IL
NOVECENTO LETTERARIO NEI LICEI – EDUCARE ALLA CONOSCENZA DELLA LETTERATURA
GIORNATA
BERTO 19 NOVEMBRE
Il LICEO
SCIENTIFICO STATALE “GIUSEPPE BERTO” DI VIBO VALENTIA
E IL
COMITATO CELEBRAZIONI PER IL CENTENARIO DI BERTO - REGIONE CALABRIA -
RIFLETTENDO SULLO SCRITTORE DI “ANONIMO VENEZIANO”
La
scuola, la letteratura e gli scrittori del Novecento. Per non dimenticare i
processi letterari che hanno tracciato percorsi di vita. “E quando di giorno
dalla punta del mio promontorio guardo gli scogli e la spiaggia cento metri
sotto e il mare limpidissimo che si fa subito blu profondo, so di trovarmi in
uno dei luoghi più belli della Terra. Spesso, stando lì a guardare, arrivo a
dimenticarmi di dove sono, tanto completamente mi appago di quella bellezza e
del pensiero senz’altro egoistico ch’essa è mia, mi appartiene”. Parole intense
che fanno capire quanto fosse profondo, “nel sangue e nella mente” di Giuseppe
Berto, l’amore per la Calabria.
E
proprio nell’alveo delle celebrazioni per il Centenario della nascita dello
scrittore di Mogliano Veneto, si colloca il Convegno "Il viaggio
metafisico di Berto tra amore e morte nel mare dell'esistenza",
che si svolgerà mercoledì 19 Novembre, nell’Aula Magna del Liceo Scientifico
Statale di Vibo Valentia a lui intitolato.
Un
incontro che vede insieme il Comitato per le Celebrazioni per il primo
Centenario della nascita di Giuseppe Berto – Regione Calabria – Assessorato
alla Cultura e il Liceo Giuseppe Berto di Vibo Valentia.
Non un
semplice convegno ma “la necessità di raccontare” un intreccio non solo letterario, ma
anche esistenziale e psicologico attraverso le pagine de “Il male oscuro”, “Anonimo
Veneziano” e “La Gloria”, in un percorso di riflessione e di studio
condotto da un relatore d’eccezione, Pierfranco
Bruni, presidente del Comitato per le Celebrazioni del Centenario
istituito dall’Assessorato regionale alla Cultura, saggista e profondo
conoscitore dell’opera di Berto, cui ha dedicato da decenni scritti, libri, conferenze e trasmissioni
Rai.
Particolarmente
attesi gli interventi della figlia Antonia che condividerà emozioni e ricordi
di Berto padre ed uomo e dell’editore della Settecolori, Manuel Grillo, che
presenterà in anteprima uno scritto sull’opera Il Brigante, per una
rilettura di pagine importanti della storia calabrese del 900.
Nella
mattinata si susseguiranno, inoltre, le testimonianze di amici dello scrittore,
dall’Avv Francesco Tassone a Don Pasquale Russo e al Dott. Agostino Roberto
Carrabba che racconteranno del viscerale rapporto di Berto con la Calabria e del suo ruolo critico, scevro da strumentalizzazioni ideologiche, finalizzato ad
un risveglio delle coscienze.
“Il
centenario di Berto – spiega il Dirigente scolastico, prof.ssa Teresa Goffredo
-, con il suo ricchissimo calendario, che comprende anche le manifestazioni del
Liceo Scientifico di Vibo, diventa non solo un modo per celebrarne la figura,
ma anche un pretesto per riscoprirlo in tutta la sua sorprendente modernità e
farlo meglio conoscere agli studenti vibonesi e calabresi. L’attualità dei
testi di Berto è innegabile: anche i ragazzi del Liceo Giuseppe Berto,
nell’approfondire la conoscenza dell’autore, hanno con sorpresa scoperto molti
aspetti a loro familiari nella sua opera. E la modernità si sprigiona al
massimo grado nelle pagine del suo capolavoro: Il male oscuro. È la
vita, allora, a rendere gli scritti di Berto destinati a resistere al tempo. Ed
è l'intento che si prefigge il nostro Liceo dove tutto il corpo docente ha
attivato una serie di percorsi destinati agli studenti per coinvolgerli
e incuriosirli verso questo straordinario personaggio. Ai ragazzi del
primo anno è stato, inoltre, regalato un piccolo opuscolo che facesse loro
capire la valenza, non solo letteraria, dell'autore cui è intitolata la scuola
che hanno deciso di frequentare. Un grazie particolare dunque ai meravigliosi
studenti e ai docenti per l'opera di organizzazione e divulgazione delle opere
di Berto e allo scrittore Pierfranco Bruni con il quale questo percorso,
coordinato dalla prof.ssa Rombolà, sta procedendo in vista del convegno”.
