La Compagnia
del Teatro Jonico Salentino ripropone "Son morto e
non m'ero accorto!", una commedia in due atti ispirata da una storia
vera scritta e diretta da Valerio
Manisi eccezionalmente per altre due date.
Che
cosa succede quando “la legge” si spende in un errore?...
Andrea
Vastaso e Giosuè Brigadiere sono buoni amici. Di tutto hanno condiviso nella
vita... compreso un equivoco: essere scambiati per rapinatori.
Una
vecchia Fiat 500, infatti, di proprietà della giovane Rachele, sorella di
Giosuè, viene rubata da sotto casa, dove i due vivono insieme alla sorella
maggiore, Giuditta... sorella che questi considerano come “madre”, per via della
prematura morte dei veri genitori, avvenuta durante la seconda guerra. Diversi
sono i dettagli, raccolti durante le indagini, che creeranno la presunta
colpevolezza dei due amici. Particolare decisivo, sarà in fine, una ferita che
Giosuè riporterà sul piede, analoga a quella che il reale rapinatore s’è
procurato ricevendo un colpo di pistola durante la fuga.
Tra
decine di tribolazioni, equivoci, scambi di persona e incomprensioni, i due
amici finiranno per passare tre anni della loro vita in carcere, lontani dalle
proprie case, dal proprio lavoro, dalle proprie famiglie e… dai propri
figli.
Torna
a grande richiesta la Compagnia del Teatro Jonico
Salentino con una nuova commedia, ispirata da una storia vera, da
un episodio che l’autore stesso, tre giorni prima di “Ccè nì sé Tu?”, la vigilia
di Natale del 2008, visse con non poco spavento.
Questa
vicenda, e un’immaginaria conseguenza d’arresto, rappresentarono gli spunti per
la nascita della commedia. Una commedia con punti di vista ragionati,
sentimentali, drammatici, comici e, spesso, anche satirici, convogliati in una
composizione drammaturgica che vuol’essere analisi di quei reali sentimenti e
stati d’animo che una forza suprema e univoca, come può essere “la legge”,
spesso, seppur legittimamente, non considera.
La
commedia è scritta in lingua corrente, ambientata in Puglia. I due atti si
differenziano per l’intensità emozionale, dati dai colori della scenografia, ma
soprattutto dalla carica emotiva espressa dagli attori e del
regista Valerio Manisi. La sua attenzione ai particolari è
palese per tutto l’intero spettacolo. Il suo è un modo di scrivere nuovo, legato
alla tradizione popolare dalla quale attinge per descrivere i suoi personaggi e
le vicende, ma estrapola un modo di fare Teatro innovativo, dove le situazioni
politiche e religiose si mescolano, legate però da un unico filo conduttore:
quello della verità. Non mancano i momenti cosiddetti “sentimentali”,
quando Andrea Vastaso, chiuso in carcere con il suo
amico Giosuè Brigadiere, ricorda e tiene vivo quel
sentimento verso sua moglie, che lo aiuterà a superare i tre anni passati
lontano da lei; oppure la richiesta laica di incontrare sua figlia, che guarda
da dietro le sbarre. È una commedia nuova e travolgente che vale pena di
vedere.
L’opera
vanta la partecipazione degli allievi del Laboratorio Teatrale
diretto da Valerio Manisi, fondato nel gennaio del 2014
dalla Compagnia del Teatro Jonico Salentino e
dall’Associazione di Promozione Sociale “Macchià”.