Tante dimore, un solo racconto
Per la quarta volta
è ancora stArt up. La rete delle residenze 2015, una.net, si ritrova ai
nastri di partenza con una nuova edizione del festival dedicato al teatro
contemporaneo. Nonostante il successo e l’onda lunga di attenzione alla nostra
città - e non per problemi d’inquinamento - che il festival si è conquistato in
soli tre anni, l’attuale edizione è figlia della precarietà che caratterizza
purtroppo le attività e l’esistenza dei cosiddetti Teatri Abitati. Ed al
concetto, alla molteplice funzione che può attribuirsi all’esperienza di
“abitare un teatro”, di risiedere artisticamente in un territorio, è ispirata
la scelta degli spettacoli di questa edizione 2015. Un’edizione certamente
particolare perché articolata in una minore offerta di spettacoli - solo 6 -
tuttavia inanellati dall’unico fil rouge della riflessione sulla residenzialità
e sostenuti, “abbracciati” dagli operatori e dai critici nazionali che si
incontreranno a stArt up per delineare la nuova mappa delle Residenze Teatrali
in Italia, all’indomani del nuovo Decreto Ministeriale che ha scosso e percosso
il sistema teatrale italiano.
Il Teatro Pubblico
Pugliese, ispiratore e poi fiancheggiatore del progetto Teatri Abitati
pugliese, si è fatto ancora una volta “compagno di viaggio” della rete una.net
offrendo la opportunità di coniugare il festival stArt up con la seconda
edizione di Puglia Showcase, la vetrina internazionale degli spettacoli
pugliesi. Nasce così la quattrogiorni tarantina di maratona teatrale: quindici
spettacoli in quattro giorni, da vedere in tre diversi teatri: l’Orfeo, il TaTÀ
ed il teatro comunale di Massafra. Un teatro privato e due teatri abitati.
Le compagnie
pugliesi sono presenti con nove diversi spettacoli, in tanti al debutto
nazionale. Sono stati scelti da una ristretta giuria formata da direttori di
festival internazionali di teatro, che hanno sicuramente privilegiato la forza
comunicativa di uno spettacolo, la sua capacità di “arrivare” al cuore dello
spettatore non solo con le parole, ma grazie ad una molteplicità di linguaggi e
ad una forte presenza/fisicità degli attori. Certamente uno spaccato
interessante della produzione teatrale regionale che abbraccia operatori e
compagnie più o meno giovani e più o meno consolidati, che esprimono comunque
una qualità alta del lavoro teatrale.
Il ventaglio di
proposte offerto da stArt up comprende cinque spettacoli extraregionali
presentati da compagnie ed artisti che possono condividere l’esperienza della
“residenzialità”, regalandoci la visione delle diverse possibili facce del
prisma. Ovvero, il lavoro artistico che entra in relazione con la cultura e la
realtà sociale di un territorio con “Pe’ devozione”: diciotto donne non attrici
del quartiere Forcella di Napoli mettono in scena il loro rapporto con il sacro
grazie alla complicità ed alla regia di Marina Rippa e Alessandra Asuni.
L’attrice e regista Serena Sinigaglia, rivelazione del teatro italiano
nell’ultimo decennio, che ha dato corpo intorno alla sua poetica e fare
teatrale all’Atir: una delle giovani compagnie capaci di confrontarsi con i
testi classici e con la nuova drammaturgia, che opera e programma presso il
Teatro Ringhiera di Milano, una fucina in produzione perenne di idee e modalità
diverse di formare nuovo pubblico teatrale. A stArt up con il suo spettacolo su
Shakespeare. La compagnia Capotrave, residenza toscana che ha sede a San
Sepolcro - località aretina che ha dato i natali a Piero della Francesca -
prova a raccontare la fatica, le difficoltà nel rapporto con il suo tempo di un
innovatore, di un genio, di Piero della Francesca per l’appunto. César Brie,
sperimentatore ante litteram della residenza artistica, attore e regista
argentino che da tempo condivide il suo tempo e la sua produzione teatrale tra
l’Italia e l’Argentina, incontrando e contaminandosi di volta in volta con
luoghi ed artisti italiani, presenta lo spettacolo vincitore dei Teatri del
Sacro 2015, ispirato alle idee ed alla vita di Simone Weil. Apprezzato e
conosciuto come regista e interprete di alcuni tra i più belli e “forti”
spettacoli degli ultimi anni, Valter Malosti è stato anche una delle figure più
autorevoli delle residenze teatrali piemontesi, tra le prime a proporre
all’asfittico teatro italiano una relazione nuova tra i teatri ed il territorio.
A Taranto, Malosti porta il suo spettacolo ispirato a Violette Leduc, fresco di
debutto. Unico studio presentato sarà quello di Isabella Mongelli, l’attrice e
performer tarantina, che con “Industrial Grand Tour” dà avvio ad un nuovo
lavoro di riflessione intorno alla città ionica.
Anche questa quarta
edizione di stArt up ospiterà “Allenare lo sguardo”, un percorso di
accompagnamento alla visione degli spettacoli teatrali rivolto al pubblico
giovane. Riservato a venti partecipanti, il laboratorio sarà condotto da
Massimo Marino, giornalista e critico teatrale, docente al DAMS dell’Università
degli Studi di Bologna. Il laboratorio - ad iscrizione gratuita - si svolgerà
dal 22 al 27 settembre al TaTÀ.
Chicca della
giornata di apertura, giovedì 24, sarà l’evento tarantino curato per il
progetto Misteri e Fuochi da Armando Punzo, l’artista cui si deve l’eccellenza
dell’esperienza dell’incontro tra teatro e carcere, grazie al lavoro svolto
all’interno del carcere di Volterra dalla sua compagnia. L’evento “Paradiso.
Voi non sapete la sofferenza dei santi”, che sta coinvolgendo giovani, adulti e
bambini non attori di Taranto, ha significativamente anticipato il tema
principe di stArt up, ovvero com’è il teatro quando esce dal Teatro e incontra
la gente?
L’auspicio è che la
città colga la straordinaria occasione di incontrare e conoscere nell’arco di
pochi giorni tanti artisti diversi, tanti diversi modi di comunicare
inconsupertrafra… il teatro.
Clara
Cottino
presidente Crest
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La volontà [photo Paolo Porto]
Capatosta [ph Marco Caselli Nirmal]
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Thérèse e Isabelle [ph Giulio Maria Cavallini]