I
maestri del Conservatorio di musica “Fausto Torrefranca” di Vibo faranno
rivivere le atmosfere della Venezia di Anonimo Veneziano, riproponendo la
colonna sonora del film di Enrico Maria Salerno, sceneggiato da Berto, mentre
gli studenti del Liceo Scientifico leggeranno passi e commenteranno filmati
d’epoca, documenti di vita a Ricadi e della proclamazione ai Premi Viareggio e
Campiello. Grazie al contributo e alla disponibilità della famiglia,
all’interno della scuola, è stata anche allestita una mostra fotografica
sull’autore.
Il
Liceo Scientifico “Giuseppe Berto” di Vibo Valentia, punto di riferimento per
le politiche scolastiche regionali su Berto, permetterà a tutte le istituzioni
scolastiche della regione di seguire l’evento che sarà registrato e di cui
saranno, successivamente, pubblicati gli atti.
Parteciperà
al convegno anche la prof.ssa Madeyski accompagnata da una delegazione di
allievi del Liceo di Mogliano Veneto, che hanno rappresentato la pièce teatrale
“La passione secondo noi stessi”, in un proficuo gemellaggio tra Veneto e
Calabria, terre di nascita e di adozione di Giuseppe Berto.
info. 3801507759/Prof.ssa Eleonora
Rombolà/Funzione strumentale Rapporti con gli Enti e Comunicazione/Liceo
Scientifico Statale “Giuseppe Berto”/Vibo Valentia
***************
Giovanni Papini dal senso di
“finito” all’infinito di Mauro Mazza.
Tra gli scrittori che hanno fatto il
Novecento con la Grande Guerra
di Pierfranco Bruni*
Ci sono
scrittori che hanno fatto il Novecento ed hanno scelto la via della solitudine,
del coraggio, della coerenza e della fedeltà ad una tradizione e non scrittori
che la sinistra politica e ora il radicalismo culturale hanno innalzato ad
icone e considerato scrittori. Ma basta leggere i testi oltre le facili e
fragili disinvolture di ignoranze permanenti.
Degli
scrittori non scrittori ho deciso di non parlare. Per il momento. La strada è
lunga ma anche l’ignoranza non è corta. Parlo degli scrittori che sono tali
anche perché è stato pubblicato, di recente, un nuovo testo, con mia
prefazione: io e Mauro apparteniamo ad una generazione che nin si è mai
smentita ed ha avuto maestri che vanno da Pound a Grisi, su Giovanni Papini.
L’irrequieto e solitario Papini. Anzi la grandezza della coerenza.
Papini segnò
un percorso preciso nella storia della letteratura in quella del pensiero
filosofico del Novecento. Un percorso in cui la testimonianza diventa un
rapporto costante tra la vita e la letteratura, e la stessa letteratura,
diventa il più delle volte una dichiarazione esistenziale. Il saggio di Mauro
Mazza, edito da Pellegrini, dal titolo: “Uomo infinito. La lezione di Papini”, focalizza
il percorso di Papini all’interno di un processo di idee che ha segnato la
volontà di una generazione non solo ad essere testimone, ma soprattutto
protagonista.
L’attualità
e l’inattualità sulle quali Mazza si sofferma, in una riflessione a tutto tondo
su un Novecento che comincia ad aprirsi ai nuovi “valori” e al nuovo modello di
uomo: da quello “finito” a quello della “rivelazione”, costituiscono la chiave
di lettura in una temperie che ha vissuto l’intreccio tra moderno e tradizione
anche nel contemporaneo. Ma andiamo per ordine su questo Papini di Mazza.
