PRESENZA LUCANA Presidente: Michele
Santoro
Associazione Culturale e Sociale
Via Veneto
106/a
Tel. 099/7384301
Cell 338.4945141
E-mail: presenzalucana@libero.it
Mercoledì
12 Novembre 2014
“I VENERDI’
CULTURALI DI PRESENZA LUCANA” – 24° Anno
Storia
del sud – La regia nave Leonardo Da Vinci
Dopo l’incontro con la poesia torna
nei “Venerdì Culturali di Presenza Lucana” la cartella “Storia del sud” con la presentazione
del recupero della Regio nave Leonardo Da Vinci, frutto
d’azioni d’alta ingegneria con immagini e filmati d’epoca proposti da
Fiorentino Pignatelli, studioso della materia e funzionario nell’Arsenale della
Marina Militare.
L’incontro si svolgerà, con
ingresso libero alle ore 18.00, Venerdì 14 Novembre presso la sede di Presenza
Lucana in Via Veneto 106/A a Taranto. Domande sul tema possono essere poste alla
fine della relazione e dei filmati. Moderatore Michele Santoro.
Circa cento anni fa l’Europa
fu teatro dell’immane tragedia del primo conflitto mondiale. Taranto era già
all’epoca una delle più importanti basi navali italiane, la guerra sembrava
lontana e il suo porto era considerata una piazzaforte sicura.
La sera del 2 agosto 1916 la corazzata
Leonardo Da Vinci, una delle navi più moderne e potenti della Regia Marina, era
ormeggiata nel Mar Piccolo, con altre unità italiane e straniere. Mancavano
pochi minuti alle 23.00, quando la corazzata fu scossa da un rombo sordo che
saliva dal fondo. Lo scafo per un istante tremò poi tornò il silenzio. Un filo
di fumo rossastro usciva dai boccaporti. Fu ordinato l’allagamento dei depositi
poppieri di munizioni, ma una violenta fiammata tra le due torri (poppiere) da
305 costrinse i marinai ad allontanarsi, mentre il comandante e gli ufficiali
tentavano vani e disperati interventi. Le piastre del ponte della corazzata si
schiodavano mentre la fiammata risaliva il pozzo dell’ascensore delle munizioni
con una pressione incredibile. Pochi minuti dopo l'esplosione: la città e il
mare di Taranto furono illuminati da un’enorme fiammata. Alle successive
esplosioni molte case tremarono e molti vetri andarono in frantumi. Fiamme
altissime illuminavano la notte mentre i marinai al lavoro furono inghiottiti
nelle voragini. Alle 23.45 la corazzata si capovolse nelle acque del Mar
Piccolo.
Con la chiglia in alto, la “Da Vinci”,
una delle più belle e moderne navi della nostra Marina, affondò dopo poco più
di quarantacinque minuti dai primi segnali d’incendio. Con la nave lasciarono
la vita oltre al Comandante, 21 Ufficiali su 34 e 227 tra Sottufficiali e
Marinai.
Trascorso qualche mese dal tragico
evento, la Marina, con l’insediamento di una Commissione, avviò lo studio di
fattibilità per il recupero della Nave. Le conseguenti operazioni che portarono
al galleggiamento dell’Unità furono unanimemente riconosciute, frutto d’azioni
d’alta ingegneria, messe in atto dai tecnici e dalle maestranze dell’Arsenale
Militare di Taranto. La “Leonardo Da Vinci”, prima fu portata in superficie,
con la chiglia in alto, poi, il 23 gennaio 1921, fu raddrizzata per mezzo di
complesse tecniche d’allagamento eccentrico.
In Villa Peripato, a ricordo di
quel tragico evento, è posto il busto bronzeo originale di Leonardo,
appartenuto alla sfortunata nave, sul cui cippo è ricordata l’opera distruttiva
della “codardia nemica”, mentre i resti dei caduti, estratti dai locali dopo il
recupero della Nave, riposano nel Famedio della Marina presso il cimitero di
Taranto. E’ importante sapere che l’ipotesi del complotto non fu mai provata.
Articolo di Michele Santoro