"Ora rendere stabili i flussi verso il quartiere:
necessario fare rete e preferire il lavoro alle parole"
Un'edizione, la quinta consecutiva,
improntata alla ricerca di un difficile equilibrio tra le esigenze del decoro
urbano, del rispetto della quiete dei residenti, della valorizzazione di chiese
e palazzi e quelle dell'intrattenimento rivolto a tutti. Una sfida vinta con un
format del tutto rivoluzionato rispetto all'offerta tradizionale. Calato il
sipario su L'Isola che Vogliamo, per l'Associazione Terra, ideatrice
dell'evento, è tempo di bilanci. "A dispetto di una certa retorica
dell'estemporaneità, in nome della quale la kermesse è stata più volte bollata
come fatto episodico - spiega Antonio Santacroce, presidente di Terra - siamo
per il quinto anno consecutivo a commentare i risultati raggiunti dall'Isola
che Vogliamo. Non solo, siamo a questo punto dopo una cavalcata lunga un
anno che, passando per Natale negli Ipogei, Pasqua nell'Isola, Taranto Terra di
mare e di delfini e la partecipazione al Manifesto della Città Vecchia e del
mare, ci ha visti impegnati a mettere in campo nel quartiere circa trenta
giornate di eventi. Basterebbe già da sola questa continuità, in un
contesto storico e territoriale caratterizzato da chiusure di attività e
progetti che nascono al mattino e muoiono alla sera, per dirci soddisfatti.
Eppure su questa continuità L'Isola che Vogliamo ha saputo innestare un
elemento ulteriore, quello di un percorso di evoluzione e miglioramento
continui". Una sperimentazione permanente che ha portato l'edizione 2015
della manifestazione a presentarsi ai nastri di partenza in un formato del
tutto inedito. Trasformata la calendarizzazione settimanale dell'evento con
appuntamenti al mercoledi, confinata in comparti tematici la classica
dislocazione diffusa ed itinerante delle postazioni, abbassati i decibel alla
ricerca di qualità e decoro. "L'introduzione di un numero di elementi
evolutivi così importante da stravolgere il format classico è per qualsiasi
evento di successo un rischio insopportabile", prosegue Santacroce.
"Abbiamo corso questo rischio centrando l'obiettivo di un contesto più
decoroso, organizzato, capace di creare un città vecchia un flusso quotidiano
ed ordinato di visitatori. Sono sorpreso, in tal senso, delle critiche del
direttore di Confcommercio, Angelo Colella, che ha parlato di un evento
concentrato nei cento metri compresi tra le colonne e l'Università. Anzitutto
perché quella zona è stata protagonista di una sola delle cinque serate. In
secondo luogo perché - non devo spiegarlo io a Colella - è naturale che, dopo
aver assistito agli eventi, il pubblico si polarizzi dove insistono più
attività commerciali. Una concentrazione che è anche frutto dei nostri appelli
a un consumo responsabile nelle attività a norma e che dovrebbe soddisfare la
stessa Confcommercio, che a questo punto inviteremo ad affacciarsi in Città
Vecchia in occasione degli incontri con i commercianti del quartiere per noi
all'ordine del giorno. Magari in quell'occasione Colella potrà illustrarci i
progetti con cui ha contribuito in 26 anni di Confcommercio al rilancio
dell'Isola". Stupisce l'attacco del direttore di Confcommercio sul
boom di pubblico in una delle aree più commerciali della Città Vecchia, ma
stupiscono altrettanto le accuse relative ad un taglio eccessivamente culturale
della kermesse. "Fabrizio Iurlano, nostro direttore artistico, è riuscito
grazie anche al prezioso confronto con Giovanni Guarino, a conferire all'evento
una cifra artistica importante, basti pensare - sottolinea Santacroce - che
numerosi protagonisti dell'Isola di quest'anno sono in questi giorni impegnati
a rappresentare la Puglia a Expo. Crediamo questo sia un merito, e se per
qualcuno è un punto di debolezza si dia pace: proveremo a 'peggiorarci' per
dare a Taranto Vecchia un livello di intrattenimento culturale sempre
maggiore". L'evoluzione armonica de L'Isola che vogliamo ha innescato, per
Terra, un circolo virtuoso, portando con sé una serie di importanti risultati.
"L'importante supporto delle forze dell'ordine, il nuovo format e la
collaborazione della stragrande maggioranza degli operatori commerciali e
residenti - spiega il presidente di Terra - hanno prodotto un drastico
ridimensionamento dei fenomeni di somministrazione abusiva, a vantaggio delle
eccellenze enogastroniche promosse con la Regione Puglia nel circuito dei
Luoghi del Gusto. Abbiamo sempre detto che questa offerta parallela non esisterebbe
senza una domanda e questa è stata mortificata da un contesto meno di massa. A
tal riguardo mi preme da un lato ringraziare Prefetto, Questore e forze
dell'ordine, dall'altro evidenziare come i tanti pregiudizi che permangono
sulla Città Vecchia sono in larga parte da sfatare. In dieci giorni abbiamo
ospitato decine di migliaia di visitatori sull'Isola senza un incidente, un
borseggio, una rissa. Il fenomeno dell'abusivismo è stato pressoché azzerato e
sono convinto che tenendo insieme decoro urbano e opportunità per Taranto
Vecchia sia possibile trasformare i fenomeni di abusivismo in percorsi di
autoimprenditorialità". Superato anche lo scoglio della cadenza quasi
quotidiana degli appuntamenti. "Era un rischio - ammette il presidente di
Terra - lo abbiamo corso e ora possiamo affermare che è sicuramente possibile
drenare quasi quotidianamente presenze in Città Vecchia. Mettere in campo lo
sforzo organizzativo importante che implica concentrare cinque grossi eventi in
dieci giorni, sarebbe stato impossibile senza la collaborazione di una rete
importante. Camera di Commercio è da sempre prezioso alleato e buon
consigliere, la Curia Arcivescovile è stata al nostro fianco persino
logisticamente aprendoci i suoi spazi quando il maltempo ha minacciato l'ultima
serata, il Comune di Taranto è stato prezioso partner organizzativo con
l'assessore Scasciamacchia che ci ha assicurato supporto costante e discreto
sul campo. All'apporto della rete istituzionale si è affiancato quello
altrettanto importante della rete associativa, dal tour de force sopportato da
Nello De Gregorio e Nobilissima Taranto per rendere fruibile il percorso degli
ipogei, fino alla capillare azione dei negozi Made in Taranto e di Gianluca
Lomastro che ha permesso alla manifestazione di vivere anche al di là
dell'Isola. Fare rete paga, da cui il mio appello alla città tutta, affinché si
pontifichi meno preferendo alle parole, ciascuno nel proprio settore, la
proposta e l'olio di gomito".