La “Tribuna”
fu la sua prima palestra e il suo primo cena- colo. Fu un laboratorio di idee e
di incontri. Significativo fu certamente il suo incontro con Giuseppe
Prezzolini. E significativi restano indubbiamente le esperienze e i contributi
alle riviste come “Leonardo”, “La Voce”, “Lacerba”, “Il Frontespizio”.
Per Mazza “La Voce” resta un crocevia fondamentale del Novecento. E così è. Nella Prima Guerra Mondiale,
Papini, e Mazza cesella l’uomo infinito. La Lezione di Giovanni Papini, occupò una posizione interventista. Al 1906 risale “Tragico quotidiano” e al 1907 “Il
pilota cieco”. Sono due volumi in cui vi campeggia una letteratura (ma
soprattutto una poetica) metafisica. Infatti sono dei veri e propri “racconti
metafisici”. Al 1911 appartengono i racconti racchiusi in “L’altra metà” e
all’anno successivo i racconti “Pagine e sangue”.
Tra gli
altri scritti non si può non ricordare “I testimoni della passione” del 1937, “Concerto
fantastico” del 1954 e alcuni scritti pubblicati postumi come “La seconda
nascita” del 1958 e i “Diari”. Pubblicò testi di poesia e numerosi testi di
saggistica come “Il crepuscolo dei filosofi” del 1906, “Il mio futurismo” del
1914, “Stroncature” del 1916, “Italia mia” del 1939, “Santi e poeti” del 1948, “Il
diavolo” del 1953 e altri scritti usciti postumi.
Mazza si
era già soffermato su Papini ponendo all’attenzione una questione sia storica
che esistenziale. Quella “penna arrabbiata”, come afferma Mazza in un suo capitolo,
costituisce l’anima critica non solo di un intellettuale, ma di un secolo. È
chiaro che uno dei testi che segna inevitabilmente la vita di Papini è
certamente “Storia di Cristo” che porta la data del 1921.
Un testo
vissuto completamente sulla sua diretta esperienza umana e religiosa. È uno
scritto che pubblicizza sostanzialmente la sua conversione al cattolicesimo.
Papini era un ateo intransigente. La Storia di Cristo racconta appunto il suo
accostamento alla religione cattolica. L’opera più conosciuta resta
indubbiamente Un uomo finito che risale al 1912. Si tratta di un’autobiografia
in cui il narratore fa una resa dei conti della propria vita.
Così
sottolinea: «Che cosa volevo imparare? Che cosa volevo fare? Non lo sapevo. Né
programmi né guide: nessuna idea precisa. Di qua o di là, est od ovest, in
profondità o in altezza. Soltanto sapere, sapere, saper tutto. (Ecco la parola
del mio disastro tutto!). Fino d’allora sono stato di quelli per cui il poco o
la metà non contano. O tutto o nulla! E ho voluto sempre il tutto – e che niente
sfugga o resti fuori! Completezza totalità – più niente da desiderare, dopo!
Cioè la fine, l’immobilità, la morte!».
L’anticonformismo
che traccia la linea dell’intelligenza dell’eresia. Mazza dedica un capitolo a
“Prezzolini, l’anticonformista”, un capitolo che si apre a chiavi di lettura
significative. In Papini d’altronde la consapevolezza della crisi è la
ritrovata memoria.
In “Storia
di Cristo” c’è questa ritrovata memoria che non è più attesa ma coinvolgimento
di una sperata e definita consapevolezza. Ma è proprio dall’Uomo finito che si
arriva al Cristo della Resurrezione. Mazza su questo si sofferma con acutezza.
I punti di maggiore riferimento sono in questi due testi che “nascondono” una
profonda e silenziosa “umanità”. Ovvero in “Un uomo finito” e appunto in “Storia
di Cristo”. C’è una tensione che non è soltanto letteraria.
Negli anni
successivi questi due testi si apriranno ad una chiave di lettura forte- mente
esistenziale. Dalla crisi alla risoluzione della crisi. Dall’impossibile vuoto
alla pienezza dei contenuti. È questo il percorso che si raccoglie in una
metafora che si legge in un suo racconto dal titolo: “Due immagini in una vasca”:
«Quando la gioia mi assale con le sue stupide risa io penso che sono il solo
uomo che ha ucciso se stesso e che vive ancora. Ma ciò non basta per farmi
stare serio».
