Una serata dedicata al poeta-scrittore Cosimo Fornaro
lunedì 29 settembre 2014
da csrbruni@alice.it
Ricordato lo scrittore Cosimo Fornaro in una serata delle grandi occasioni raccontando l’uomo e i luoghi con Pierfranco Bruni e Marilena cavallo autori del Video della Rai
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Successo a Taranto con “Pensieri sottovoce” di Cosimo Fornaro. Dedicata a Cosimo Fornaro una serata che ha visto al centro uno straordinario incontro con il Novecento letterario. Un Video della Rai realizzato da Pierfranco Bruni e Marilena Cavallo. Una sottolineatura di Piero Massafra che, con la sua casa editrice Scorpione, ha ripubblicato “Pensieri sottovoce”, Premio Viareggio, con saggio introduttivo proprio di Bruni e Cavallo. Un ricordo molto dolce di José Minervini, sua allieva. Saluti istituzionali dell’assessore alla cultura del Comune di Taranto Cisberto Zaccheo. Indirizzi introduttivi con una lettera del Cardinale Ravasi e affascinante viaggio tra poesia e musica con le voci narranti di Stefano De Luca e Federico Passariello e la straordinaria musica di Floriana Laporta alla chitarra, Tiziana Toscano al violino e Alessandra Pulpito al flauto in una cornice in cui la Villa - Giardino Fornaro, grazie all’Amministrazione Comunale, ha fatto da esemplare scenario costruito come se fosse lo studio dello scrittore. Serata condotta magistralmente da Angelo Caputo. Un grazie particolare al figlio di Cosimo, Giuseppe Fornaro, che fortemente ha curato la manifestazione. Per gentile concessione una sintesi del saggio introduttivo a “Pensieri sottovoce” di Cosimo Fornaro (editore Scorpione). La lettura, in sintesi, di Marilena Cavallo.
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“Pensieri sottovoce” di Cosimo Fornaro.
Un poeta vero da rileggere nel Novecento italiano
di Marilena Cavallo
In Cosimo Fornaro (Taranto, 1928 – 1992) la rivelazione della più arcana forza creatrice, la poetica, si svela nell’Opera Prima “Pensieri sottovoce” del 1976, opera inserita nella Collana “Poeti del II Novecento”, diretta da Corrado Cartia e vincitrice del Premio Viareggio, Opera prima, 1976, ora edita da Scorpione editore
Pensieri che compongono un diario lirico prezioso, un diario - frammento. Proprio il frammento, che resta caro a tanta poesia del Novecento e nel viaggio lirico di Cosimo Fornaro ha una sua considerevole presenza. Un frammento che sa anche ricomporsi e divenire verso lungo o, talvolta, poesia racconto di un’esistenza.
Pensieri sottovoce, libro ventaglio di un poeta vero, recupera e incastona proprio quei pezzi di vita che restano nel vissuto di Fornaro, come un “pezzo di terra attaccato all’anima”.
Questo poetare “sottovoce” continua nelle raccolte successive “Omaggio a Martina Franca” (1977), “Boscimano” (1979) e “Sole verde” (1983) dipanando l’ordito dei primi Pensieri in altri luoghi dell’anima e in vissuti e paesaggi di una letteratura – vita, che attraversa l’abitato di un’esistenza.
La sua è una poesia sottile, “arcana”, che scava nella memoria e si libra nei vicoli del tempo. I versi si snocciolano tra le dita dei giorni vissuti e da vivere. Poetare, non solo per rivelare emozioni, ma per entrare nelle lacerazioni del vivere e coglierne i gemiti.
È una parola – estasi - grido che si fa contemplazione e resta composta, composita ed eterna. Un itinerario di illuminazione che lega il Ricordo al Tempo e questi ad uno spazio che occupa la griglia della metafora.
In Fornaro non c’è soltanto la poesia in versi. Rivoli freschi e doloranti animano la poesia della narrativa in “Luogovivo” (1980) ed “Emiliana e l’handicap” (1985), o quella orante del saggio mariano “Nella vita con Maria” (1987) e ancora quella del saggio critico “Costellazione Dante” (1989).
Ritornare all’infanzia, come al più vivo dei luoghi, è un ritornare a ciò che si è stati, un ritornare all’uomo. La parola così si veste anche di mistero. Mistero e fascino tra le pieghe delle attese. Un itinerario in cui l’uomo ritrova se stesso, il mistero di un andare e venire tra vita –morte - vita.
Ci sono malinconie. Grandi malinconie che si vestono di innocenza. La poesia di Fornaro è un “luogovivo” che già negli anni Settanta lui recita “sottovoce”, come una continua magia che chiede alla parola di restare magia, per ritrovarsi tra le intermittenze del cuore e la vita.
Nei suoi versi e nei suoi libri c’è il paese e c’è l’infanzia. C’è la musica dei giorni. C’è quel dolore che soltanto il poeta - scrittore vero riesce a trasferire sulla pagina.
C’è questa magia - suono che si interroga: “Noi cresciamo, come gli alberi, sulle nostre radici, che ci portiamo dentro. Come queste querce nere, immobili, nella notte estiva. E ci innalziamo sull’orizzonte dei ricordi. E i ricordi balenano, improvvisamente, specie di notte. Si pensa che la notte sia solitudine, silenzio, mistero. Niente di più falso. I ricordi ti assalgono, di notte, con immagini che ritenevi sepolte per sempre, invece, ti appaiono più nitide di allora, quando eri protagonista attivo. E soffri, e gioisci, come allora, forse anche di più”.
