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Ancora una volta proviamo a rivolgerci
ai sordi per eccellenza, ovvero a quelle persone, preposte alla soddisfazione
dei bisogni e delle esigenze dei cittadini, sempre troppo occupate per
adempiere al loro mandato.Â
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E’ vero, questa è la città del “Ce me ne
futte a mè”, che trova la massima espressione, appunto, nei rappresentanti
amministrativi e politici, ammalati di protagonismo, intenti a rincorrere il
mandato elettorale per soddisfare il proprio ego ed i propri interessi, magari
per trovare “un posto al sole”, per respirare profumo di potere, amministratori
e politici che dei pronomi personali conoscono solo "io".
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Ebbene, è in corso la campagna elettorale contrassegnata, come
sempre, da veleni su veleni, all’insegna della “vendita” di fumo e della
svendita della dignitĂ altrui a tutela della propria; una campagna elettorale
il cui copione è decisamente obsoleto, senza scrupolo alcuno nel cavalcare
“l’onda” dello scontento popolare e della disperazione, certo fuori dalla
logica dei candidati  dalle tasche rigonfie e dai portafogli a
fisarmonica. Â
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Candidati che, indistintamente  a livello locale, regionale,
nazionale, si servono, “ fino
al limite della volgaritĂ , degli strumenti piĂą grossolani per far leva su gente
malcontenta e stremata; la retorica, il nazionalismo smaccato, le promesse
mirabolanti, l’ostentazione del vigore e della capacità di decidere, l’impegno
a cambiare tutto e tutti”.
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Due gli “strumenti fondamentali: l’organizzazione e la
propaganda”.
In particolare c'è chi usa “un
giornale perché conosce l’importanza della stampa… si è circondato di un
ristretto gruppo di fedelissimi, senza andare troppo per il sottile circa la
loro estrazione e provenienza…Ha capito l’importanza della propaganda e
l’importanza di far parlare di sé e del partito”
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“Nessuno nel partito ha… la sua capacitĂ
di comunicare alle folle ciò che le folle vogliono sentirsi dire, l’intuito di
cogliere al volo l’umore e i cambiamenti d’umore delle masse”.
“ Gli si deve riconoscere il cinismo,
indispensabile a chiunque faccia professione di capo di un partito, la
spregiudicatezza e la tempestivitĂ Â nel cambiare opinione tipiche della
vita politica, una assoluta indifferenza di fronte alle reazioni degli
avversari”.
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“…offre una ricetta magica per i gonzi in un paese
 disposto ad aggrapparsi a qualsiasi illusione pur di uscire in qualche
modo dai suoi guai. Niente come le sventure degli altri favorisce le proprie
fortune”.
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Cittadini "gonzi", candidati  furbi, geniali giĂ
fin troppo visti, Â ascoltati al limite della nausea, sempre in campo a
dispetto di etĂ , morale, manipolazioni ed uso personale della legge e dello
Stato.
Candidati provati e tastati, incapaci di “servire il paese ed i
cittadini”, di onorare il mandato elettorale in un paese “tartassato” dalla
pressione fiscale, “stremato” dalla disoccupazione,Â
“massacrato” dalla corruzione e dalla evasione, un paese con un
altro stato, stato illegale, ben piĂą potente dello Stato legale.
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Che candidati? Il cosiddetto “porcellum” , regalo di un governo
berlusconiano, ha privato i cittadini di uno Stato democratico del potere di
scelta dei rappresentanti, riservandola alle sacrestie  partitiche,
esattamente come accadeva con quello che si circondava “di un ristretto
gruppo di fedelissimi, senza andare troppo per il sottile circa la loro
estrazione e provenienza”, che
aveva capito “l’importanza della propaganda e
l’importanza di far parlare di sé e del partito”,
ecc.
Candidati, incollati alle sedie del potere, senza la dignitĂ
degli omologhi di altri paesi, pronti a rimettere il mandato al minimo segnale
di sospetto, giustificato o meno.
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Candidati delle prossime politiche ai quali calzano pressoché a
pennello le caratteristiche, contenute nei tratti virgolettati, proprie di
Adolf Hitler (dal libro di SILVIO BERTOLDI “HITLER- LA SUA BATTAGLIA”), l’uomo
regista della “soluzione finale” e dello sterminio di milioni di persone; l’uomo
le cui caratteristiche ritroviamo in alcuni nostri tronfi e spregiudicati
candidati e rappresentanti, che si circondano, ahinoi, di fedelissimi, che
usano giornali e televisioni per manovrare le masse disperate, speculando con
somma infamia sulla disperazione, elargendo promesse subito rimangiate (passato
docet).
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Un labirinto, infine, di bugie, di promesse non mantenute, di
interessi privati e di violazione delle leggi. A breve, si riproporrĂ il
dilemma: “Chi votare?”, dilemma atroce per le realtà abbandonate, sfruttate,
svendute ai poteri economici, svilite di ogni dignitĂ e possibilitĂ di vita e
lavoro.Â
Taranto è l’emblema di queste realtà , è città defraudata del
futuro, dopo essere stata sfruttata dalla Marina Militare, dalla grande
industria, dagli amministratori e dai politici che l’hanno usata senza
parsimonia alcuna. Oggi, i tarantini hanno la consapevolezza della realtĂ ,
vogliono riappropriarsi della città e farla rinascere, ma è cammino difficile,
duro, pure possibile!
Emma BellucciÂ
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