La bellezza delle parole del Vescovo di Taranto nel
cammino di Papa Francesco
Un Papa tra la “ragione” dell’esempio e la
testimonianza di Sant’Ignazio di Layola, di Matteo Ricci e di San Giuseppe
Moscati
nel segno di San Francesco
di Pierfranco Bruni
Nelle
parole del nostro Vescovo Monsignor Filippo Santoro, espresse sul “Corriere” e
riferite al nuovo Santo Padre, Papa Francesco, ho felicemente letto la speranza
di una carità che è dentro il messaggio spirituale, ma si “materializza” negli
esempi, nelle azioni, nel gesto della presenza del Cristo tra noi.
La
parola misericordiosa nel linguaggio del Vescovo di Taranto pone una
riflessione dentro la Chiesa dei nostri giorni. Io scettico nella Istituzione
ma credente in Cristo resto nel segno della preghiera.
Un
eretico credente è sempre un eretico alla Papini. Papini è la voce più ribelle
di un uomo finito che trova nella storia di Cristo la voce della salvezza.
Ebbene,
la misericordia è carità. E per Papa Francesco, che ha vissuto in Argentina,
nel Sud degli Occidenti smarriti e attraversati dai Mediterranei in viaggio, la
sua esperienza di uomo e di cristiano gesuita ha proprio quella bellezza come
dono in una fede che deve essere vissuta nei cuori. Un gesto di spiccata
umiltà.
Ma
la cultura dei Gesuiti ha le sue altezze e le sue “evoluzioni”.
La
Chiesa vincente è proprio in quella storia che si lascia afferrare dal mistero.
Il carisma del francescanesimo è la “notizia” del tragico quotidiano che si
trasforma in speranza. E mi pare che Papa Francesco abbia celebrato il suo
pellegrinaggio nel nome sia mariano che cristocentrico.
La
storia dei Gesuiti è una avventura ricca di straordinari destini.
Il
pellegrinaggio di Matteo Ricci ha penetrato la Cina portando in Oriente il
Cristo in Croce e il Cristo risorto ed ha consegnato alla Chiesa di 500 anni fa
la testimonianza di una civiltà incrociata tra spazio e tempo, ponendo in
riflessione sia gli elementi teologici sia quelli filosofici sia quelli
scientifici. Una grande presenza nella cristianità dei popoli.
La
Chiesa vincente è quella di San Giuseppe Moscati. Un Santo che ha vissuto il
passaggio, nei suoi percorsi alla santità, da Paolo VI a Giovanni Paolo II
nella rettitudine dei modelli dei Gesuiti. La Compagnia di Gesù nell’evento del
“Racconto del Pellegrino” di Sant’Ignazio. Un cammino tra le epoche e le
civiltà.
Tre
storie nella santità dei processi oltre ogni secolarizzazione e nel segno del
miracoloso. Il “contemplante nell’azione” o il “contemplativo nell’azione” è
nel viaggio di Sant’Ignazio di Loyola. Nel messaggio di Monsignor Filippo
Santoro c’è la speranza che si fa creato.
Non
è soltanto la volontà della speranza. È la speranza di un pellegrinaggio, in
un mondo smarrito, che tutti dovremmo vivere e compiere.
Papa
Francesco punta lo sguardo ad Assisi per narrarci il volto delle “creature” e
leggerci il Vangelo non solo come recitativo pregante ma come quotidianità nel
nostro presente.
È
questa la Chiesa che vince nella bellezza della conoscenza, della
consapevolezza e del mistero rivelante in Dio!