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Interventi culturali di Piefranco Bruni
lunedì 23 marzo 2015

- Orienti spezzati
- Non basta amare, occorre ...
- Colpire le Moschee in Yemen
- Intrecciare Poesia e Musica






Gli Orienti spezzati. Con questa sottolineatura Pierfranco Bruni ha “raccontato” il mancato dialogo tra Occidente ed Oriente.

Viviamo nella storia dell’esilio e occorre una forte consapevolezza sul concetto di sconfitta in un tempo di amori disperati. Un concetto chiave sottolineato da Pierfranco Bruni nel Convegno sugli Orienti e le Culture

In un tempo di suicidio dell'estetica e di sconfitta dell’etica bisogna trovare la forza di riconquistare il senso della Carità. Parole forti che Pierfranco Bruni ha pronunciato in occasione della traduzione della sua poesia in spagnolo citando più volte il linguaggio di San Paolo. “Gli Orienti sono stati spezzati” ha sottolineato Pierfranco Bruni protagonista con una relazione sulla filosofia dell’estetica nella letteratura, “perché i popoli si sono sradicati e le civiltà hanno perso il loro orizzonte”. Un concetto chiave che offre voce al mondo alchemico della letteratura negli scritti di Pierfranco Bruni.
"In una civiltà come la nostra o in un tempo dove si scontrano le forme con le idee, ha sostenuto Pierfranco Bruni nel recente Convegno sulle ‘Letterature Altre e la filosofia dell’estetica’, soltanto il linguaggio della poesia può far dialogare i popoli, gli uomini, le genti e le società”.
“Spesso facciamo grande confusione, ha sostenuto Bruni, tra civiltà e società, ed è un male, o addirittura una maledizione, soprattutto per le generazioni che cercano di capire la tempere nella quale si trovano a vivere. Bisogna insistere su una filosofia della vita che sia una filosofia forte e andare oltre ogni relativismo: occorre uscire fuori dalla debolezza del pensiero, ha insistito Bruni, ed entrare in una nuova stagione che va abitata con la consapevolezza dell'amore”.
“Non solo parlando d'amore, ma avendo consapevolezza. Occorre necessariamente recuperare le Parole di San Paolo, ha sottolineato con energia Bruni, e fare in modo che la sua resti testimonianza di vita presente. Soltanto il linguaggio della poesia, ha dichiarato Bruni, e quello delle letterature possono abbattere le trincee annidate nei concetti di frontiera, confine, orizzonti chiusi. Il mondo aspetta un linguaggio di riconciliazione e bisogna far riconciliare le civiltà alle fedi. Attenzione, ha ammonito ancora Pierfranco Bruni, perché parlare di fede non significa discutere di religione, soprattutto in un viaggio tra Oriente ed Occidente o tra gli interni degli Orienti o tra gli Orienti che io definisco spezzati".
È su questo percorso che Pierfranco Bruni ha indirizzato la sua relazione presentando i suoi testi di poesia tradotti in spagnolo per un libro che ha visto la luce a Santo Domingo e per presentare “La pietra d’Oriente”, il suo recente romanzo edito da Pellegrini e distribuito da Mondadoristore.
Si è soffermato su una letteratura che sia "sguardo di riconciliazione" per tentare di attraversare gli esilii, ha detto, che occupano lo scenario delle coscienze dei popoli e delle genti.
Più volte ha citato San Paolo. D'altronde Paolo di Tarso è uno dei personaggi centrali che campeggia nel suo romanzo "La pietra d'Oriente", che sta avendo grande risonanze anche in alcuni Paesi esteri proprio grazie al tracciato che pone in evidenza come personaggi e simboli di un Mediterraneo inclusivo.
Avere consapevolezza del linguaggio dell'amore "senza mai avere il timore d'amare". Letteratura, metafisica ed esistenza. I tre capisaldi del viaggio percorso da Pierfranco Bruni nell' incontro sulle Letterature Altre che costituiscono i riferimenti non solo linguistici e antropologici della sua poetica, ma anche i punti di contatto tra vita e scrittura. Bruni, in merito a ciò, ha parlato di “Orienti spezzati” ed è un concetto fondamentale che caratterizza il suo confrontarsi con le culture del Mediterraneo e del mondo musulmano in una visione, multi geografica e geopolitica, tra Oriente ed Occidente.

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Non basta amare, occorre la consapevolezza dell'Amore. Un concetto chiave sottolineato da Pierfranco Bruni nel Convegno sugli Orienti


Bisogna vivere la consapevolezza dell'amore in un tempo di suicidio dell'estetica. Parole forti che Pierfranco Bruni ha pronunciato in occasione della traduzione della sua poesia in spagnolo citando più volte il linguaggio di San Paolo




Sindacato libero scrittori italiani/Roma/Convegno Letterature Altre. Pierfranco Bruni protagonista con una relazione su filosofia e linguaggi della letteratura.

