TARANTO
LA CITTA'
DEL
"CE ME NE FUTT
A ME"
TARANTO E
L’ANFITEATRO
Non sempre la ragione prevale
sull'arrogante idiozia
E di riprove ne abbiamo
tante!
Una
per tutte? Il mercato coperto!
Inascoltati, i suggerimenti per i lavori
nell’area del quadrilatero via Anfiteatro - De Cesare - P. Amedeo -
Acclavio.
Di
certo poco, anzi quasi nulla, dell’Anfiteatro sarà mai riportato alla luce, trattandosi del sito
centrale ovvero dell’arena.
Pensate cosa potrebbe significare, non
potendo demolire i protervi fabbricati realizzati negli anni '60/'70, eliminare
quantomeno l’intero fabbricato che per anni ha ospitato gli uffici comunali ed
ora è (esultiamo!) un "parcheggio riservato"! Che spreco!
Pensate all’enorme slargo che si verrebbe
a creare, quanto ne guadagnerebbe il Borgo … l’intera Città se soltanto si
usasse una briciola di raziocinio! Invece…
In
allegato l’art. inviato il 24 settembre 2008 a supporto della richiesta mirata
al ritrovamento dell’antico reperto.
Preg. Sig.
SINDACO
Di seguito, si
riporta uno stralcio della "Relazione Tecnica" manoscritta il 29 Settembre 1896
dall’ingegnere capo del Municipio di Taranto, vistata per approvazione il 28
Dicembre 1899 dal Prefetto di Lecce, inerente la realizzazione del “Mercato
Coperto” alla via Anfiteatro:
“ E’ sentito pel Borgo
orientale della Città il bisogno di un mercato coperto ove riunire il piccolo
commercio delle sostanze alimentari, abolendo le tende e trabacche mobili che
offrono un aspetto indecoroso ed ingombrano vie e marciapiedi
impedendo la libera circolazione. La piazza Anfiteatro per la sua ampiezza e
centralità, anche tenuto conto del maggiore sviluppo del Borgo, fu indicata come
luogo adatto per innalzarvi la detta costruzione ”
[…Omissis
]
Tale storica struttura, nota
ai più come “Piazza Coperta”, era nata, oltre che per avvertita necessità di
realizzare un “mercato di merci alimentari”, anche e soprattutto per dare
sistemazione ad un luogo divenuto indecoroso per la Città in fase di
sviluppo.
Piazza Anfiteatro … il
mercato coperto di merci alimentari, ha servito il Borgo per decenni, che, poi,
per varie “vicissitudini”, ha perduto pezzi , dunque,
identità.
Dato da non sottovalutare, è
che il sito sembrerebbe essere frutto di una “donazione”, condizione
indispensabile ed ineludibile per la realizzazione della importante struttura
che NON avrebbe potuto e dovuto mutare di destinazione e d’uso… ma nessuno se ne
è mai preoccupato più di tanto; se ciò dovesse rispondere a verità, sarebbe
grave! Questa purtroppo è Taranto!
Nel tempo, i commercianti
hanno abbandonato i banchi, ma quale la causa dell’agonia? Cosa se non un triste
destino che rischia di condurre il Borgo a morte certa e
definitiva?
Nel volgere di qualche
decennio, complice la solita assurda “ignavia” amministrativa, proprio com’è
accaduto al Mercato Coperto, troppi fabbricati sono stati
abbandonati.
L’attuale condizione di
degrado, in cui versa larga parte del Borgo, contrasta non poco con l’opera, tra
l’altro, almeno nelle intenzioni, condivisa dall’amministrazione, di ridare vita
al quartiere a mezzo mirati interventi, ripristinando e, per quanto possibile,
rendendo decorose le parti comuni, oltre che incentivando (?) la
ristrutturazione degli stabili privati, ahinoi, abbandonati.
Più volte abbiamo esternato
l’idea, ovviamente inascoltata, della necessità di effettuare all’interno
dell’area del Mercato Coperto, da anni libera da persone e cose, una campagna di
scavi mirati al recupero dei resti dell’Anfiteatro, operazione che, se
accompagnata da buona dose di fortuna (rinvenimento di eventuali consistenti
reperti dell’Anfiteatro), potrebbe cambiare il volto della Città in termini di
Turismo intellettuale (Lecce… docet).
Stante purtroppo l’imperante
disinteresse, la manifesta contrarietà di una amministrazione sorda all’istanza
avanzata da chi suggerisce siano effettuati saggi, si coglie occasione per
rivolgere un appello per quel che potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova
era per la Città.
Evacuato il manufatto
dall’Ufficio tecnico comunale, da anni emarginato al Quartiere Paolo VI, il sito
è stato interessato da radicali lavori (???) per la realizzazione del “Teatro
d’innovazione”… pensate!
Qual è lo stato dei lavori
della “struttura” destinata ad “elevare” la Cultura della
comunità?
Oggi più che mai, al cospetto
di quel contenitore così ignobilmente impacchettato, manufatto “inutile” perché
“inutilizzato” che comporta la “tracimazione” del degrado nel quartiere, si
rimane perplessi sul futuro di un “sito” particolare per il quale permangono
dubbi che possa serbare “meraviglie d’altri tempi” caparbiamente ignorate da chi
avrebbe quantomeno potuto “tentare” anche il più modesto dei “saggi” alla
ricerca dell’eccezionale antico “Reperto”.
I lavori, sono tragicamente
fermi, da troppo tempo…
Quanto potranno, commercianti
e residenti, sopravvivere a questa nuova, “tremenda randellata” che, sommata
alle “strisce blu”, è innegabile inaccettabile concausa della mortificazione del
quartiere?
Cosa intendono fare le
associazioni di Categoria, perché commercianti e residenti
tacciono?
L’Osservatorio auspica che
siano effettuati gli indispensabili saggi, alla ricerca di eventuali REPERTI che
potrebbero far sperare in un’occasione in più per richiamare quel turismo tanto
agognato.
Di certo si è proceduti
negando l’evidenza, ignorando la Storia, sottovalutando le copiose
testimonianze documentate in occasione di vecchi cantieri in
zona.
Perché non procedere alla
demolizione del sovrastante contenitore, oggi niente più che una “quinta di
facciata”? Qualora non dovessero affiorare reperti di rilievo, avremmo creato
uno slargo urbano … e che slargo!… di certo una nuova piazza di sicuro effetto
scenografico in zona.
Chissà poi che la demolizione
non possa portare a luce quelle che in tanti assurdamente definirebbero con non
poca ilarità “quatt’ petre”… già, proprio quelle “quattro pietre” per le quali
altre città, altre nazioni impazzirebbero.
NO, Taranto no! Taranto è la città del “ce
me ne futt a me”!
p.s.
Ripetiamo: considerato
che il sito sembrerebbe essere frutto di una “donazione”, condizione
indispensabile ed ineludibile per la realizzazione della importante struttura
che NON avrebbe potuto e dovuto mutare di destinazione e d’uso … chissà se
non ricorra il caso di restituire ai vecchi proprietari quell’area, oggi non più
utilizzata … ma tanto, troppo
bistrattata.