Venerdi 27 febbraio ritornano
al Saloon Public House di Roccaforzata, “I Burning Lamp” per un ulteriore
Tribute a Jimi Hendrix.
A distanza di quasi di mezzo secolo dalla prematura
scomparsa dell’uomo che ha rivoluzionato il modo di suonare la chitarra elettrica,
c’è ancora tantissima gente che continua a comprare i suoi dischi e ad
emozionarsi davanti alle sue incredibili performance live.
Il gruppo musicale ripropone
le emozioni di una live experience dei Late Sixties rendendo omaggio a Jimi
Hendrix dalle ore 22 e 30.
“I Burning Lamp”, saranno impegnati nell’audace ed
elettrizzante spettacolo tentando di riproporre con la loro passione,
dirompenza e arte d’ improvvisazione, i live dell’eclettico chitarrista secondo
il suo stile che non permetteva riesecuzioni uguali.
Di sicuro non si tratterà della solita fredda fotocopia
delle registrazioni in studio ma una vera live experience.
In scaletta vi saranno brani storici come “Purple haze”, “Hey
Joe”, “Foxy lady”, ma anche un po’ di merce rara come “If 6 was 9”, “Third stone from the sun” e “Burning of the Midnight Lamp” da dove la band prende il nome.
Dietro i brani più “commerciali”, vi saranno una serie di
brani che mettono in mostra la voglia di sperimentare e di rivoluzionare non
solo il modo di suonare la chitarra, ma anche il modo di intendere la musica,
uscendo dallo schema classico tanto amato dai produttori di concentrare tutto
in 3 minuti.
Jimi Hendrix fu il precursore del sound delle future
evoluzioni del rock attraverso un’inedita fusione di blues, rhythm and
blues/soul, hard rock, psichedelia e funky.
Secondo la classifica stilata nel 2003 dal “Rolling Stone
Magazine”, Hendrix è il più grande chitarrista di tutti i tempi.
Ricordiamo che la sua esibizione in chiusura del festival di
Woodstock del 1969 è indimenticabile ed ha fatto storia, divenendo per lui, un
vero e proprio simbolo.
L’immagine del chitarrista che, con dissacrante arte, suona
l’inno nazionale americano in modo provocatoriamente distorto è entrata di
prepotenza nell’immaginario collettivo musicale come uno dei punti di svolta
nella storia del rock. Così come la sua figura rimane legata ad un altro mitico
episodio. Un esordiente Jimi Hendrix, dopo aver
sbalordito tutti con la sua strabiliante qualità di chitarrista, avrebbe
realmente sacrificato la sua chitarra in un mistico incendio che mitizzò la sua
personalità al suo primo "battesimo” musicale.
Nacque da madre di origini cheyenne e padre afroamericano e passò
l'infanzia in un quartiere disagiato. A nove anni dopo il funesto divorzio dei
suoi fu affidato alla nonna paterna.
A sedici anni circa perse sua madre e proprio in quel
periodo ebbe la sua prima chitarra. Curioso risulta il fatto che la sua prima
chitarra fosse per l’uso della mano destra, mentre lui era mancino. Tuttavia
imparò notevolmente in fretta a suonare la chitarra girata al contrario,
abitudine che poi conserverà.
La scoperta dello strumento fu per lui come un’illuminazione
in tanta desolazione. Per cui lascerà la scuola prima di ottenere il diploma e
iniziò a dedicarsi alacremente alla musica.
I suoi punti di riferimento furono chitarristi blues di
Chicago come Elmore James, Muddy Waters, Buddy Guy ed Albert King, nonché le
leggende del delta blues, come Robert Johnson e Leadbelly, e del rock and roll,
come Chuck Berry.
Ma torniamo a “I Burning lamp”, a coloro che quindi oseranno
tanto con molto coraggio.
La ardimentosa band è composta da musicisti che come ricorderanno bene i loro fan, provengono da altre realtà per la scena locale. I musicisti sfrutteranno la loro esperienza, ricordiamo il premio critica “Rock'n festival 2005” per “La pantomima dei buoni propositi “ con l’apertura del concerto di Richard Sinclair, il riconoscimento dal fan club nazionale dell’Iron maiden tribute band “Deja-Vu” per quanto riguarda Francesco Festinante. L'accompagnamento in tournèe con relativa registrazione del cd di Andrea Braido e bassista nella band Taranterbury of dreams (l'attuale band di Richard Sinclair leader dei Caravan) per Antonio Cascarano e la collaborazione con numerosissimi eventi locali per uno tra i più stimati ed apprezzati batteristi di Taranto, Mino Inglese.
“Autodidatta e mancino naturale, durante la sua breve vita
Hendrix ha stravolto la concezione dello strumento, introducendo moltissime
novità, prima tra tutte il feedback. Il suo stile, la sua naturalezza e
la sua mimica sono le più copiate dai chitarristi di tutte le generazioni” - ci
riferisce Francesco Festinante, anche lui autodidatta alla
chitarra.
Sicuramente tra i suoi album va ricordato “Are you
experienced” ricco di canzoni memorabili e “Electric Ladyland” in cui prevale
la sperimentazione.
“Ma il vero Hendrix lo si ammira nei concerti, nelle sublimi
improvvisazioni, in cui viene fuori tutto il suo talento e la sua originalità -
ha continuato Festinante - Non potremmo dare un tributo al famoso chitarrista
senza rispettare la sua caratteristica singolare, la necessità di esprimersi
secondo le intenzioni del momento. Vi
aspetta uno spettacolo fatto di valvole sature e continua improvvisazione,
proprio come era solito fare Jimi.”
Informazioni e prenotazioni
al 3283185147.
Vito Piepoli