Briciole di luce raccoglie versi, a schema libero,
che toccano i temi che spaziano dalla famiglia, alla natura, allo
scorrere incessante del tempo, al nostalgico ricordo. Dovunque, nei testi, si
incontrano luoghi e tempi di affetti e di memorie che vengono tracciate con
armoniche pennellate di tenui colori. Un ottimistico senso della vita, il
nostalgico ricordo si incontrano, si scontrano in un verseggiare breve,
sapiente, delicato. Attento a cogliere ogni particolare con un’aggettivazione
ricca, preziosa, Giovanni Filardo (un libro importante: “Briciole di luce”,
ilmiolibro.it)
carica di profondo senso poetico ogni
parola che, così, riesce a connotare i singoli oggetti, le particolari
sensazioni, organizzandole in una sintassi articolata, ben studiata. Il ritmo è
assicurato dalla curata e meditata scelta di ogni parola all’interno del verso.
Un esempio. Bella, tra le altre, la scelta ne Il perdono della messa in
rilievo dei verbi ad inizio verso: scorre, calano, smorzando, porta, trova, che
conferiscono al breve componimento un incedere piacevolmente lento e musicale.
Particolare ed armoniosa anche la punteggiatura che sembra congegnata più per
l’orecchio che per l’occhio, più per essere recitata che per essere letta.
Dovunque, i versi asciutti, limpidi,
le descrizioni rapide, ma vivide e precise si realizzano
in una elegante e raffinata sobrietà. Il lettore viene così catturato, la sua
mente viaggia, la sua anima vaga e si appassiona e rivive le emozioni
dell’autore e le fa sue. Nel viaggio della poesia la vita sorride piena di
speranza nell’impetuoso viaggio (Figli). E sono i figli, il padre, la
madre, la famiglia che, in una parabola generazionale, fanno cantare al
poeta-uomo “le lacrime improvvise”, l’allegria e la brezza” delle parole, ma
anche “i dissapori della vita” e “i sentieri della fantasia” che vive ormai
solo nella memoria (A mio figlio). Ricordi di gesti semplici, ripetuti,
il correre incontro al padre, la stretta al petto si fanno in-canto e trovano,
nella consapevolezza del nostalgico ricordo, il rimpianto
dell’inconsapevolezza: “Io non capivo, ma ti amavo. /Padre tu c’eri e io non ti
ho visto./Or passò il tempo e io crebbi/e non corsi più al tuo incontro e tu,/
non tornavi più la sera.” (Il padre). Intenso e pregno di emozione il
ricordo della madre “che al sonno presa stanca appare” (Sere d’inverno).
La figura si completa e si sostanzia tra le parole dei versi - Capelli
canuti/ricadevano sulla sua fronte/distesa da un quiete sonno/e le mani, ancora
stanche,/stavano sul grembo. – e l’immagine della tela Al camino, una
delle belle quattro riproduzioni che Filardo, anche pittore, ci dona, tra le
pagine scritte. Così che le arti, poesia e pittura, in un unicum,
sublimano la realtà.
La memoria, il ricordo che in notti
d’insonnia cadono come “frammenti” (Frammenti di memoria), riempiono la
mente “di cose note” al tramonto. E il pensiero “tra i ricordi cede
all’incertezza e, dentro, si libera nel pianto” (Tramonto), ritorna al
“muto testimone del peccato” che è l’albero – involontario spettatore e
inconscio custode di un segreto giovanile, il tradimento – (Tradimento),
e rievoca “giochi trascorsi” (Settembre). La mente si abbandona tra la
quiete della strada deserta, alle inquietudini che albergano e dominano i
pensieri prima della sera (Inquietudini) e cerca, invoca, speranzosa, un
momento di pace alla disperazione (Desiderio di pace).
Sentimenti, percezioni si esprimono e
si fissano in brevi liriche che descrivono il tempo - che “scivola su binari
morti” (Desiderio di pace) -, lo spazio, la natura attraverso semplici e
tenui metafore. Ogni fenomeno, ogni oggetto, ogni azione viene realizzata e
colta nella sua essenza con un rigore della parola recitata che, toccando tutte
le corde del cuore, potentemente porta dal concreto all’astratto, dal
particolare al generale, e l’esperienza del poeta diventa armonica esperienza
condivisa dell’umanità. La realtà si fa poesia. Le sensazioni si sprigionano,
escono dalla pagina scritta e s’imprimono e si fissano prepotentemente nella
mente dell’attento e sensibile lettore. E… Briciole di luce si
trasformano in intensi raggi di luce che illuminano esperienze e ricordi.
Annarita Miglietta