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Recupero del relitto della Salinella
martedì 19 marzo 2013

Risposta del Club "Fra Cristoforo" al Club "Don Ferrante" onlus (Ta)



Taranto ha, tra gli altri, due annosi e complessi problemi urbanistici che, per essere risolti, richiedono un approccio olistico: il bacino del Mar Piccolo e il Bioparco della Salinella, ed è quanto mai peregrino il post "Vecchie storie indigeste" pubblicato venerdi 1 marzo nel sito www.delfinierranti.org ,all’interno del quale l’autore si domanda, con argomentazioni degne dell’antico e prestigioso club Don Ferrante, «a cosa e soprattutto a CHI potrà mai servire un Bioparco … Perché mai e perché poi … per una simile realizzazione della quale effettivamente, almeno per il momento e … stante la tragica situazione in cui versa il comune, non si avverte necessità alcuna … ci chiediamo cosa dovrebbe spingere l’A.C. a ricorrere e/o cedere a detto escamotage per munirci di un’infrastruttura assolutamente INUTILE ad altamente COSTOSA.
1-INUTILE perché non siamo capaci di manutenere un semplicissimo Giardino di quartiere […]», adducendo a mo’ di esempio la cattiva gestione del Parco della Rimembranza, di proprietà della Provincia, e il Parco del Mirto, di proprietà comunale, senza però considerare che questi sono stati realizzati in una vecchia logica e senza un’ipotesi di ingegneria sociale che ne assicurasse una moderna e partecipata gestione con il coinvolgimento del privato sociale organizzato. Queste strutture vanno pensate e gestite come “spazio comune” e abbisognano, per poter rimanere fruibili, di un nuovo modello di ingegneria sociale. Proprio per esserci comportati così, in un territorio in cui insiste il più grande agglomerato industriale dell’Italia Meridionale e una grande raffineria a ciclo integrale l’unica area verde dignitosa è rappresentata dai Giardini Peripato, collocati nel Borgo grazie all’azione amministrativa di Francesco Troilo.
Al di la degli strilli, degli “schiamazzi”, delle petizioni ad opera del Libero Osservatorio della Legalità Onlus (Ta) e di organismi similari spuntati come funghi, l’Ilva continua ad inquinare, nonostante le minacce referendarie, e quando il Comune si trova, sospinto dall’azione pressante della Procura, a portare avanti la forestazione urbana dei Tamburi con annesso il Lungomare terrazzato pedonale (da via delle Fornaci a Porta Napoli, via Mar Piccolo sino a Galeso) o il recupero del relitto della Salinella Piccola, miracolosamente salvatosi, ecco che c’è chi non solo non ci crede, ma adombra macchinazioni dettata dalla «solita truce speculazione»!
Mentre in Europa città come Vitoria Gasteiz nei Paesi Baschi, capitale europea del verde 2012, si vanno affermando modelli di eco-city ed eliopolis (basti pensare al grande anello verde esterno di Vitoria- circa 1500 ettari), a Taranto rinunciamo persino a recuperare 40 ettari del relitto della Salinella, collocata all’interno della città consolidata in un’area salva per miracolo dall’avanzare delle costruzioni.
Tutto ciò è in contrasto con l’azione meritoria che l’Endas (Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale) va svolgendo, mirata alla sensibilizzazione dei giovani del quartiere Salinella rispetto alla cultura ambientale, coinvolgendo gli organismi del sociale privato organizzati operanti nel quartiere. Non basta “ubriacarsi” di parole al vento e “fallacie logiche” sull’ecologia per prendere il toro per le corna e migliorare la qualità di vita e di lavoro nelle città, come non bastò a Don Ferrante il fatto di essere “sepolto” dai libri per individuare per tempo le cause della peste che l’avrebbe inesorabilmente ghermito.
Sono proprio tali atteggiamenti dei numerosi tarantini “iscritti” al Club Don Ferrante, che hanno consentito alla famiglia Riva di limitarsi, indisturbati, alla gestione dello stabilimento nella logica del mero profitto, senza preoccuparsi di sperimentare nuovi processi produttivi meno impattanti sull’ambiente, e alla città, nonostante le sortite dell’Asi prima, della Provincia dopo e del Comune poi, di “vociare” sulla necessità di realizzare il Bioparco letterario del Galeso, connesso con il lungomare pedonale terrazzato sulla direttrice via Galeso-via Mar Piccolo- via delle Fornaci.
«His fretus, vale a dire su questi bei fondamenti, non prese nessuna precauzione contro la peste; gli s’attaccò; andò a letto, a morire, come un eroe di Metastasio, prendendosela con le stelle ».


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