"In una civiltà come la nostra o in un tempo dove si scontrano le forme con le idee, ha sostenuto PIERFRANCO BRUNI nel recente Convegno sulle Letterature Altre, soltanto il linguaggio della poesia può far dialogare i popoli, gli uomini, le genti e le società. Spesso facciamo grande confusione, ha sostenuto Bruni, tra civiltà e società, ed è un male soprattutto per le generazioni che cercano di capire la tempere nella quale si trovano a vivere. Bisogna insistere su una filosofia della vita che sia una filosofia forte e andare oltre ogni relativismo perché occorre uscire fuori dalla debolezza del pensiero ed entrare in una nuova stagione che va abitata con la consapevolezza dell'amore. Non solo parlando d'amore, ma avendo consapevolezza. Occorre necessariamente recuperare le Parole di San Paolo e fare in modo che la sua resti testimonianza di vita presente. Soltanto il linguaggio della poesia, ha dichiarato Bruni, e quello delle letterature possono abbattere le trincee annidate nei concetti di frontiera, confine, orizzonti chiusi. Il mondo aspetta un linguaggio di riconciliazione e bisogna far riconciliare le civiltà alle fedi. Attenzione, ha ammonito Pierfranco Bruni, perché parlare di fede non significa discutere di religione soprattutto in un viaggio tra Oriente ed Occidente o tra gli interni degli Orienti". È su questo percorso che Pierfranco Bruni ha indirizzato la sua relazione presentando i suoi testi di poesia tradotti in spagnolo per un libro che ha visto la luce a Santo Domingo. Si è soffermato su una letteratura che sia "sguardo di riconciliazione" per tentare di attraversare gli esili ha detto, che occupano lo scenario delle coscienze dei popoli e delle genti. Più volte ha citato San Paolo. D'altronde Paolo di Tarsia è uno dei personaggi centrali che campeggia nel suo ultimo romanzo "La pietra d'Oriente" (Pellegrini), che sta avendo grande risonanze anche in alcuni Paesi esteri per il tracciato che attraversa tra le figure di un Mediterraneo inclusivo. Avere consapevolezza del linguaggio dell'amore "senza mai avere il timore d'amare". Letteratura, metafisica ed esistenza. I tre capisaldi del viaggio percorso da Pierfranco Bruni nell' incontro sulle Letterature Altre.



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Colpire le Moschee in Yemen è una guerra di potenza tra un patto religioso e un strategia militare

di Pierfranco Bruni




La guerra dichiarata, con virulenza, continua e dimostra che c’è un mondo musulmano con il quale occorre dialogare e una realtà terroristica, che non è una cellula impazzita, con la quale, purtroppo, bisogna far i conti con rischi gravissimi.

Colpire le Moschee, in terra Yemenita significa stringere un cordone all’interno di una dichiarazione che è guerra guerreggiata ma è soprattutto volontà di una potenza di dominio.

Il mondo musulmano è un articolato viaggio di civiltà che esula dalla morte nella violenza del terrorismo Isla - Muslmano.

C’è una realtà Isla - Araba che è ben diversa rispetto alle diverse sfaccettature di una tradizione portata in Occidente da Maometto e stabilizzatasi in Africa e negli altri Centri Medio Orientali e Penisola Araba in cui il processo islamico si è consumato come cultura ed è diventato modello rivoluzionario.

Attenzione al concetto di “rivoluzionario”. Questi atti sono una dichiarazione di guerra al “dialogare”, o tentativo di dialogare, all’interno della Moschea in senso piuttosto generale.

La Moschea è il luogo del pensiero musulmano nella sua integrità. Colpire una Moschea vuol dire colpire un Pensiero e quindi una cultura.

Ciò dimostra la disarticolazione di un mondo che sembrava un monolito e molti considerano la realtà Islamica ancora, se pur nelle sue diverse interpretazioni, un compatto modello di “razionalità”. Così non è.

La strategia stragista (che è guerra vera e propria) di Tunisi e ora nuovamente nello Yemen è la contrapposizione di una visione che intreccia un dominio geopolitico e una potenza territoriale religiosa ed economica. Il mondo Musulmano va ormai riconsiderato partendo dalle radici e dalle eredità geografiche.

Ma si pongono alcuni problemi. C’è un Islam che si contrappone negli Orienti e sul territorio delle Moschee. C’è un Islam che invade l’Occidente e punta a distruggere le Chiese.

