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SCUOLA E CULTURA: COSA È CAMBIATO CON I PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO RENZI
mercoledì 6 agosto 2014

l’analisi del deputato pugliese Giuseppe Brescia (M5S), componente della Commissione Cultura alla Camera.

da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L'Abbate




 

Tagli drastici alla cultura e crisi per le Fondazioni Petruzzelli e Tito Schipa, Quota 96 estromessi dal pensionamento e mancata messa in sicurezza degli edifici scolastici. Per Brescia (M5S) ai proclami del Governo non sono seguiti i fatti

 

I primi problemi legati al decreto legge 66, il cosiddetto “Bonus Irpef”, li stanno accusando pesantemente tutti gli enti culturali che, fino ad oggi, erano gestiti dalle Province. In Puglia, le conseguenze del decreto Delrio hanno prodotto la cancellazione di altri 120 spettacoli previsti in 41 comuni pugliesi, che equivalgono a circa 1.200 giornate lavorative perse per tutti gli operatori coinvolti. Due fondazioni come la “Petruzzelli” di Bari (che ha recentemente docuto ridurre il budget di 3 milioni di euro e cancellare due opere dal cartellone autunnale) e la “Tito Schipa” di Lecce (a rischio chiusura) stanno vivendo un periodo di forte crisi. Insieme a loro, altri enti come musei e biblioteche provinciali che sono al centro di una interrogazione parlamentare al Ministro Franceschini, depositata dal M5S la scorsa settimana. Ma dopo la cultura, altra “vittima” dei tagli del decreto 66 è il settore scolastico.

 

Le ragioni sono variespiega il deputato pugliese Giuseppe Brescia (M5S), componente della Commissione Cultura alla Camera innanzitutto l’abilissimo incantatore di serpenti Matteo Renzi, il quale da un lato faceva grandi proclami definendo prioritari per il Governo gli interventi sull’edilizia scolastico, mentre dall’altro dimenticava di dire che questi interventi non includevano affatto le 5.000 scuole superiori, di competenza delle Province che non beneficiano dell’esclusione dal patto di stabilità per la messa in sicurezza degli edifici. Senza risorse finanziarie, questi enti si sono ritrovati a non poter garantire servizi e sicurezza per quasi due milioni e mezzi di studenticontinua Brescia (M5S)I casi delle scuole che dovrebbero beneficiare degli interventi per l’edilizia scolastica, poi, sono l’emblema di come questo Governo punti solamente ai proclami e poco ai fatti”.

 

A Matera, il Comune aveva chiesto 6 milioni di euro per ricostruire la scuola media Torraca e ha ricevuto appena 20.000 euro. Non è andata meglio a Cagliari, dove per la primaria Santa Caterina, a fronte di una richiesta di un 1,5 milioni di euro per adeguare le norme di sicurezza, sono giunti appena 16.000 euro. A Grosseto, il Sindaco Bonifazi aveva chiesto 472.000 euro per l’adeguamento e la ristrutturazione della scuola media “Dante Alighieri” e gliene sono arrivati 172.000, quasi un terzo. “Da nord al sud, la realtà è sempre la medesimacommenta Brescia (M5S)Alle Province sul piede di guerra, si aggiunge anche la protesta dei sindaci d’Italia che manifestano il loro giusto dissenso verso una azione del Governo Renzi che, ancora una volta, si è rivelata essere un’azione mediatica e l’ennesima elemosina ad un settore come quello scolastico che rimane sempre ultimo nei pensieri dell’Esecutivo negli ultimi anni. Un Paese come l'Italia dovrebbe, invece, puntare all’eccellenza in questo settore, adeguando gli ambienti scolastici ai moderni modelli didattici e prevedendo spazi flessibili: è in questo senso che si dovrebbe parlare di architettura scolastica”.

 

Per il deputato 5 Stelle pugliese si tratta di un “atteggiamento autoritario e sprezzante, replicato dal Governo solo qualche giorno fa al Senato anche sulla vicenda dei pensionamenti degli insegnanti ingiustamente bloccati dalla Riforma Fornero. Quei ‘Quota 96’ creati da un errore tecnico della Legge Fornero e che, quindi, la politica avrebbe dovuto a maggior ragione garantire, ponendo subito rimedio. E, invece prosegue Brescia (M5S) il Governo non riesce a trovare i fondi per far valere i diritti di questi lavoratori, preferendo gli sprechi dell’Expo, degli F35, degli sconti ai concessionari di slot machines, solo per citare i casi più eclatanti”. I componenti M5S della Commissione Cultura presenteranno, dunque, una interpellanza urgente in Parlamento “per chiedere con forza al Ministro ed al Presidente del Consiglio i dovuti e necessari chiarimenti che i cittadini e tutti gli operatori del mondo della scuola meritano di avere”.




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