La Letterina di Natale di Giovanni Aprea al Sindaco
lunedì 30 novembre 2015
da Francesco Leggieri Press francescoreteuno@hotmail.it
Carissimo Sindaco, mi rivolgo a lei come se fosse Babbo Natale, proprio come facevo da bambino. Le pongo una domanda che mi sta assillando da qualche mese a questa parte, tanto da non farmi dormire la notte. Lei mi ha inviato un sacco pieno di carbone e non lo ha fatto nel periodo preposto, ma molto tempo prima. Vengo al dunque: io sono solito fare degli eventi per i più poveri della città che non vivono, come molti potrebbero pensare, nelle periferie della città, ma nel centro cittadino. Quella zona chiamata borgo, tanto triste, dove si salta in aria per una bombola di gas, dove non c’è luce perché non ci sono i soldi per fare l’allaccio, dove si va in chiesa a ritirare il pane di sant’Antonio per nutrirsi e non solo per fede. Da qualche tempo, nonostante la mia precisione nell’inviare la documentazione, mi viene posto parere negativo per la chiusura delle strade dove organizzo pettolate o frisellate (sempre cose da mangiare, gratis per i poveri). Ovviamente, persone portatori di handicap, bambini e, di conseguenze le famiglie, finiscono per non venire più e, a coloro che organizzano i mercatini, viene negata la presenza con conseguente danno economico. Le chiedo: perché esistono figli e figliastri? Visto che oggi, 29 novembre, in tanti hanno avuto l’autorizzazione a chiudere le strade e a fare gli eventi a loro piacimento mentre il sottoscritto ha pure subito le critiche dei suoi amici che gli hanno dato dell’incapace. Le auguro un Buon Natale, speranzoso che, nel futuro, per me non ci siano barriere. In fede Giovanni Aprea (Presidente associazione Comitato Borgo Via Giusti)
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