Taranto Domenica14 ottobre 2018
Sono
riprese, presso la sede di Presenza Lucana, Via Veneto 106/A, le attività
legate all’ultimo trimestre del ventottesimo anno di appuntamenti culturali
settimanali. La
settimana scorsa ci eravamo incontrati, presso la sede, per un appuntamento
conviviale, uno dei tanti programmati all’interno dell’Associazione e per
illustrare il programma degli appuntamenti settimanali del periodo Ottobre –
Dicembre 2018.
Venerdì
si è svolto il primo incontro
della cartella “Da Colombo alla globalizzazione” dal titolo: LO SCAMBIO
COLOMBIANO presentato dal socio Diego Guarniera, già medico analista presso
l’Ospedale Santissima Annunziata di Taranto, che ha dato continuità a una sua
ricerca iniziata nel 2014.
I titoli degli altri
studi proposti dall’autore sono stati:
· L’argento spagnolo
· Esplorazione
portoghese e spagnola
· Gli altri
colonialismi dopo Spagna e Portogallo
· Storia di Cristoforo
Colombo: La scoperta dell’America
Anche questo nuovo cd
ricavato, il settimo sella serie, è stato realizzato con il PATROCINIO
DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE E SOCIALE PRESENZA LUCANA di Taranto. Alla fine una
copia dello studio è stata donata, ai soci presenti in sala dallo stesso autore.
L’appuntamento è stato proposto, dall’Associazione, nello stesso
giorno di avvistamento della terra, illuminata dalla luna, fatta da
Rodrigo De Triana, accompagnatore di Cristoforo Colombo, dalla coffa della nave
“Pinta” precisamente alle ore 2 di notte di Venerdì 12 Ottobre 1492.
Fu
questa la data che cambiò il corso della storia, segnando quel momento, come
l’inizio dell’Era Moderna.
Lo
scrittore Charles Mann così scriveva dell’evento: Il viaggio di Colombo ha
portato non alla scoperta di un nuovo mondo, ma alla sua creazione.
Nell’incontro
precedente,
la narrazione dell’autore si era soffermata sui tre secoli in cui la
terra del continente americano si era tinta di rosso per il sangue del popolo
indios al centro e America meridionale, degli indiani al nord dell’America e
degli schiavi deportati dal continente africano, per i lavori più difficili.
Dopo i primi,
sporadici viaggi effettuati da Cristoforo Colombo in America, il successivo
intensificarsi dei contatti tra le due parti del mondo ha comportato conoscenze
e scambi che hanno influenzato, per sempre, abitudini e stili di vita su
entrambe le sponde dell’oceano. Lo scrittore Alfred W. Crosby, nel suo famoso
libro, del 1972, intitolato “Lo scambio colombiano” ha scritto:
”Ogni volta che una
zona lungamente isolata si apre al resto del mondo, l’equilibrio naturale è
alterato e deve riequilibrarsi violentemente. Salvo che in futuro non avvenga
uno scambio di forme di vita tra pianeti diversi, è probabile che questo
fenomeno non possa mai più ripetersi nelle proporzioni raggiunte nel primo
secolo post colombiano “(Crosby).
Da questo momento è
iniziato uno scambio di uomini, culture, animali, alimenti, piante che, nel
corso dei secoli, coinvolgendo tutto il mondo, hanno portato alla
globalizzazione.
Pochi furono gli animali
domestici che gli europei trovarono nel nuovo mondo, tra i più importanti: il
tacchino, il bisonte, l’alpaca…
Molte le piante e di grande
importanza quelle trovate e importate per le future coltivazioni. Il girasole,
il mais, il pomodoro, la patata, la patata zuccherina, la zucca, il fagiolo, la
fragola, il fico d’india, il peperone, il peperoncino, le arachidi, il noce di
cocco, l’avocado e il cacao. Insieme a questi prodotti alimentari, fu
introdotto il mortale tabacco.
Il mais è stata una delle piante americane che hanno avuto un
posto centrale nello sviluppo dell’economia mondiale e nel mercato globale,
perché molto adattabile a ecosistemi diversi da quello originario.
Il grano è il vecchio mondo. Il mais è il
nuovo mondo.
La relazione di Guarniera è stata
efficace poiché ha dato modo di uscire fuori da immagini stereotipate sulla
scoperta dell’America e consentire di comprendere tutto quello che è avvenuto
nei secoli successivi, in campo biologico e economico sul pianeta terra.
L’autore si è
soffermato sui vantaggi che gli scambi dei prodotti apportarono nel mondo ma
anche delle conseguenze negative. Uno degli aspetti più devastanti dello
scambio colombiano fu
quello batteriologico. Questo, in combinazione con la situazione di “violenza
strutturale” determinata dalle guerre e dallo sfruttamento degli indigeni, ebbe
enormi conseguenze demografiche.
Si
ritiene che tra il XVI e XVII secolo la popolazione indigena delle Americhe si
sia almeno dimezzata.
Fu, tuttavia, una serie di epidemie che, nei secoli, creò milioni
di vittime sia nel Nuovo e sia nel Vecchio mondo. I virus
(vaiolo, pellagra, influenza, epatite, morbillo, encefalite, polmonite virale,
ecc.) e i batteri (difterite, TBC, colera, tifo, scarlattina, meningite, ecc.)
erano sconosciuti, per cui causarono stermini già dall’approdo di Colombo a
Hispaniola. Qui comparve la prima epidemia di vaiolo nel 1493.
Ma non
c’è scambio senza reciprocità: in cambio di vaiolo, ad esempio, l’Europa
ricevette la sifilide.
A partire dal ‘500 e in modo massiccio dal ‘600 in poi, si stima
che circa 50-55 milioni di persone abbandonarono i paesi europei diretti in Sud
America (spagnoli e portoghesi), Nord America (olandesi, inglesi e francesi),
Africa
(olandesi, inglesi, francesi, tedeschi e, poi, italiani), Medio ed
Estremo Oriente (olandesi, francesi, inglesi).
L’Europa diventò il punto di partenza e i suoi coloni si fermarono
in molte parti del mondo intrecciando rapporti con le popolazioni locali. Per
la manovalanza dall’Africa furono deportati 12 milioni di persone come
schiavi.
Articolo di Michele
Santoro
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