Si chiude la
quarta edizione di stArt up. La quarta e per noi ultima edizione di questo
festival.
Un festival
che quest’anno si è potuto realizzare grazie al sostegno del Teatro Pubblico
Pugliese, al suo intervento come Puglia Showcase che ha integrato gli
spettacoli in cartellone con le proposte pugliesi.
Un festival
che è nato da sette compagnie che sono residenze teatrali. E che con uno
sforzo, credeteci, smodato, ha allestito un cartellone di teatro contemporaneo
che è più di una semplice programmazione. E’ un progetto artistico che
raccoglie in pochi giorni artisti, operatori, critici e pubblico in un unico
momento di condivisione. Condivisione di cosa? Di visioni, di progetti, di
problemi ma anche di sogni.
Ma stArt up
quest’anno ha richiesto molto alle nostre forze e alle nostre economie. Sette
compagnie, di cui sei residenti, che hanno allestito un festival con soli 38
mila euro, di cui la metà messo dalle nostre tasche, dalle residenze teatrali.
Un budget al quali sommare il contributo della regione per le ospitalità che
non supera i 20 mila euro. Un festival, quindi, fatto con 57 mila euro. Quello
che altrove è il budget di un solo direttore artistico, qui copre tutte le
spese del festival. E se fino a qualche mese fa organizzare questa macchina per
noi era orgoglio, dichiararsi disposti a sacrificare tempo ed energie per una
visione che ci accomuna, oggi questo non basta più.
Non dobbiamo
più dimostrare di saper organizzare un festival con tanti operatori e tanti spettacoli:
lo sappiamo già fare.
Non dobbiamo
più dimostrare di saper riempire i teatri anche in orari poco comodi: lo
sappiamo già fare.
Non dobbiamo
più dimostrare di essere bravi a fare le cose in grande: lo sappiamo già fare.
Non dobbiamo
più dimostrare di saper fare rete: lo sappiamo già fare.
Inoltre, non
dobbiamo più dimostrare di saper fare anche gli spettacoli: li sappiamo fare e
siamo felici di riscontrarlo negli occhi del nostro pubblico.
Se non è
questo il tempo della maturità, qual è allora? Se non è questo il momento in
cui guardarsi negli occhi e dirsi “lavoriamo tutti insieme sennò muoriamo”,
allora qual è il momento?
Tre anni fa
il Crest, padre di questo progetto, decise di donarlo e condividerlo alle
residenze della rete una.net per farne patrimonio comune. Oggi diciamo: stArt
up è patrimonio di tutti: del Teatro Pubblico Pugliese, della Regione Puglia,
del nuovo TRIC, dei centri di produzione, delle residenze, delle compagnie.
Tutti quindi abbiamo il dovere di farlo vivere e tutti avremo il rimpianto di
averlo fatto morire.
la
rete di residenze teatrali pugliesi una.net