Ma la poesia è luce …“ per te domani è il sole…”, questa è la promessa - premessa di un padre a sua figlia… in Emiliana, ma era già un’intuizione, consegnata dal poeta all’umanità nei Pensieri, dove “la notte fascia il silenzio delle cose” e il poeta si nutre “di sole, di vento e di fango” nella sua Villa Silvana.
La ripubblicazione di “Pensieri sottovoce” (nuova edizione Scorpione) è un estremo collegamento a quella “lineare vocazione”, alla quale faceva riferimento Alfonso Gatto (28. 4. 1975, si tratta di una lettera inserita nella edizione del 1976) nel momento in cui cesella in una nota indirizzata a Fornaro l’importanza della “parola precisa”, l’incanto e la suggestione dell’incanto stesso.
Serata delle grandi occasioni. Una letteratura nel Novecento con Cosimo Fornaro nella città della Magna Grecia: Taranto. Una serata che resta. Resta ciò che segna e va oltre un appuntamento. Una serata in cui la letteratura ha incontrato la vita e la vita ha recitato il senso dei linguaggi. Quel linguaggio e quei linguaggi che fanno di Cosimo Fornaro una personalità tra la poesia e il narrante in un contesto frammentato qual è il Novecento.
Grazie a Giuseppe, il figlio di Cosimo, la serata dedicata al poeta, allo scrittore, all’uomo ha toccato punti non solo di vera commozione, ma di sicura interpretazione critico – letteraria. Perché è ormai il tempo di contestualizzare l’opera di Fornaro in un quadro culturale che pone come modello analitico lo stretto legame tra poesia e prosa, ovvero tra l’io poetico e il narrare.
La poetica di Fornaro è oltre il “meridionale” e i temi sottolineati sono quelli caratterizzanti di una visione universale, appunto, dei linguaggi che toccano certamente lo scavo proustiano, ma quella nostalgia o malinconia diventa una vera e propria metafisica dell’essere. Lo scrittore non perde mai il “sottosuolo” che è la memoria del viaggio.
In Fornaro il viaggio diventa un metaforico rito dell’ulissismo, ma anche un iniziatico camminamento profetico. Per l’occasione è stata data alle stampe la splendida riedizione di “Pensieri sottovoce”, Premio Viareggio 1976, edita dalla Scorpione in una sobria cucitura tra la bella editoria e l’estetica del testo alla quale Piero Massafra, editore e storico profondo che ha portato il suo intervento durante la serata, ha dedicato una particolare attenzione.
Il Fornaro dei pensieri pronunciati sottovoce ha trovato le voci narranti di Stefano De Luca e Federico Passariello e la straordinaria musica di Floriana Laporta alla chitarra, Tiziana Toscano al violino e Alessandra Pulpito al flauto in una cornice in cui la Villa - Giardino Fornaro, grazie all’Amministrazione Comunale, ha fatto da esemplare scenario costruito come se fosse lo studio dello scrittore. Un’idea non solo originale per una ambientazione tra paesaggi parole e musica ma fortemente onirica e sentimentale.
Una serata che resta guidata con grande professionalità da Angelo Caputo e che lascerà un segno per un viaggio da compiere tra gli scritti di Fornaro sui quali verrà pubblicato un testo critico proprio da Pierfranco Bruni e da Marilena Cavallo con i quali si è dato inizio alla serata con un Video, realizzato per la Rai, nel quale si parla proprio delle appartenenza e della scrittura di Fornaro.
Un Video completamente attraversato dell’opera di Fornaro che ha fatto da apripista alla serata ha omaggiato il ppoeta e il narratore della Magna Grecia e del Mediterraneo. Saluti introduttivi con una lettera del sindaco di Taranto e le giuste considerazioni dell’assessore alla cultura Cisberto Zaccheo. Una bella e importante sorpresa è stata la lettera del Cardinale Gianfranco Ravasi indirizzata a Giuseppe Fornaro nella quale si puntualizza non solo il rapporto di amicizia, ma anche, in alcune cesellature critiche, la conoscenza marcata dell’uomo di fede e dell’intellettuale.
I saluti del sindaco di Pulsano, città che ha dato i natali a Fornaro. Le parole commoventi di Josè Minervini, allieva del docente e dell’educatore Fornaro. Il tutto incastonato in una valorizzazione della cultura letteraria alla quale Cosimo Fornaro ha dedicato il suo percorso umano. Una serata che resta per le letture, per il folto pubblico, per l’amicizia e il senso che si è dato ad un nuovo processo che ha puntualizzato una lettura con sona dell’opera di Fornaro.
La serata aperta dal Video di Bruni e Cavallo, dopo la magistrale abbinata tra musica e poesia, si è conclusa con un duettare sulla funzione letteraria di Fornaro oggi nella temperie del Novecento tra gli stessi autori del Video moderati da Caputo. Musica e poesia per raccontare non solo una vita ma una vita nell’abbinata tra “Pensieri sottovoce”, “Luogovivo”, “Emiliana e l’handicap”, “Costellazione Dante”, “Maria” e un immaginario che va tra Pulsano e Martina Franca. Cosimo Fornaro è parte integrante del Novecento letterario europeo.
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