Non siamo ancora alla fase dell'epilogo. Non siamo ancora alla
misura della ragione politica in cui le civiltà toccano il culmine della
piramide e si autodistruggono proprio per mancanza di consapevolezza storica. È
da anni che sosteniamo che si vive in una nuova guerra di civiltà. Eppure dal
2001 si fa finta che non sia così. La rabbia e l'orgoglio della Fallaci sono
uno scavo che insiste in quella dimensione geopolitica che pone il confronto
tra Europa e Occidente in uno scontro tra Occidente ed Oriente. Distinzioni di
fondo.
L'Occidente è il risultato tra il mondo latino e quello greco,
ovvero tra una profonda ortodossia greco bizantina e una identità cattolica
romana. In fondo tutto il bene e tutto il male dell'Occidente è una griglia
simbolica di processi religiosi legati però ad un sistema economico basato su
realtà di capitale in sviluppo.
L'Oriente partendo, ma non tutto l'Oriente - attenzione a non
omologare -, da una idea di guerra di religione sulla base di Allah si
sente Universo, occupa la scena su un immaginario appunto religioso, ma
l'obiettivo è ben altro, ovvero di rendersi forza capitalista in competizione
con i grandi mercati mondiali. Si servono di una visione di guerra religiosa
per portare la guerra a uno stadio di azzeramento della civiltà occidentale.
Perché l'Occidente è cristianità ma anche dominazione
dei mercati e delle economie.
Elementi sui quali si basa la rappresentazione della vita
occidentale. Questo è un dibattito ormai antico che è diventato il crudele
orizzonte di una immane tragedia.
Se gli assassini vengono dall'Oriente e da una formazione islamica
a tutto tondo l'Occidente è un mondo sprovveduto che non ha posto i rigorosi
rimedi contro un mondo musulmano che non va assolutamente giustificato.
Se la tragedia di queste ore è accaduta con un tale cinismo e una
tale gravità di perdite umane non bisogna scansare le responsabilità che hanno
i governi occidentali nell'aver concesso giustificazioni agli Orienti che hanno
invaso i nostri territori.
La politica della debolezza sta nella incapacità di leggere i
fenomeni certamente terroristici, ma anche culturali.
Insomma non siamo riusciti a porre rimedio alla questione del
Mediterraneo aprendo sempre più le frontiere, non siamo riusciti a comprendere
che il mondo islamico è anche terrorismo ideologico e ci siamo soffermati
soltanto sulla scheggia dell'Isis, abbiamo condannato le analisi di Magda Allam
Cristiano, ci siamo scagliati a furore selvaggio contro Benedetto XVI, abbiamo
dimenticato le testimonianze di Oriana Fallaci, abbiamo e continuiamo a
considerare le invasioni di immigrati come accoglienza e non respingere alcun
barcone, abbiamo tollerato che Maometto imponesse la caduta dei crocifissi
dalle nostre scuole, abbiamo dato sostegno economico ad ogni immigrato,
permettiamo di costruire con facilità moschee nelle nostre città facendo
innalzare mezze lune accanto alle nostre croci.
Il tutto in nome di cosa? Noi siamo occidentali e la nostra
cultura è greco romana. Le contaminazioni sono altra cosa. La nostra cultura
non è soltanto una eredità. Resta identità cristianità appartenenza.
La nostra civiltà non nasce dalla Rivoluzione francese. Lo si
capisca bene. La nostra civiltà è basata sui solchi della cristianità. Non
siamo stati capaci in Europa di difendere la cristianità, la nostra vera
comunità di esistenza, e abbiamo dato spazio ad una tolleranza in nome di una
democrazia anche giacobinista. Non è una contraddizione la mia. È una
constatazione.
Io non amo la democrazia. Amo il rispetto.
Nelle nostre città dobbiamo imporre le nostre tradizioni senza
farci condizionare.
Smettiamola con il cretinismo e le ignoranze. Difendiamo la nostra
storia. Ora è tempo di essere coraggiosi e riprendere il discorso di Benedetto
XVI.
Partiamo
ponendo frontiere sicure al Mediterraneo. Convinciamoci che siamo in
guerra. Una guerra di civiltà e di storie. Convinciamoci che non esistono
identità condivise. Poniamo un baluardo tra Occidente ed Oriente, ovvero
tra gli Occidente e gli Orienti.