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CHI VOLLE LA MORTE DI MORO?
mercoledì 20 gennaio 2016
Occorre rileggere le lettere di Moro e non i documenti delle Commissioni
Chi volle affossare le trattative per cercare di salvare Aldo Moro? Chi moralmente è responsabile? Chi giudico' lo statista rapito un uomo folle? Chi si affidò ad una seduta spiritica? Pierfranco Bruni, attento testimone e protagonista di quegli anni, in occasione del centenario della nascita di Aldo Moro (1916 – 2016) attraversa, in un nuovo romanzo – saggio, il destino tragico di una stagione di terrore tra le macerie degli anni di piombo e il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro. Bruni rilegge le drammatiche ultime lettere dello statista ucciso nel 1978 in un testo dal titolo: "Il perduto equilibrio", editore Il Coscile, Castrovillari (0981 22632), già in libreria. Con un sottotitolo preciso: “Il perduto equilibrio. Nei giorni tristi di Aldo Moro” ritorna come riferimento fondamentale per riportare sulla scena il personaggio di Marika, la passione e la metafora di Moro – Alice nel Paese delle Meraviglie. Ci sono capitoli molto duri nei quali si legge: “Si può morire al momento giusto? È un grido. Un urlo che non smette di farsi eco. Dalle grotte degli anni continua a farsi ascoltare. La morte giunge al momento giusto. La metafora è un agguato. Le metafore sono un agguato. Tra le parole creano ferite. Ma solo tra le parole si possono capire le metafore. “Ci si perde e ci si ritrova tra le pieghe di un raccontare che non racconta perché le metafore non hanno il senso del narrativo. Restano fisse nell’oblò delle immagini. E questa morte che giunge al momento giusto è una morte ingiusta… Ma può giudicarsi giusta la morte, una morte… Questa morte…”. Oppure: “Guardare al dopo domani. Mi pare che sia una osservazione profetica questa di Aldo Moro. Soprattutto negli anni successivi alla sua tragica morte si sono consumati nei viali della tristezza i valori di un umanesimo che doveva stare al centro di una politica testimoniata. Chi ha vissuto il tempo delle idee non può che testimoniarsi oltre ogni ideologia”. Il 1978 resta centrale, sostiene Bruni, e il libro va alla ricerca di alcune motivazioni che proprio nel corso del rapimento Moro esplosero. “Un anno terribile. --Dice Bruni.- Mentre si leggeva Il suicidio della rivoluzione di Augusto Del Noce c’era qualcuno che la rivoluzione si illudeva di farla realmente. Ma Moro rappresentava proprio la centralità di una situazione che stava per esplodere definitivamente. Moro era cosciente di ciò. Da allora, sul piano politico, sono cambiate tante cose. La fine della Dc è cominciata con la morte di Moro. E’ tempo ormai non di interpretare i fatti ma di entrare dentro i fatti attraverso la lettura di una realtà sia di politica nazionale che internazionale”. Il testo di Bruni presenta alcuni aspetti di una marcata lirica tragicità e riporta sulla scena le lettere che Moro scrisse dal “carcere” delle Brigate rosse e che furono diffuse proprio nel corso dei cinquantacinque giorni della prigionia dello statista democristiano offrendo una incisiva meditazione attraverso un’ampia discussione problematica sia storica che politica stessa. Le lettere dello statista democristiano, sostiene Bruni, offrivano una precisa chiave di lettura. Tra l’altro Bruni analizza il tempo di una generazione e, attraverso annotazioni di diario personale, ripercorre la storia di un giovane degli anni Settanta che si lascia alle spalle una madre cattolica e profondamente democristiana e un padre fascista e nostalgico del Mussolini regime. Tutto questo all’interno di una tragedia che accomunava una generazione. Ma è la storia d’amore con il personaggio di Marika, bella, sfuggente che ha gli occhi di “verde luna”, che campeggia lungo i giorni tristi della tragedia di Aldo Moro. Oggi, questo testo, nel centenario della nascita dello statista, si presenta di grande attualità ed emerge chiaro un preciso atto di accusa rivolto a tutti coloro che non capirono la portata tragica degli avvenimenti e non diedero ascolto al messaggio umano proveniente da quelle drammatiche lettere. La voce di Moro continua ancora oggi in un recitativo drammatico. Un libro che affronta con spirito critico e coraggioso una tragedia in una dimensione tra storia e letteratura.
Casa editrice Il Coscile Castrovillari (CS) tel. 0981 22632
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