Il deputato pugliese Giuseppe
Brescia (M5S), della Commissione Cultura alla Camera, analizza i mancati
interventi dell’Esecutivo su un settore ritenuto cruciale per il futuro del
Paese
“Dopo
le tante indiscrezioni circolate nell’ultimo mese sul piano scuola, di
cui si sarebbe dovuto discutere oggi in Consiglio dei Ministri, Renzi rinvia le
misure annunciate dimostrando che per il suo Esecutivo, l’istruzione non è una
priorità”. Lo afferma Giuseppe Brescia,
il deputato del Movimento 5 stelle in commissione Cultura, Scienza, Istruzione. “Il mondo della scuola ha bisogno di misure
strutturali e rivoluzionarie. Delle reali riforme che spianino la strada all’innovazione.
A partire dagli ambienti scolastici, per finire con la didattica: tutto il modo
di pensare e vivere i processi d’apprendimento deve cambiare. La scuola è ferma
a 60 anni fa, ma di questo Renzi sembra non essersene accorto. Viene il dubbio
– continua il deputato pugliese M5S – che ignorare i temi riguardanti
questo settore faccia comodo a questo Esecutivo che non sarebbe mai in grado di
reperire le risorse necessarie. Dall’indagine conoscitiva svolta in VII Commissione
alla Camera si evince, infatti, che per dare risposte adeguate al solo problema
dell’edilizia scolastica servano circa 30 miliardi di euro”.
Ma il
deputato barese è molto critico anche sui temi che sarebbero stati trattati dal
Consiglio dei Ministri di venerdì 29 agosto. “Riguardo alle assunzioni, se queste coinvolgeranno
100.000 soggetti e saranno spalmate in 3-4 anni vorrà dire che ci troveremmo
solo di fronte a una fisiologica copertura dei pensionamenti: turn over.
Dunque, si tratterebbe di una menzogna. Noi abbiamo proposto in varie occasioni
almeno 150.000 assunzioni tra il 2014 e il 2016. Sulle supplenze –
continua Brescia (M5S) – quella che viene prospettata non è la loro
eliminazione, ma quella dei supplenti stessi. Si estirpa il problema
materialmente. Tra l’altro, tale abolizione graverebbe sulle spalle degli
insegnanti già in servizio, non si sa se a titolo gratuito o meno. Il prossimo finanziamento da un
miliardo al comparto dovrebbe avvenire, paradossalmente, anche attraverso tagli
alla stessa scuola. Quella somma potrebbe essere coperta con 800 milioni di
risparmi derivanti dall’eliminazione delle supplenze. Il ministro dell’Economia
Padan, poi, ha recentemente parlato di possibili risparmi derivanti anche
dal comparto istruzione. In sostanza: ulteriori tagli. Riteniamo il potenziamento del sistema
‘integrato’ pubblico-privato prospettato dal ministro Giannini – prosegue il deputato pugliese
5 Stelle – inaccettabile e consideriamo malata l’equazione in base alla
quale più scuola privata significherebbe risparmio per lo Stato. Al Paese serve
più scuola pubblica statale, non il suo affossamento. Sui Quota 96, ogni ulteriore
parola è superflua: sembra che non ci sarà nessuna disposizione per questi
docenti, che dovrebbero restare in servizio anche l’anno prossimo. La
farsa è compiuta. Sono basito
– conclude il deputato Giuseppe Brescia (M5S) – dalla superficialità
con cui Renzi e il suo governo trattano il mondo della scuola che dovrebbe
essere la priorità assoluta e, invece, si vede sempre scavalcato da altre
misure, così com’era con i precedenti governi. A farne le spese è il Paese
tutto”.