Ecco, tra
le idee sfreccianti, ciò che resta, tra le altre visioni culturali e umane
oltre il religioso senso della vita. In un suo scritto (si tratta di una
Introduzione a “Lo specchio che fugge”, raccolta di racconti di Papini,
Mondadori) Jorge Luis Borges scrive: «Potremmo rimproverare a Papini il fatto
che i suoi personaggi non vivono al di fuori della finzione che successivamente
animano.
Questo è un
altro modo di dire che il nostro scrittore fu inguaribilmente un poeta e che i
suoi eroi, sotto molteplici nomi, sono proiezioni del suo io». Si tratta di una
sottolineatura importante perché ripropone Papini nella sua completezza e nella
sua complessità. E ripropone il Papini poeta. Ovvero la metafora della poesia
attraverso una tensione esistenziale che supera la fisionomia dei conflitti. In
una sua poesia Papini recita: «…Ma quando al finire del giorno/ ritrovo,
stracco e freddo, la fossa della strada/ nella mezzombra lilla del ritorno,/
sono il povero triste a cui nessuno bada».
Questi versi
risalgono al 1917, alle “Venti poesie” di “Opera prima”. Il Papini successivo
non è soltanto lo scrittore della “redenzione”, è anche lo scrittore di quel
gioco nostalgico che vive la malinconia del tempo su una dimensione che è
anche, come ha sostenuto Borges, intrecciata da quei segni fantastici fatti di
crepuscoli e di sogni.
Un libro,
questo di Mauro Mazza, che ci permette, in questo nostro tempo, di rileggere e
anche ricontestualizzare uno scrittore e un filosofo che supera il tempo della
leggerezza e della fragilità, per vivere e farsi vivere in quella metafisica dell’anima
tanto cara a Maria Zambrano. Ma è un libro che attraversa il pensiero di un
Novecento inquieto.
Papini uomo
inquieto in un Novecento inquieto da D’Annunzio a Cardarelli, da Prezzolini a
Gentile, da Grisi a Berto.
***************
LA
SCUOLA NEGLI EVENTI CAPITALE DELLA CULTURA 2015 PROPOSTA LA VALORIZZAZIONE DEL
BAROCCO EUROPEO DI GIUSEPPE BATTISTA A 340 ANNI DALLA MORTE NELLA SCUOLA - IL
SINDACATO LIBERO SCRITTORE AVVIA IL PROGETTO CON LA PUBBLICAZIONE DI UNA SCELTA
DI POESIA E LA RICHIESTA ANNULLO FILATELICO
Nella
Capitale della Cultura 2015 il Sindacato Libero Scrittore propone la
valorizzazione del Barocco di Giuseppe Battista nella scuola/ Si avvia l'Evento
Giuseppe Battista e celebrazioni tra il mondo barocco e la modernità/Roma/Il
Giuseppe Battista inedito/Sindacato Libero Scrittori Italiani/Saranno
presentati a Roma, in occasione dei 340 anni dalla morte scritti riguardanti il
mondo barocco di Giuseppe Battista e le sue influenze nella cultura
anglosassone. A parlare di questi aspetti sarà il Vice Presidente del Sindacato
Libero Scrittori, e autore già di numerosi saggi su Battista, Pierfranco Bruni
che presenterà, in anteprima nazionale il materiale. Si tratta di un evento straordinario
che qualifica la tipologia dei rapporti tra il mondo barocco del grottagliese
Battista (essendo nato a Grottaglie, Taranto, nel e 1610 e morto a Napoli,
appunto 340 anni fa) e la cultura Europea e Mediterranea. Per l’occasione Bruni
pubblica un testo tutto innovativo sul tema della menzogna tra la metafisica e
il reale./Giuseppe
Battista e il nuovo saggio di Pierfranco Bruni. Con il Coordinamento di
Pierfranco Bruni (Sindacato Libero Scrittori Italiani) , anche Napoli celebra
già da Gennaio 2015 i 340 anni dalla morte di Giuseppe Battista con una
pubblicazione e due Convegni Nazionali su: “L’avanguardia barocca da Robert
Angot de Lepèronniére e George
Hembert alla
classicità post rinascimentale di Giuseppe Battista nel Regno di Napoli” – Un Progetto sul quale Pierfranco Bruni lavora da
decenni e, in una nuova contestualizzazione, la lingua di Giuseppe Battista
viene riletta attraverso modelli etnolinguistici e antropologici. /Il Progetto
ha la collaborazione e l’organizzazione del Sindacato Libero Scrittori Italiani
e della rivista “Il Cerchio” diretta da Giulio Rolando oltre l’impegno del
Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi” /Le celebrazioni si svolgeranno tra
Napoli e Roma./Il Progetto per i 340 anni dalla morte di Giuseppe Battista già
illustrato da Pierfranco Bruni nel corso delle Giornate del Forum delle Cultura
di Napoli ha il suo primo appuntamento a Palazzo Sora di Roma il 21 novembre.
