale
lettura, fare le piste ciclabili , realizzare alloggi per studenti nel Pirp e
garantire il servizio mensa) – questo perché un potenziale studente
universitario oltre a valutare l’offerta formativa valuta anche tutti i servizi
che gli vengono offerti.
A Taranto è mancata una vera e propria politica universitaria, a tutti i
livelli istituzionali . Si è permesso infatti ad Università e Politecnico
di creare su Taranto dei corsi di laurea fotocopia di quelli presenti a Bari o
Lecce, di fatto uno studente avendo la medesima offerta formativa in sedi
diverse sceglie quella dove ci sono più servizi, ed a Taranto spesso rimangono
solo coloro che non hanno la possibilità di studiare fuori.
A Taranto dovrebbero essere creati dei corsi di laurea specifici, legati al
territorio, ma che creino figure professionali riconosciute su tutto il livello
nazionale. Â In una situazione di questo tipo ci sarebbe uno sviluppo maggiore
del Polo Jonico: più iscritti, più necessità di docenti, più fondi. Â
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Il Consiglio Comunale di Taranto ha il
compito, sostiene Cosimo Gigante capogruppo del Gruppo Consiliare Costruire
Politica, Â di offrire risposte chiare al grido di dolore degli studenti e
delle loro famiglie rifuggendo le passerelle e i riflettori e lavorando invece
perché si possano   finanziare con atti amministrativi adeguate risorse
valutate intorno ai 150.000 euro annui per sostenere il reclutamento di tre
ricercatori per ogni anno del prossimo triennio a partire dall’AA 2013/1014 da
collocare in servizio presso la sede del Politecnico di Taranto, in discipline
afferenti l’ingegneria del territorio e dell’ambiente, a sostenere i dottorati
di ricerca, a sensibilizzare la Regione ad utilizzare le professionalità della
Facoltà tarantina nei compiti di campionamento e di ricerca che attualmente
sono svolti altrove così come il Comune ha il dovere di sensibilizzare le
grandi industrie ad utilizzare l’Università del territorio e non già , come
accaduto sino ad oggi, quelle di Torino e di altre città italiane.
Stante poi lo stato emergenziale che la
città di Taranto sta vivendo occorre che venga chiesto al Governo Nazionale di
sospendere
 l’operativitÃ
delle misure restrittive previste dal cd Decreto Profumo ( DM 47 del 30.1.13)
che di fatto penalizzano proprio le aree in crescita numerica e qualitativa
come la nostra, ma prive di adeguate risorse finanziarie atte a sostenere i
ruoli di docenza e in secondo luogo che siano previsti specifici finanziamenti
per l’ Università nell’ambito dei finanziamenti per le Bonifiche dell’area
siderurgica.Â
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Poi,
a livello locale, riprendere vigorosamente, tutti insieme (studenti, societÃ
civile e Istituzioni) la battaglia per l’Università Autonoma Tarantina in
quanto la minaccia che oggi riguarda il Politecnico potrebbe in tempi brevi
coinvolgere anche l’intero Polo Universitario Jonico e verso cui occorrerÃ
garantire lo stesso impegno.
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Gli
Enti locali per i drastici tagli del Governo ai loro bilanci non riescono più
ad aiutare economicamente le sedi universitarie di Taranto.
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La
Regione Puglia   con propri fondi di bilancio continua ad assicurare risorse
alle Università pugliesi, ma nel nostro caso solo le briciole ricadono sul
nostro territorio.
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Nello
specifico del Politecnico si ‘fermano’ tutte a Bari, dove c’è la sede
amministrativa, e dove si opera per impedire una reale autonomia della sede di
Taranto, basti pensare alla duplicazione della Facoltà di Ingegneria
dell’Ambiente e del Territorio, storicamente nata nella nostra città e poi
‘clonata’ per Bari che drena risorse ed impedisce di fatto il trasferimento dei
docenti su Taranto.
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Occorre
prevedere fondi specifici della Regione che siano assicurati direttamente al
Politecnico di Taranto e che si adoperi, in prima persona, nei confronti del
Rettore, prof. Costantino, per impedire la chiusura della nostra sede riunificando
a Taranto le Facoltà di Ingegneria dell’Ambiente e del Territorio.
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La
chiusura, inoltre, del Politecnico a Taranto porterebbe di conseguenza al
fallimento del progetto per il Polo Scientifico-Tecnologico ‘Magna Grecia’  che
ha già conseguito congrui finanziamenti statali per dotarsi di laboratori, atti
a supportare l’azione di risanamento ambientale del nostro territorio.
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Quelle
risorse devono rimanere a Taranto e non farle ‘fagocitare’ da Bari, per cui l’invito
che il Gruppo Consiliare di Costruire Politica dei consiglieri Lupo, Perelli,
Cataldino, Guttagliere e del capogruppo Gigante rivolge a Comune, Provincia e
Regione è ad avviare un’azione sinergica in tal senso, anche per rilanciare
tale progetto che ora langue rispetto allo slancio iniziale.
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Il
Polo è uno dei più importanti pilastri su cui si base la rinascita della nostra
Città : è al centro di tutti i progetti di ricostruzione intelligente (vedi le
varie proposte di ‘smart area’ avanzate) della nostra economia, disastrata da
uno sviluppo etero diretto con le monoculture inquinanti prima dell’Arsenale e
poi dell’Ilva.
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Quindi
se davvero vogliamo un diverso modello di sviluppo – conclude Cosimo Gigante - non
possiamo privarci del Politecnico e dell’Università a Taranto, delle nostre
intelligenze giovanili che fuggono verso altre realtà impoverendo il nostro
territorio.
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Dott. COSIMO GIGANTE
Capogruppo Consiliare
COSTRUIRE POLITICA
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Taranto, li 20.04.2013
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