La complessità del fenomeno si porta dentro la storia dell’identità Ottomana ma la cultura Ottomana si è sempre presentata con intrecci di processi che hanno interessato, come centralità l’Area del Mediterraneo, ma ha, potenzialmente, inciso un solco drammatico nella imposizione di una religione che è diventata cultura e non riguarda soltanto la fede.

L’altro fenomeno interessa l’esplosione del kamikaze. Non una strategia del terrore, ma una vera guerra tra le diverse “etnie” islamiche in Oriente e nei diversi assetti arabi e una guerra in un Occidente completamente allo sbando.

Insomma siamo in guerra!

Da Tunisi allo Yemen si scava nella storia e nel “pensiero” delle eredità di questi popoli.

Comunque, colpire le Moschee, in Yemen, è una guerra di potenza tra un patto religioso e un strategia militare. Partiamo ora da qui. Una guerra tra etnie all’interno della “logica” musulmana. Una guerra di potenza contro gli Occidenti.

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Nella Giornata Mondiale della Poesia i Linguaggi della Parola
Cartella per intrecciare poesia e musica in un itinerario etno – letterario
Curato da Pierfranco Bruni (Responsabile Etnie del Mibact)


La Giornata Mondiale della Poesia verrà celebrata dal Sindacato Libero Scrittori Italiani con la realizzazione di una Cartella tematica su: “I Linguaggi della Poesia. La Poesia cantata”, curata da Pierfranco Bruni, Vice presidente nazionale del Sindacato Libero Scrittori e Responsabile del Progetto Etnie – Letterature del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Nella Cartella si “vive” un percorso attraversando alcuni versi di cantautori italiani che hanno caratterizzato la storia della cultura e della letteratura e musica in senso più particolare nel corso dell’ultimo Cinquantennio.
I versi della canzone nel verso della poesia: è questo l’intreccio che il Sindacato ha voluto sottolineare cercando di creare un raccordo tra i linguaggi della poesia.
Sono stati inseriti testi di autori che hanno usato il dialetto e le lingue intrecciate con delle forme propriamente etniche e simboliche nella costruzione della stessa koinè.
Uno scavo nella antropologia della parola per dare un significato ai legami della comunicazione. D’altronde il tema centrale della Settimana della Cultura nel Mondo di quest’anno rispecchia proprio un percorso che riguarda: “L’Italiano nella musica, la musica nell’italiano”.
“Chiaramente, dichiara Pierfranco Bruni, curatore del Progetto ed esperto di culture del Mediterraneo e del mondo etno - antropologico, c’è un interesse particolare nel rapporto tra la tradizione del linguaggio della canzone, che attraversa la poesia, e la poesia che ha, nel suo interno, il ritmo, musicalità, la cromaticità delle parole. Ci sono, comunque, altri elementi, sottolinea Bruni, come il recupero etnico del linguaggio come nel caso di Fabrizio De André, che occupa lo scenario con il suo vocabolario mediterraneo e anche Pino Daniele, che pone al centro della sua ricerca la parola come lingua di una profonda espressione umana, ma c’è, altresì, il valore aggiunto del dialogare tra il dialetto e la purezza della lingua come nei testi di Franco Califano”.
“Infatti, cesella Pierfranco Bruni, in Califano la tela del linguaggio è formata dalla lingua italiana e dalla lingua romana se si vogliono intendere i dialetti come lingua, e su questo il dibattito è molto articolato e abbastanza aperto e non bisognerebbe porre alcuna chiusura”.
“Si pensi, continua Bruni, al De André che usa il genovese, il sardo, il napoletano non come modelli complementari ma interattivi della sua ricerca. O a Califano che accomuna il parlato quotidiano con la parola recitata. Si tratta, comunque, di uno studio che è partito da molto lontano e che sta offrendo risultati notevoli sia sul piano delle conoscenze sia su quello delle comparazioni storico – linguistiche - letterarie”.
La Cartella si apre a ventaglio partendo dal testo di Domenico Modugno e annovera autori, non viventi, sino a Mia Martini e a Rino Gaetano e alla malinconia mediterraneità di Giuni Russo. Ma raccoglie anche delle schede tematiche ben definite su Luigi Tenco, Franco Califano, Mia Martini e Fabrizio De André.
Sono autori sui quali Pierfranco Bruni ha dedicato numerosi saggi e libri (Il de André del cantico mediterraneo o il Califano delle etnie) nei quali la presenza dello scavo etno - antropologico è abbastanza presente. La ricerca rientra nel Progetto che Pierfranco Bruni cura per il Mibact.


















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