In Italia le Moschee aumentano e i Minareti
toccano la mezza luna mentre nel mondo Musulmano le Croci vengono nascoste e si
minaccia di far abbattere le Chiese
di Pierfranco Bruni
Allora. Tunisia e Mediterraneo. Se Magdi
Cristiano Allam sostiene che non esiste un Islam moderato, e potrebbe avere
ragione ma le analisi ora andrebbero reinterpretate, non esiste neppure un
mondo musulmano buono e un mondo musulmano cattivo. È come se si affermasse che
la “civiltà” islamica è una “civiltà” che si è nutrita di terrorismo ed è
l’espressione del terrore. Ma una “similitudine” si potrebbe adottare tra
l’Antico Testamento e i Vangeli in un articolato modello tra Occidente ed
Oriente?
Qui si continua ad insistere sul fatto che le
due Civiltà, le due Culture, le due Tradizioni (che sono modelli di vita, di
pensiero e di essere) non sono in pieno conflitto. La realtà è diversa.
Occidente ed Oriente costituiscono l’espressione di tre intrecci: Islamismo,
Ebraismo, Cristianesimo. Partiamo da questo presupposto e non
dall’incomprensibile pensare di queste ore.
Siamo in guerra e anche se questa guerra, a
volte, non è visibile, continua ad insistere una guerra guerreggiata con il
pensiero e con le culture oltre la strategia adottata con le armi. Ma c’è di
più.
Nel corso della mia vita ho dialogato in
molti Paesi Islamici, Arabi, Musulmani: dalla Turchia alla Macedonia, dalla
Tunisia all’Albania e porto dentro di me esperienze importanti sia sul piano
culturale ed etno-antropologico sia sul piano strettamente istituzionale. Ma
cerco di andare oltre pensando al fatto che qualche giorno fa parlavo proprio
di Tunisi e sull’Oriente ho dedicato molti miei libri.
C’è una guerra offensiva, come quella di
Tuinisi (se si vuole restare su questa riflessione), e c’è una guerra difensiva
che è rischiosissima ed è quella adottata dall’Occidente, anche con le
immigrazioni facili e le leggi deboli, in un Mediterraneo che è cerniera non di
incontri e scontri, ma di una geopolitica che interessa l’Europa, Germania e
Francia in prima istanza, e l’Occidente con gli Stati Uniti che restano al
centro di una vasta problematica di politiche internazionali.
Si è deboli proprio nel momento in cui si
adotta il processo difensivo e si offrono spazi a processi offensivi. La
debolezza del mondo Occidentale Cristiano sta diventando letale per tutto
l’Occidente Laico, ma sta diventando rischioso per il bacino del Mediterraneo.
Una domanda o qualcuna in più. Come è
possibile che un Gruppo Islamico attacchi il mondo Musulmano? Una guerra tra
Fratelli? La Tunisia non è soltanto una geografia araba in un mondo arabo tra
la Libia, l’Algeria e il Marocco esteso verso l’Occidente spagnolo.
Una chiosa soltanto. Si consuma una strategia
terroristica nel momento in cui, nello stesso giorno, la Banca mondiale subisce
una dura contestazione a Francoforte. Quanti sono a conoscenza di ciò che è
accaduto a Francoforte nelle stesse ore? Domanda: Potrebbe esserci una chiave
di lettura storica tra mondo economico nell’Occidente dell’Europa e strage in
un Paese Musulmano consumata da un Gruppo Musulmano? Resta la domanda.
Certo, rimango ancora accanto a Magdi
Cristiano Allam, ma ci sono elementi che cominciano a tremare, e alla sua
testimonianza. Ma qui c’è uno scontro tra ideologie – filosofie – religioni e
poteri economici. La riflessione andrebbe approfondita.
Chi conosce il mondo Mediterraneo e la storia
della cultura e politica delle realtà Arabe comprende bene questa
sottolineatura. Se tutto l’Islam è terrorismo la Tunisia musulmana e islamica
cosa è? I conti non tornano più. Perché se si stracciano le vesti
nell’affermare che la Tunisia è una Nazione moderata, il discorso di Allam non
ritorna più nel suo punto di partenza.
Un fatto è certo. Siamo in guerra ed è una
guerra non solo religiosa, ma fortemente interessata da una Geo – Economia tra
Occidente ed Oriente nel cui centro della Geografia politica insiste il
Mediterraneo. Il punto è qui. Ma il bacino del Mediterraneo, anche soltanto
culturalmente, non tocca l’Inghilterra o il Nord America. Tocca principalmente
l’Italia.
Benito Mussolini, in tempi moderni, aveva
focalizzato la sua attenzione proprio sul triangolo Mediterraneo, Adriatico ed
Europa spagnola sul versante degli Oceani perché aveva ben capito il fenomeno
“espansivo” coloniale.
Ma già con l’Unità d’Italia si era posto il
problema. Già nel Medioevo insisteva la questione. Già con Giolitti si leggeva
il problema. Già con la guerra Turca – Africana si erano “divisionate” le
strategie tra Cirenaica e Tripolitania.
La storia è un processo che non si ripete ma
offre testimonianze ed è un realismo tattico impressionante. L’Italia con
Tunisi non è coinvolta soltanto. Tunisi è il centro, per chi la conosce bene,
di un Oriente che si “specchia” nell’Occidente, ma resta un Paese musulmano che
ha dialogato e dialoga con la Croce.
La debolezza della politica italiana sul
Mediterraneo è indescrivibile. Si comporta come se non fosse il centro del
Mediterraneo, eppure dovrebbe assumere il ruolo di Capitale del Mediterraneo.
Si ha una scarsa conoscenza della storia del Mediterraneo e dei Mediterranei,
purtroppo.
La domanda, comunque, resta. Perché un Gruppo
musulmano – islamico attacca un Nazione musulmana? Cade a questo punto
l’obiezione tra i musulmani moderati e musulmani terrorismo? O no? L’Islam è un
Unicum? Mentre in Italia le Moschee aumentano e i Minareti toccano la mezza
luna nel mondo Arabo – turco – musulmano le Croci vengono nascoste e si
minaccia di far abbattere le Chiese.
E l’Italia, cuore del Mediterraneo, conta le
ore infilando granelli di sabbia nel filo del vento. Soltanto qualche giorno fa
ero a Tunisi e il bianco e il celeste erano un abbaglio…