Tagli drastici alla cultura e crisi
per le Fondazioni Petruzzelli e Tito Schipa, Quota 96 estromessi dal
pensionamento e mancata messa in sicurezza degli edifici scolastici. Per
Brescia (M5S) ai proclami del Governo non sono seguiti i fatti
I primi
problemi legati al decreto legge 66, il cosiddetto “Bonus Irpef”,
li stanno accusando pesantemente tutti gli enti culturali che, fino ad
oggi, erano gestiti dalle Province. In Puglia, le conseguenze del decreto
Delrio hanno prodotto la cancellazione di altri 120 spettacoli previsti in
41 comuni pugliesi, che equivalgono a circa 1.200 giornate lavorative perse per
tutti gli operatori coinvolti. Due fondazioni come la “Petruzzelli”
di Bari (che ha recentemente docuto ridurre il budget di 3 milioni di euro e
cancellare due opere dal cartellone autunnale) e la “Tito Schipa” di
Lecce (a rischio chiusura) stanno vivendo un periodo di forte crisi. Insieme a
loro, altri enti come musei e biblioteche provinciali che sono al centro di una
interrogazione parlamentare al Ministro Franceschini, depositata dal M5S la
scorsa settimana. Ma dopo la cultura, altra “vittima” dei tagli del decreto
66 è il settore scolastico.
“Le
ragioni sono varie – spiega il deputato pugliese Giuseppe Brescia (M5S),
componente della Commissione Cultura alla Camera – innanzitutto
l’abilissimo incantatore di serpenti Matteo Renzi, il quale da un lato faceva
grandi proclami definendo prioritari per il Governo gli interventi
sull’edilizia scolastico, mentre dall’altro dimenticava di dire che questi
interventi non includevano affatto le 5.000 scuole superiori, di competenza delle
Province che non beneficiano dell’esclusione dal patto di stabilità per la
messa in sicurezza degli edifici. Senza risorse finanziarie, questi enti si
sono ritrovati a non poter garantire servizi e sicurezza per quasi due milioni
e mezzi di studenti – continua Brescia (M5S) – I casi delle
scuole che dovrebbero beneficiare degli interventi per l’edilizia scolastica,
poi, sono l’emblema di come questo Governo punti solamente ai proclami e poco
ai fatti”.
A Matera,
il Comune aveva chiesto 6 milioni di euro per ricostruire la scuola media
Torraca e ha ricevuto appena 20.000 euro. Non è andata meglio a Cagliari, dove
per la primaria Santa Caterina, a fronte di una richiesta di un 1,5 milioni di
euro per adeguare le norme di sicurezza, sono giunti appena 16.000 euro. A
Grosseto, il Sindaco Bonifazi aveva chiesto 472.000 euro per l’adeguamento e la
ristrutturazione della scuola media “Dante Alighieri” e gliene sono arrivati
172.000, quasi un terzo. “Da nord al sud, la realtà è sempre la medesima
– commenta Brescia (M5S) – Alle Province sul piede di guerra, si
aggiunge anche la protesta dei sindaci d’Italia che manifestano il loro giusto
dissenso verso una azione del Governo Renzi che, ancora una volta, si è
rivelata essere un’azione mediatica e l’ennesima elemosina ad un settore come
quello scolastico che rimane sempre ultimo nei pensieri dell’Esecutivo negli
ultimi anni. Un
Paese come l'Italia dovrebbe, invece, puntare all’eccellenza in questo settore,
adeguando gli ambienti scolastici ai moderni modelli didattici e prevedendo
spazi flessibili: è in questo senso che si dovrebbe parlare di architettura
scolastica”.
Per il
deputato 5 Stelle pugliese si tratta di un “atteggiamento autoritario e
sprezzante, replicato dal Governo solo qualche giorno fa al Senato anche sulla
vicenda dei pensionamenti degli insegnanti ingiustamente bloccati dalla Riforma
Fornero. Quei ‘Quota 96’ creati da un errore tecnico della Legge Fornero e che,
quindi, la politica avrebbe dovuto a maggior ragione garantire, ponendo subito
rimedio. E, invece – prosegue Brescia (M5S) – il Governo non
riesce a trovare i fondi per far valere i diritti di questi lavoratori,
preferendo gli sprechi dell’Expo, degli F35, degli sconti ai concessionari di
slot machines, solo per citare i casi più eclatanti”. I componenti M5S
della Commissione Cultura presenteranno, dunque, una interpellanza urgente in
Parlamento “per chiedere con forza al Ministro ed al Presidente del
Consiglio i dovuti e necessari chiarimenti che i cittadini e tutti gli
operatori del mondo della scuola meritano di avere”.