Beni
culturali e Museo. Con l’esperto Pierfranco
Bruni. In un Convegno a Roma sui Beni culturali Pierfranco Bruni, da
esperto e autore di saggi sui beni culturali e sul ruolo del Ministero, ha
detto:
“Nel nuovo ruolo del Museo, da Taranto a
Reggio Calabria, la valorizzazione della città e del territorio passa,
inevitabilmente, attraverso i Beni culturali, come priorità nello sviluppo
economico e di sviluppo di un territorio con apertura ai nuovi processi
interattivi dei saperi altri”.
“Museo
e musei faranno la nuova storia dei beni culturali tra valorizzazione del
patrimonio culturale nazionale e capacità di investimento in una geopolitica
delle strategie economiche su un territorio. Credo, ha sostenuto Pierfranco
Bruni, autore di numerosi saggi sul museo e sui beni culturali compreso un
volume sulle Riforme dei beni culturali, (2005 – 2010) stessi esperto di Beni
culturali e responsabile del Progetto Etnie del Mibact, oltre ad essere
archeologo e scrittore, che la questione relativa all’autonomia dei Musei, (cfr.
i suoi saggi sulla Riforma Franceschini sui beni culturali) possa aprire un
articolato modello di fare cultura internazionale”.
Ci sono Musei archeologici ,
ha sostenuto Pierfranco Bruni, che possono aprire spazi all’arte contemporanea
perché l’archeologia e l’arte moderna e contemporanea sono la rappresentatività
di una realtà diversa, certamente, ma inseribile, in una dialettica ampia sul
concetto moderno sia di museo che di bene culturale”.
La posizione di Pierfranco
Bruni, parlando in un Convegno sul Bene culturale, di recente a Roma, come
Risorsa e Fruizione, è stata quella che “soprattutto nelle realtà meridionale,
sono parole di Bruni, bisogna creare una sinergia tra l’arte antica e quella
moderna. È fondamentale che non si creino più degli steccati tra le arti che è
necessario conoscere e vivere tra territorio e universalità”.
“L’autonomia di alcuni musei
archeologici. Ha insistito Bruni, è altamente positiva. Questo significa che
cambia anche il concetto stesso di museo legato ad un determinato modello.
Faccio alcuni esempi, anche perché si guarda alla conservazione ma si punta
alla valorizzazione e alla fruizione altrimenti non ha senso il processo
innovativo che giudico altamente positivo, riferiti ad alcune realtà museali e
territoriali. Da Reggio Calabria a Taranto. Musei che devono poter svolgere,
secono l’esperto Bruni, un ruolo di polo culturale complessivo. Soprattutto in
quelle città dove mancano realtà di promozione culturali il Museo ora deve
essere un riferimento a tutto tondo. Un Museo archeologico dove poter
concedere spazi alle varie arti comprese a quelle contemporanee e deve essere
l’asse dialogante con le culture espresse dalla città, dove insiste, e del
territorio. Il ruolo del Direttore del Museo, e Franceschini ha ragione, ha
detto Bruni, è un ruolo complesso, ma deve porre sul tappeto dello sviluppo
della città il dialogo costante tra cultura, economia, risorsa, valorizzazione,
eventi internazionali”.
Su
questi temi si è intavolata una importante discussione. La Riforma punta sul
ruolo del Museo, è stato detto, perché in esso ruotano le capacità e la
vitalità di una cultura moderna.
“Certo,
ha ribadito Pierfranco Bruni che di beni culturali se ne intende per le varie
esperienze anche all’estero, il Museo, con la Riforma, assorbe una
progettualità ampia: far dialogare il mondo Attico con De Chirico sarebbe una
delle manifestazioni straordinarie. Un Museo come quello Taranto, nella nuova
Riforma, che non ha una Pinacoteca o altri luoghi di cultura promozionale e
valorizzante o anche come Reggio Calabria, le due città di un Sud da
rivitalizzare, soprattutto Taranto, perché Napoli ha già un’altra storia,
possono ‘ricostruire’ il senso culturale sia identitario che promozionale, sia
interattivo che internazionale di una città che ha bisogno, dopo la questione
ambientale, di ritrovarsi nella cultura, o meglio nelle culture, perché non il
Museo non è soltanto Cultura, è soprattutto le Culture. Uso un plurale che ha
una sua straordinaria importanza. Anche per questo condivido la Riforma
Franceschini”.
Pierfranco Bruni – Intervento
alla Biblioteca Camera dei Deputati