Lorenzo Diacono e Martire,
giunto dalla Spagna, amministrò l’economia della Chiesa sotto il Papa Sisto II,
e negli anni dell’Imperatore Valeriano,
di Micol Bruni
La
storia di San Lorenzo (Lorenzo Martire che la leggenda lo fa morire sulla
graticola in fiamme), la cui celebrazione avviene il 10 di agosto, pone una
questione non solo teologica, e mistica nella sua santità, ma anche di ordine
“politica”o all’interno della Chiesa ai tempi del Pontificato di Sisto II, in
una Roma dominata da Valeriano che già nel 257 fece una battaglia contro i
cristiani.
I
cristiani si arresero a Valeriano? Un interrogativo che neppure Costantino
seppe colmare. Furono deboli e senza alcuna reazioni spirituale e religiosa si
misero nelle mani dei soldati dell’Imperatore Valeriano.
Lorenzo,
che era nato in Spagna nella città di Osca o meglio Huesca, intorno alla prima
età del Terzo secolo dopo Cristo, o meglio verso il 225 circa, era l’economo,
ovvero il Ministro delle Finanze voluto fortemente dalla stesso Papa, della
Chiesa di quel tempo e conosceva sia il rapporto tra ricchezza e povertà nella
Roma di Valeriano, ma era a conoscenza del legame, se si vuole usare un termine
forse più appropriato, giuridico tra le componenti delle Chiese nel mosaico
geografico della Roma di quella temperie.
A
nominarlo Diacono della Chiesa fu, appunto, Sisto II, con il preciso compito di
amministrare i beni e di custodire le offerte per poi distribuirle tra i
bisognosi. Quindi, Lorenzo provvedeva alle economie della Chiesa ed era il
responsabile delle Finanze.
Venne
arrestato, insieme a Sisto II, il 6 agosto del 258, ma non venne ucciso subito
come accadde per il Papa. Perché questo? Perché l’Imperatore aveva la necessità
di entrare in possesso dei beni della Chiesa e l’unica persona che salvaguardava
la cassa della Chiesa era, appunto, Lorenzo. Soltanto quattro giorni dopo venne
ucciso.
Sulla
sua morte insistono ancora diverse chiavi di lettura. La più conosciuta è
quella che lo vuole messo sulla grata (graticola), ma ci sono interpretazioni
che lo portano come decapitato. Comunque la simbologia che si è tramandata è
chiara.
Secondo
i testi liturgici del “Messale Romano” si legge: “Lorenzo, famoso diacono della
chiesa di Roma,
confermò col martirio sotto Valeriano (258) il suo servizio di carità, quattro giorni
dopo la decapitazione
di papa Sisto II. Secondo una tradizione già divulgata nel IV secolo, sostenne
intrepido un atroce martirio sulla graticola, dopo aver distribuito i beni
della comunità ai poveri da lui qualificati come veri tesori della
Chiesa”.
Il
fatto principale sta nel legame di fiducia tra il Papa e Lorenzo. Amministrare
i beni della Chiesa significava piena affidabilità e la leggenda vuole che
proprio in quei giorni Lorenzo cercò di distribuire la maggior parte dei beni
proprio ai bisognosi e di far trovare la cassa della Chiesa non integra.
Fu
ed è un Santo molto onorato se si pensa che nella sola Roma, immediatamente
dopo la morte, vennero creati tre punti di culto che sono riferimento, ovvero
il luogo della prigionia rappresentato dalla Chiesa di San Lorenzo in Fonte, il
luogo del Martirio rappresentato da San Lorenzo in Panisperna e il luogo della
sepoltura in San Lorenzo in Verano.
Comunque
le Chiese dedicategli gli furono, subito dopo la sua morte, oltre trenta. Fu
Costantino, però, ad edificare la Basilica di San Lorenzo Fuori le Mura eretta
sulla tomba di Lorenzo in via Tiburtina, sempre a Roma.
I
due simboli ricorrenti di San Lorenzo sono la graticola e la borsa. Il fuoco e
il denaro sono gli archetipi di un raccordo preciso, che simboleggia la
spiritualità e la distribuzione dei beni. Una cristianità che va oltre ogni
teologia. Lorenzo Martire, giunto della Spagna fu, sostanzialmente, il Ministro
delle Finanze sotto il Pontificato di Sisto II.