"Non nella storia restano i destini, perché il mistero
è una inconfondibile civiltà di voci che hanno echi e oblio e la memoria è
l'unica verità della certezza". Chiosa così il meraviglioso video di
Pierfranco Bruni "Metamorfosi di Ovidio", realizzato da Stefania
Romito in collaborazione con il centro Studi e Ricerche "Francesco
Grisi", nell'ambito del progetto "Etnie e letteratura" del
MiBACT.
La doverosa ed inevitabile memoria, triste e dolce a seconda del sapore dei
ricordi, spazio infinito dove sfilano luoghi, colori, odori misti ad emozioni,
in un eterno mutare. Perché "tutto si trasforma, cambia, vive",
scrive Marilena Cavallo nei commenti finali del video.
Pierfranco sceglie cinque libri delle Metamorfosi di Ovidio e sulle note di
Beethoven e Mozart tassella un mosaico di immagini tratte dalle più belle opere
pittoriche e scultoree, che raccontano scene della mitologia classica. Per chi,
come me, si nutre di bellezza classica da sempre, la visione di questo video
rappresenta una sublime miscelanea di arte e cultura greco latina, che fa
tremare l'anima e gioire l'intelletto.
C'è Ovidio in tutta la sua provocazione, il poeta di Sulmona che ha composto le
sue Metamorfosi con il duplice intento di celebrare la pax augustea e di creare
un complesso meccanismo letterario, animato dal gusto per l’affabulazione senza
sosta, che attraversi la storia umana, il mito, le fonti classiche, le
tradizioni e le culture e le fonda in un unico, ininterrotto flusso di
racconto.
È così, intatto e incredibilmente contemporaneo, arriva sino a noi. Sebbene la
narrazione di Ovidio tenda a uno svolgimento degli eventi in prospettiva
cronologica - l’inizio è quello del caos indistinto, la fine è la
contemporaneità storica in cui si colloca il poeta stesso - i racconti mitologici
che formano la maggior parte dell’opera vengono collegati tra loro in base ad
altri criteri, quali i confini geografici, le analogie, i contrasti tematici,
le genealogie e così via.
Più che lo sviluppo lineare, ad Ovidio interessano dunque le corrispondenze,
gli scambi e i rimandi continui all’interno della materia narrata.
A questa struttura multiforme corrisponde perciò, come Bruni evidenzia nel
video, una narrazione discontinua, che si sofferma di volta in volta su miti e
figure molto differenti, suscitando ora la commozione del lettore, ora il suo
interesse, ora il suo riso.
Per mantenere l’attenzione e per rispettare sul piano formale e narrativo il
principio della metamorfosi, Ovidio ricorre spesso alla tecnica del racconto ad
incastro, per cui da una vicenda si trapassa nell’altra seguendo le mutazioni
dei protagonisti del mito.
Le vicende trascorrono così sulla pagina senza sosta, come le scene del video,
sostenute dallo stile raffinato ed elegante e sempre leggero, ma
controllatissimo del poeta, spesso superando anche i confini di un libro e
prolungandosi nel successivo. Anche sul piano tematico, il principio è quello
della pluralità: oltre al tema mitico, alla rievocazione di culture e civiltà
del passato e alla celebrazione della grandezza di Roma, spicca su tutti
l’argomento amoroso, in tutte le sue sfumature ed accezioni.
A governare il tutto, l’idea di una leggerezza non vana e superficiale, ma
frutto di stile ed intelligenza.
In una letteratura di solito alquanto seriosa, atteggiata e “letteraria”, qual
è la latina, Ovidio rappresenta, insieme a Catullo, un esempio raro di levità,
disinvoltura, trasparenza anche spirituale. I suoi capolavori, gli Amores e le
Metamorfosi, sono uno stupendo esempio di poesia che unisce, nella prima opera,
superficialità galante, assoluta eleganza formale, senso acutissimo del
divertimento, dei sensi e dell’intelligenza, spregiudicatezza di costumi, ma
senza alcuna concessione alla scurrilità, o peggio all’oscenità; e, nel secondo
componimento, sterminata cultura mitologica senza cadute nell’erudizione,
prodigiosa fantasia e qualità formale e, soprattutto, un gusto raffinato e al
tempo stesso quasi infantilmente incantato per le favole.
Favola e poesia, per riscoprire il nostro di passato, in continua evoluzione
nel nostro io. Abbiamo bisogno tutti di favole da bambini e di poesia da
grandi, perché "la poesia sa estrarre dal mostruoso il meraviglioso",
come scrive Marilena Cavallo che si unisce, sulle scene del video di Bruni,
alla sfida eterna di Ovidio che lascia a chi sa cogliere bellezza dalla realtà
"uno scrigno di storie nella storia".