Gesù e Giuda camminano
nel deserto. Non si fermano nelle alzate di vento e nella sabbia che si
intreccia nei capelli e nella barba. Si sono ritrovati dopo il Getsemani, la
morte e le parole degli uomini. Soli con le loro verità distanti, fatte di
carne e di cielo. Gli scenari dell’anima occupano il campo ma tornano a
parlarsi. Lo racconta Pierfranco Bruni nel suo nuovo libro, ‘La pietra
d’Oriente’ (Luigi Pellegrini editore, pp. 132, euro 12), un ascolto che è
viaggio e uscita dal cerchio. In queste pagine, infatti, l’Iscariota non soffre
più per il suo tradimento ma perché si è perduto. Nelle pagine di Bruni, la
memoria è un abbraccio o una condanna. Narra di identità non sconfitte eppure
dolorose perché “c’è sempre una ruga solcata dalle mani”.
Giuda si è smarrito,
come Ulisse che ha dovuto combattere la perdizione per ritornare a Penelope e
alla sua terra. Il Nazareno e Giuda sono ancora insieme sui sentieri del tempo.
“Gesù gli teneva la mano. Non hai sfidato me – gli dice – ti sei voluto
sfidare. Il tuo peccato non è il tradimento, è quello di non essere stato
capace di resistere e di aspettare. Non hai saputo sperare”. Si è contrapposto
alla Verità con una sua verità. Giuda ormai è l’uomo che vive nei cuori aridi. Tra
due destini diversi, la luna è ancora un lancio di stelle. La nostalgia vive
negli accampamenti, i tramonti sfilacciano attese lungo le strade di
Gerusalemme. Giuda non si dà pace. Dopo quella notte “ha più volte rincorso
Giovanni e poi Luca e poi Matteo e Marco, ma non li ha mai raggiunti. Li ha
rincorsi non per giustificarsi ma per tentare di capire. Perché hanno scritto
di Giuda in quel modo? Non era uno di loro?”. Scorrono scelte nella strada che
traccia il Calvario: “Gesù si incamminò tra gli ulivi e con una mano prese un
ramoscello. Non parlò ma continuò a guardare Giuda e ad osservarlo
attentamente. Gli fece segno. Giuda si avvicinò. Gesù prese il ramoscello che
aveva tra le dita e lo spezzò. Metà del ramoscello lo tenne per sé”. Gesù e
Giuda non smettono di dialogare.
L'oscuro uomo di Kariot
“non è un traditore ma un perduto. Soltanto perdendosi è riuscito a commettere
quell’atto”. E’ lui che non si è perdonato, non riesce a farlo. Non ha capito
che il Messia non colpiva con la spada ma con il cuore. Eppure bisogna ancora
cercare. Anche Giuda deve cercare, non si po’ lasciare il deserto quando il
sole è ancora davanti allo sguardo. Scrive Bruni: “Viaggiare è lasciare il
paese dei padri ma è anche la forza di portarseli dentro sino all’ultimo
respiro”. Il vento attraversa il riposo del silenzio. Lì sulla collina di
sabbia è Giuda che parla, e non ha più lacrime, “ha un pianto di vento che
taglia gli ulivi”. Il cercatore di senso spagina i Vangeli e incontra la sua
storia incompiuta. “Ci sono Vie che attraggono stelle nei nostri percorsi”, ma
ricercare è sempre inquietudine. Una donna di Magdala ama Dio, lo sente come
vento bussante alle spalle. “Io dal giorno del cerchio sulla terra di polvere
seguii i suoi passi. Ci amammo. Nessuno ha mai voluto credere a questo nostro
amore. Filippo parlò di noi. Maria parlò di noi. Poi soltanto accenni al mio
nome”. E’ bellissima con i suoi occhi azzurri e quelle parole: “Se in te il
dubbio vive tu vivrai con il dubbio. Gesù è il cammino. Il tuo camminare”.
Sulla nave che porta in Galilea si incontra Zarateo. Il saggio che conosce i
venti. Ha gli occhi colore del mare e una voce lenta nella pazienza. Dialogava
con le stelle e di notte ascoltava le rose del deserto. Ha segreti da narrare
con i suoi papiri e la sapienza dei lunghi viaggi. E’ vero: “Cristo è una sfida
e la sfida più imponente”, “incontrare lo sguardo. Il punto sta qui”. La mia
vigna e le parole, il vento che porta sempre le ferite del mare. Si raccolgono
tre Croci dal Calvario, in fondo “io e l’assurdo abbiamo una battaglia aperta”,
“ho tra le mani la pietra che tu mi regalasti”. Nella narrazione parlano anche
le paure di Pilato davanti a Tiberio. Il romano sa che nella Giudea è stato
ucciso un Dio.
“Occorre tanta
misericordia – annota Bruni – noi viviamo di misericordia”. Ora Giuda cammina a
fatica. “Nella sabbia i passi affondano. Gesù si è allontanato mentre Paolo,
con un lieve movimento della mano lo saluta e lo accompagna con lo sguardo. Si
avvolge nella sua veste e resta immobile. In attesa di Giuda che è sempre più
stanco. Si parleranno”. Oltre i destini nel mistero. “Sono ancora loro, laggiù.
Gesù, Giuda, Paolo. Il mio pensiero. La pietra d’Oriente”.