"La cultura europea, ha dichiarato Pierfranco Bruni, è nella vasta visione
di Giuseppe Battista. Il Barocco letterario spagnolo e francese deve molto al
Battista che tratta il tema della menzogna con una visione filosofica e
antropologica La scuola può giocare un ruolo significativo proprio nella
valorizzazione della poesia dimenticata".
***************
ANCHE
GROTTAGLIE POTREBBE AVERE IL SUO RUOLO/NEGLI EVENTI CAPITALE DELLA CULTURA 2015
PROPOSTA LA VALORIZZAZIONE DEL BAROCCO EUROPEO DI GIUSEPPE BATTISTA A 340 ANNI
DALLA MORTE - IL SINDACATO LIBERO SCRITTORE AVVIA IL PROGETTO CON LA
PUBBLICAZIONE DI UNA SCELTA DI POESIA E LA RICHIESTA ANNULLO FILATELICO
Nella
Capiutale della Cultura 2015 il Sindacato Libero Scrittore propone la
valorizzazione del Barocco di Giuseppe Battista/ Si avvia l'Evento Giuseppe
Battista e celebrazioni tra il mondo barocco e la modernità/Roma/Il Giuseppe
Battista inedito/Sindacato Libero Scrittori Italiani/Saranno presentati a Roma,
in occasione dei 340 anni dalla morte scritti riguardanti il mondo barocco di
Giuseppe Battista e le sue influenze nella cultura anglosassone. A parlare di
questi aspetti sarà il Vice Presidente del Sindacato Libero Scrittori, e autore
già di numerosi saggi su Battista, Pierfranco Bruni che presenterà, in
anteprima nazionale il materiale. Si tratta di un evento straordinario che
qualifica la tipologia dei rapporti tra il mondo barocco del grottagliese
Battista (essendo nato a Grottaglie, Taranto, nel e 1610 e morto a Napoli,
appunto 340 anni fa) e la cultura Europea e Mediterranea. Per l’occasione Bruni
pubblica un testo tutto innovativo sul tema della menzogna tra la metafisica e
il reale./Giuseppe
Battista e il nuovo saggio di Pierfranco Bruni. Con il Coordinamento di
Pierfranco Bruni (Sindacato Libero Scrittori Italiani) , anche Napoli celebra
già da Gennaio 2015 i 340 anni dalla morte di Giuseppe Battista con una
pubblicazione e due Convegni Nazionali su: “L’avanguardia barocca da Robert
Angot de Lepèronniére e George
Hembert alla
classicità post rinascimentale di Giuseppe Battista nel Regno di Napoli” – Un Progetto sul quale Pierfranco Bruni lavora da
decenni e, in una nuova contestualizzazione, la lingua di Giuseppe Battista
viene riletta attraverso modelli etnolinguistici e antropologici. /Il Progetto
ha la collaborazione e l’organizzazione del Sindacato Libero Scrittori Italiani
e della rivista “Il Cerchio” diretta da Giulio Rolando oltre l’impegno del
Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi” /Le celebrazioni si svolgeranno tra
Napoli e Roma./Il Progetto per i 340 anni dalla morte di Giuseppe Battista già
illustrato da Pierfranco Bruni nel corso delle Giornate del Forum delle Cultura
di Napoli ha il suo primo appuntamento a Palazzo Sora di Roma il 21 novembre.
"La cultura europea, ha dichiarato Pierfranco Bruni, è nella vasta visione
di Giuseppe Battista. il Barocco letterario spagnolo e francese deve molto al
Battista che tratta il tema della menzogna con una visione filosofica e
antropologica".