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Stelakian e Garcia
lunedì 19 gennaio 2015

di Pierfranco Bruni

Stelakian e Garcia lungo le tredici lune di una storia che non è storia ma destino





C'era già il sole tramontato. Un accenno di luna bianca precipitata su un orizzonte di arcobaleni rossi. Il filo degli occhi tra le luci dei fari che lampeggiano...
Stelakian giocava con il canto delle parole e recitava gli sguardi osservando il giungere delle onde sullo scoglio.

Una stanza sul mare.

Garcia viveva di pensieri abbandonati lungo le vie che hanno il cammino delle tredici lune e le rive di sabbia.

Stelakian: "È un amore indefinibile, questo nostro amore. Vorrei che parlasse la luna... Quella bianca sul mare. Quella verde che mi regalasti in una sera di marzo. Quella che io ti regalo sempre anche nello spazio delle attese. Noi viviamo di attese. Belle, struggenti e scavano sentieri tra le nostre anime e i nostri corpi che si cercano quando non siamo insieme per toccarci l'uno nell'altra, quando i nostri corpi non sono insieme perché io e te non siamo tu ed io. Siamo noi".

Siamo noi!

Garcia tra le dita aveva i suoi capelli e sembrava che intrecciasse radici. E radici erano i suoi capelli nel soffio di un bacio lasciato appesa a due bocche. Labbra sulle labbra.

Stelakian: "Tu sei la mia alchimia...".
Garcia: "Tu sei il mio segreto. Noi siamo il mistero. Ti porterò nei miei viaggi come luna e come vento, come fantasia e destino. Non racconterò gli anni. Perché tu sei spazio. Non smettere di danzarmi tra i labirinti e il sogno. Che tu sia la mia magia ed io per te voglio essere il marinaio nel tuo unico porto e tu porto e barca..".
Stelakian indossava una sottile vestaglia di seta azzurra e nella trasparenza le forme del suo corpo custodivano le tredici lune che Garcia percorreva nell'incanto delle loro strette. E si amavano.

Labbra sulle labbra. Penetrandosi l'anima il corpo i pensieri...
Il sublime aveva la sensualità di un amarsi con i riflessi delle movenze che gli specchi disegnavano.
La stanza sul mare e il respiro degli amanti in un cercarsi tra i volti e le mani in un eterno che cerca l'infinito e in un infinito che ha l'eterno.

Garcia: "Ti aspetto ed è come se tu dovessi arrivare all'improvviso proprio quando le ore sembrano consumarsi... E poi con il tuo sorriso mi offri il respiro e torni ritorni ti fermi e ti amo...".
Stelakian: "Ed io ci sono, ma tu cercami sempre, corteggiami, amami, stringimi fino ad annullare le due anime i corpi i pensieri in una vita sola... Io e te siamo una vita sola...".

Due on una vita sola!

Il sole era ormai tramontato. Il mare era un suono e la luna aveva attraversato le tredici vie.
Stelakian e Garcia non sono una storia d'amore. Sono in destino.

Si racconta che forse c'era una volta una stanza sul mare...
No. Forse si racconterà soltanto, perché la stanza sul mare c'è. C'è un amore che ha attraversato la storia ed ha inciso sulla roccia del porto il destino di due amanti che si sono incontrati lungo il cammino della luna tra i cammei che i deserti lasciano al volo del silenzio.

Forse il silenzio un giorno si sveglierà e racconterà questo destino con i dettagli che io non so dettare. Forse si parlerà del loro amore per parlare dell'amore. Ma io tra i ritagli di queste parole non so dire altro e non so altro. Forse il destino ha il mistero degli sguardi che danzano come sa danzare Stelakian sul corpo di Garcia.

Stelakian e Garcia negli abbracci di un infinito... E quando il silenzio avrà smesso di osservare l'ombra della palma e i fari lampeggianti sul mare forse si raccoglierà il destino nel volo del vento e si racconterà... Raccontando si raccoglieranno le voci delle tredici lune...

(Forse è una Favola ma ci sono favole che raccontano verità o guardano lo specchio. Forse...)





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