"Grazie per i Misteri nell'Isola, teniamo viva la
speranza non escludendo un ritorno tra i vicoli"
Sarà
che a Taranto Vecchia siamo talmente abituati a sentir ripetere il lungo elenco
di opere e servizi mancanti, al punto da non poter ignorare i gesti concreti.
Sarà che, da bravi isolani, siamo legati a valori e modi di fare ormai andati.
Ma, in tempi in cui tutto è dovuto, in rappresentanza di una nutrita
schiera di abitanti e di commercianti della Città Vecchia di Taranto non
possiamo fare a meno di esprimere pubblicamente la nostra gratitudine agli
artefici dello storico ritorno della Processione dei Misteri nell'Isola.
Un
ringraziamento dovuto, che segue di qualche settimana lo storico evento, Tempo
che è stato utile per confrontarci, compattarci ed avviare una seria
riflessione.
Prima
ancora di ogni possibile valutazione, di ogni giudizio, di ogni dibattito su
quanto di straordinario abbiamo visto nello storico Venerdì Santo del 250imo,
sentiamo il dovere di gridare un grazie pieno, incondizionato, convinto.
Questo
ringraziamento è innanzi tutto rivolto all’Arcivescovo di Taranto, monsignor
Filippo Santoro. L’attenzione dell’Arcivescovado all’Isola non è una novità e,
di conseguenza, non ci meraviglia. Da sempre chiese, religiosi, confraternite
rappresentano l’eccezione alla quasi totale assenza di punti di riferimento e
di agenti di socializzazione nel quartiere. Ma, se possibile, il presidio
sull’Isola è divenuto ancor più presente, attento, percepito dall’insediamento
di monsignor Santoro, che acconsentendo alla celebrazione del 250imo in Città
Vecchia ha lanciato l’ennesimo concreto segnale nella direzione di un
risanamento prima di tutto storico e umano dell’Isola.
Il
nostro ringraziamento non può che estendersi a tutta l’Arciconfraternita del
Carmine e al suo Priore, Antonello Papalia. Un ringraziamento all’audacia, allo
sforzo organizzativo, alla fatica fisica sopportata dai confratelli nel freddo
di via Garibaldi, lungo il difficile salto di quota della via Nuova, per gli
angusti spazi della via Duomo.
Abitanti
e commercianti della Città Vecchia, dopo il faticoso tentativo di
“risvegliarsi” da una notte che, ancora oggi, facciamo fatica ad ammettere di
aver realmente vissuto e non solo semplicemente sognato, continuano ogni giorno
a ricordare e a discutere di quella notte. La notte in cui, nel celebrare il
mistero della Resurrezione abbiamo potuto sperare nella rinascita del
quartiere. Un quartiere che, con fede, decoro, silenzio e devozione ha
dimostrato che non sono stati sufficienti decenni di esilio per strappare ai
nostri cuori il Venerdi Santo. Fede, decoro, silenzio e devozione, insieme al
fascino e alla sofferenza delle pietre, dei palazzi, dei vicoli del quartiere,
sono diventati parte integrante del percorso penitenziale, conferendo allo
stesso un fascino che i più giovani tra di noi avevano sentito solo raccontare.
Quando
i Misteri abbandonarono la Città Vecchia, fu Taranto ad abbandonare l’Isola:
accecata da un mito di modernizzazione che ha modificato la storia economica,
sociale, umana e residenziale della nostra città. Avete riportato la Storia a
casa, per questo siete e resterete nella Storia.
In
tempi in cui non solo la nostra città, ma il mondo intero scopre gli effetti
collaterali di quella modernizzazione esasperata che ha allontanato ogni uomo
dai suoi tempi, dai suoi affetti, dalla sua sfera umana e spirituale, da
quest’Isola in cui ancora crediamo al valore della gratitudine e della
riconoscenza siamo a richiedere tanto all'Arcivescovo, quanto alla
Confraternita del Carmine un incontro in forma privata, per poter portare
personalmente il nostro ringraziamento e - con esso -il racconto di quella
splendida notte insieme alla richiesta di tenere viva la speranza, non
escludendo la possibilità di riportare ancora la Processione dei Misteri
nell’Isola che le ha dato i natali.
Nel
cogliere l’occasione per ringraziare tutti gli operatori coinvolti nell’immane
sforzo organizzativo (da Prefetto e Questore a 118, Protezione Civile, Amiu),
proveremo a compattare un numero sempre maggiore di abitanti e commercianti
nell’Isola, per farci trovare pronti e fare in modo che nessuno dimentichi il
250imo.