Lectio Magistralis di Pierfranco Bruni e importanza
straordinaria della cultura italiana in Romania
La cultura italiana in Romania tra le eredità
etno-antropologiche e la valorizzazione dei processi filosofiche in un confronto
tra storia e letteratura. A discutere con gli intellettuali di Piatra Neamt,
Romania, è stato Pierfranco Bruni confrontandosi con i docenti universitari e
scrittori del mondo Balcano.
Pierfranco Bruni sottolineando l’importanza
del legame tra Italia e Romania ha dichiarato: “Con l’Italia, la Romania ha sempre avuto un legame interessante sia dal punto di vista commerciale ed
economico che culturale. Dal punto di vista culturale gli intellettuali nati in
Romania hanno sempre avuto un rapporto straordinario con la cultura
italiana. Soprattutto nel Novecento. Scrittori, filosofi, archeologi che si son
portati dentro la loro tradizione, ovvero il complesso e articolato mondo
“Romanus”, come si sottolinea dall’etimologia stessa del nome Romania, hanno
dialogato, lasciati contaminare e contaminare, nell’Occidente antico e moderno”.
Nel corso delle giornate, all’Università di
Piatra Neamt e durante la Fiera del Libro Balcano, si è parlato di
letteratura italiana e di Novecento tra Italia e Romania con i docenti
universitari Stefan Damian, che ha tradotto il romanzo di Bruni “Passione e
morte. Claretta e Ben” (Pellegrini in Italia e Capriccio in Romania) con Horia
Alupului e con altri docenti di varie discipline oltre che con studenti
universitari.
Si è sviluppato un vivace dibattito sulla
storia d'amore tra Benito Mussolini e Claretta Petacci, che è la storia
centrale del romanzo di Bruni. Infatti il romanzo di Bruni racconta, in una
interpretazione affascinante e tragica, la grande passione degli amanti, ma
anche il disperante finale.
Un romanzo che ha fatto molto discutere in
Italia, pubblicato dalla Casa editrice Pellegrini, tanto che Rai Uno nei
programmi culturali di Gigi Marzullo ha dedicato un'intera puntata. Ma
Pierfranco Bruni ha raccontato, tra l’altro, un profilo ben preciso della
storia letteraria italiana partendo da Dante sino a Cesare Pavese in un’analisi
tra visioni antropologici e linguaggi.
Chiudendo le sue relazioni Pierfranco Bruni
ha insistito: “La Romania ha saputo convivere con contaminazioni eterogenee
come anche quella turca. Il dato etnico rimane importante, soprattutto per una
Nazione che non ha mai smarrito la sua identità e, nonostante il comunismo, ha
recuperato quelle appartenenze che hanno eredità, non solo linguistiche, ma culturali
tout court, latine. C’è una storia della Romania nella cultura italiana. C’è
una storia italiana nell’identità della Romania. Circa il 4 per cento del
vocabolario della lingua romena è fatto con parole italiane o derivanti
dall’italiano”.