Siamo
in piena guerra di religione. Il mondo cattolico lo ha capito o continua a
leggere la storia con l’ideologia della chiesa del progresso?
L’Occidente
forte è anche un Papa autorevole
di Pierfranco Bruni
Siamo in piena guerra di
religione. Perché non ammetterlo? Si ha paura delle sfide religiose,
filosofiche, storiche? Occorrono delle scelte coraggiose e una politica
improntata su processi identitari forti e caratterizzanti. Sola la Tradizione pre conciliare può salvarci dall’attacco musulmano. Può salvare l’Occidente nella
sua complessità.
Islam
significa presenza religiosa. Significa confrontarsi e “scontrarsi” su valori
non condivisi tra Occidente ed Oriente. Si tratta di porre al centro
dell’attenzione culturale la metafora della Moschea e della Chiesa, della
Mezzaluna e della Croce.
Ma i
cattolici dove sono? Oltre l’Orgoglio e la Ragione direbbe Oriana Fallaci. Gli Ebrei dove sono? Ancora nella Suburra? Togliamoci le fette di prosciutto dagli
occhi. O si è Cristiani o non si è, in questo particolare momento di un’ora
della storia difficile. E se si è Cristiani non esistono giustificazioni.
Abbiamo
bisogno di indirizzi e di guide forti. 1480. Otranto. Una data che ha avuto la
sua particolare importanza. La carità in quest’ora terribile è “pelosa”. Siamo
in una guerra di religione. Lo si vuole capire o no? Ci stiamo fossilizzando
sulla questione soltanto francese senza prendere consapevolezza del tragico che
si vive in Nigeria. Noi Mediterranei del Regno di Napoli siamo dentro una linea
che divide la Moschea dalla Chiesa proprio sul piano di un concetto di
Tradizione e su un perverso modello di Rivoluzione. Ma andiamo oltre.
Dal punto di vista teologico si fa sentire marcatamente la non presenza di un
Papa come Benedetto XVI con il suo emblematico discorso di Ratisbona. Quel Papa
ci manca, quella voce in un Occidente da cristianizzare avrebbe dato un segnale
preciso. Lo dico con la consapevolezza di essere stato e di essere un
Tradizionalista e pre Conciliare convintissimo.
Occidente e
mondo cattolico non possono essere scindibili. Convivono nelle diverse chiavi
di lettura dello stesso mondo cattolico. La centralità dell'Occidente in una
politica vaticana incisa nel Tradizionalismo cristiano oggi avrebbe avuto una
sua precisa dimensione. Una particolarità che avrebbe intrecciato la forza
metafisica con le scelte ragionate su un Occidente acutamente guardingo. La
politica progressista di Papa Francesco, a cominciare dal suo discorso, sugli
immigrati, di Lampedusa, discutibilissimo e da me contestato e mai
accettato, non ha certamente contribuito a tutelare il tradizionalismo
cristiano di cui si necessita soprattutto in fasi difficile, in cui la civiltà
occidentale è chiamata a rispondere con la sua storia e con la sua identità.
Da un versante un Occidente debole che ha praticato la leggerezza del pensiero
identitario anche mentre bombardava la Libia e dall'altra un mondo cattolico
completamente allo sbando e conflittuale, con una guida non autorevole sul
piano di una politica vaticana bloccata sul sentiero di una Chiesa aperta al
liberalismo dei valori. Questo mondo cattolico, sotto la guida di Papa
Francesco, non è autorevole in Oriente e in Occidente, in una fase in cui
avrebbe dovuto avere un peso scardinante nelle coscienze di una civiltà proprio
sul piano dei valori.
In questi momenti si fa sentire l'assenza di un Papa forte come è stato ed è
Papa Benedetto del discorso di Ratisbona. Recuperiamo Ratisbona, ma con una
“politica” teologica che vada oltre la Chiesa del progresso.
La chiesa prenda posizione e faccia una scelta coraggiosa sul piano anche di un
processo di eredità politica. Ritorni ad un pensiero pre-conciliare in cui la Tradizione dall'Occidente porti a riflettere sui Martiri di Otranto. Se questa Chiesa non ha
la forza, il coraggio, la coerenza di accettare la sfida lanciata dal mondo
“Ottomano”, nel centenario del primo grande Genocidio: quello degli Armeni, lo
dica chiaramente perché abbiamo bisogno di punti di ancoraggio decisi e
decisivi.
È l'ora del coraggio. Papa Francesco abbandoni il "buon appetito"
domenicale e faccia della Tradizione il vero Vangelo di un Occidente.
Riproponga, dunque, se ancora vuole essere riferimento, una riflessione sulle
parole di Benedetto XVI pronunciate a Ratisbona.
È incomprensibile la sua assenza. Questa è una nuova guerra di religione. Lo si
vuole capire o no? Dalla Fallaci a Magdi Allam si è sopportato di tutto. Forse
ci si dimentica che soltanto qualche settimana fa Magdi Allam è stato messo
sotto processo per il suo pensiero cristiano e antimusulmamo. Ma l’assenza di
un pensiero forte da parte dei cattolici è paradossale. Un tempo nuovo è
davanti a noi. Un Occidente forte è anche una Chiesa forte, certamente
dialogante, ma autorevole e non sulla strada di un relativismo inaccettabile.