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Cosa ci testimonia la strage di Tunisi?
giovedì 19 marzo 2015

di Pierfranco Bruni





Allora

In Italia le Moschee aumentano e i Minareti toccano la mezza luna mentre nel mondo Musulmano le Croci vengono nascoste e si minaccia di far abbattere le Chiese

 

 

di Pierfranco Bruni

 

 

 

 

Allora. Tunisia e Mediterraneo. Se Magdi Cristiano Allam sostiene che non esiste  un Islam moderato, e potrebbe avere ragione ma le analisi ora andrebbero reinterpretate, non esiste neppure un mondo musulmano buono e un mondo musulmano cattivo. È come se si affermasse che la “civiltà” islamica è una “civiltà” che si è nutrita di terrorismo ed è l’espressione del terrore. Ma una “similitudine” si potrebbe adottare tra l’Antico Testamento e i Vangeli in un articolato modello tra Occidente ed Oriente?

Qui si continua ad insistere sul fatto che le due Civiltà, le due Culture, le due Tradizioni (che sono modelli di vita, di pensiero e di essere) non sono in pieno conflitto. La realtà è diversa. Occidente ed Oriente costituiscono l’espressione di tre intrecci: Islamismo, Ebraismo, Cristianesimo. Partiamo da questo presupposto e non dall’incomprensibile pensare di queste ore.

Siamo in guerra e anche se questa guerra, a volte, non è visibile, continua ad insistere una guerra guerreggiata con il pensiero e con le culture oltre la strategia adottata con le armi. Ma c’è di più.

Nel corso della mia vita ho dialogato in molti Paesi Islamici, Arabi, Musulmani: dalla Turchia alla Macedonia, dalla Tunisia all’Albania e porto dentro di me esperienze importanti sia sul piano culturale ed etno-antropologico sia sul piano strettamente istituzionale. Ma cerco di andare oltre pensando al fatto che qualche giorno fa parlavo proprio di Tunisi e sull’Oriente ho dedicato molti miei libri.

C’è una guerra offensiva, come quella di Tuinisi (se si vuole restare su questa riflessione), e c’è una guerra difensiva che è rischiosissima ed è quella adottata dall’Occidente, anche con le immigrazioni facili e le leggi deboli, in un Mediterraneo che è cerniera non di incontri e scontri, ma di una geopolitica che interessa l’Europa, Germania e Francia in prima istanza, e l’Occidente con gli Stati Uniti che restano al centro di una vasta problematica di politiche internazionali.

Si è deboli proprio nel momento in cui si adotta il processo difensivo e si offrono spazi a processi offensivi. La debolezza del mondo Occidentale Cristiano sta diventando letale per tutto l’Occidente Laico, ma sta diventando rischioso per il bacino del Mediterraneo.

Una domanda o qualcuna in più. Come è possibile che un Gruppo Islamico attacchi il mondo Musulmano? Una guerra tra Fratelli? La Tunisia non è soltanto una geografia araba in un mondo arabo tra la Libia, l’Algeria e il Marocco esteso verso l’Occidente spagnolo.

Una chiosa soltanto. Si consuma una strategia terroristica nel momento in cui, nello stesso giorno, la Banca mondiale subisce una dura contestazione a Francoforte. Quanti sono a conoscenza di ciò che è accaduto a Francoforte nelle stesse ore? Domanda: Potrebbe esserci una chiave di lettura storica tra mondo economico nell’Occidente dell’Europa e strage in un Paese Musulmano consumata da un Gruppo Musulmano? Resta la domanda.

Certo, rimango ancora accanto a Magdi Cristiano Allam, ma ci sono elementi che cominciano a tremare, e alla sua testimonianza. Ma qui c’è uno scontro tra ideologie – filosofie – religioni e  poteri economici. La riflessione andrebbe approfondita.

Chi conosce il mondo Mediterraneo e la storia della cultura e politica delle realtà Arabe comprende bene questa sottolineatura. Se tutto l’Islam è terrorismo la Tunisia musulmana e islamica cosa è? I conti non tornano più. Perché se si stracciano le vesti nell’affermare che la Tunisia è una Nazione moderata, il discorso di Allam non ritorna più nel suo punto di partenza.

Un fatto è certo. Siamo in guerra ed è una guerra non solo religiosa, ma fortemente interessata da una Geo – Economia tra Occidente ed Oriente nel cui centro della Geografia politica insiste il Mediterraneo. Il punto è qui. Ma il bacino del Mediterraneo, anche soltanto culturalmente, non tocca l’Inghilterra o il Nord America. Tocca principalmente l’Italia.

Benito Mussolini, in tempi moderni, aveva focalizzato la sua attenzione proprio sul triangolo Mediterraneo, Adriatico ed Europa spagnola sul versante degli Oceani perché aveva ben capito il fenomeno “espansivo” coloniale.

Ma già con l’Unità d’Italia si era posto il problema. Già nel Medioevo insisteva la questione. Già con Giolitti si leggeva il problema. Già con la guerra Turca – Africana si erano “divisionate” le strategie tra Cirenaica e Tripolitania.

La storia è un processo che non si ripete ma offre testimonianze ed è un realismo tattico impressionante. L’Italia con Tunisi non è coinvolta soltanto. Tunisi è il centro, per chi la conosce bene, di un Oriente che si “specchia” nell’Occidente, ma resta un Paese musulmano che ha dialogato e dialoga con la Croce.

La debolezza della politica italiana sul Mediterraneo è indescrivibile. Si comporta come se non fosse il centro del Mediterraneo, eppure dovrebbe assumere il ruolo di Capitale del Mediterraneo. Si ha una scarsa conoscenza della storia del Mediterraneo e dei Mediterranei, purtroppo.

La domanda, comunque, resta. Perché un Gruppo musulmano – islamico attacca un Nazione musulmana? Cade a questo punto l’obiezione tra i musulmani moderati e musulmani terrorismo? O no? L’Islam è un Unicum? Mentre in Italia le Moschee aumentano e i Minareti toccano la mezza luna nel mondo Arabo – turco – musulmano le Croci vengono nascoste e si minaccia di far abbattere le Chiese.

E l’Italia, cuore del Mediterraneo, conta le ore infilando granelli di sabbia nel filo del vento. Soltanto qualche giorno fa ero a Tunisi e il bianco e il celeste erano un abbaglio…

 

 

 

 

 

 

 


 




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