PRESENZA LUCANA Presidente: Michele
Santoro
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Domenica
16 Novembre 2014
“I VENERDI’
CULTURALI DI PRESENZA LUCANA” – 24° Anno
Storia
del sud – Il recupero della regia nave Leonardo Da Vinci
Si è svolto presso la sede di
Presenza Lucana, nell’ambito delle attività dei Venerdì Culturali, per la
cartella Storia del sud, una ricca presentazione documentale dal titolo La
regia nave Leonardo Da Vinci e il suo recupero. L’autore dello studio e
dell’esposizione Fiorentino Pignatelli, funzionario dell’arsenale della Marina
Militare, si è avvalso di una ricca presentazione documentale, fatta di
fotografie, immagini, disegni, documenti e filmati d’epoca che hanno dato un
giusto rilievo a un episodio poco conosciuto, ma di alta ingegneria e
sacrificio, accaduto circa un secolo fa.
Circa cento anni fa l’Europa
fu teatro dell’immane tragedia del primo conflitto mondiale. Taranto era già
all’epoca una delle più importanti basi navali italiane, la guerra sembrava
lontana e il suo porto era considerato una piazzaforte sicura.
La sera del 2 agosto 1916 la corazzata
Leonardo Da Vinci, una delle navi più moderne e potenti della Regia Marina, era
ormeggiata nel Mar Piccolo, con altre unità italiane e inglesi. Mancavano pochi
minuti alle 23.00, quando la corazzata fu scossa da un rombo sordo che saliva
dal fondo. Lo scafo per un istante tremò poi tornò il silenzio. Un filo di fumo
rossastro usciva dai boccaporti. Fu ordinato l’allagamento dei depositi
poppieri di munizioni, ma una violenta fiammata tra le due torri (poppiere) da
305 costrinse i marinai ad allontanarsi, mentre il comandante e gli ufficiali
tentavano vani e disperati interventi. Le piastre del ponte della corazzata si
schiodavano mentre la fiammata risaliva il pozzo dell’ascensore delle munizioni
con una pressione incredibile. Pochi minuti dopo l'esplosione: la città e il
mare di Taranto furono illuminati da un’enorme fiammata. Alle successive
esplosioni molte case tremarono e molti vetri andarono in frantumi. Fiamme
altissime illuminavano la notte mentre i marinai al lavoro furono inghiottiti
nelle voragini. Alle 23.45 la corazzata si capovolse nelle acque del Mar
Piccolo.
Con la chiglia in alto, la “Da Vinci”,
una delle più belle e moderne navi della nostra Marina, affondò dopo quarantacinque
minuti dai primi segnali d’incendio. Con la nave lasciarono la vita oltre il
Comandante, 21 Ufficiali su 34 e 227 tra Sottufficiali e Marinai.
Trascorso qualche mese dal tragico
evento la Marina, con l’insediamento di una Commissione, avviò lo studio di
fattibilità per il recupero della Nave. Le conseguenti operazioni che portarono
al galleggiamento dell’Unità furono unanimemente riconosciute, frutto d’azioni
d’alta ingegneria, messe in atto dai tecnici e dalle maestranze dell’Arsenale
Militare di Taranto. La “Leonardo Da Vinci”, prima fu portata in superficie,
con la chiglia in alto, poi, il 23 gennaio 1921, fu raddrizzata per mezzo di
complesse tecniche d’allagamento eccentrico.
I vari passi che hanno portato al
ribaltamento la nave, sono stati vissuti, dai presenti, con attenzione e
ammirazione per l’opera svolta, dai palombari e dalle maestranze dell’arsenale.
Peccato
che la nave sia stata demolita! Avrebbe rappresentato un'altra eccellenza
turistica di una città sempre smembrata nelle sue ricchezze. Anche l’arsenale,
come più volte scritto, con i suoi ettari di terreno nascosti, potrebbe
rappresentare una risorsa aggiunta per la nostra città.
In Villa Peripato, a ricordo di
quel tragico evento, è posto il busto bronzeo originale di Leonardo,
appartenuto alla sfortunata nave, sul cui cippo è ricordata l’opera distruttiva
della “codardia nemica”, mentre i resti dei caduti, estratti dai locali dopo il
recupero della Nave, riposano nel Famedio della Marina presso il cimitero di
Taranto. E’ importante sapere che l’ipotesi del complotto, sicuramente alla
base dell’esplosione, non fu mai provata.
Articolo di Michele Santoro