Bevilacqua
Grisi Berto. Maestri nella letteratura che è arte. I Calvino restano cronaca
nel mio "Spegnersi per non consumarsi"
Di Pierfranco Bruni
Ci sono maestri nella vita e nella letteratura che lasciano il segno. Tracciano
percorsi e restano a misurare vicinanze, strette di mano, sguardi appena
accennati. Ci si comprende da un gesto da un silenzio da una parola taciuta.
Ho avuto pochi maestri con i quali mi sono confrontato e che mi hanno dato. In
letteratura. In vita. Maestri con i quali sono stato in contatto.
Poi ho avuto altri maestri che non ho conosciuto per una stretta di mano, ma
che continuano a camminare nella mia vita: Eliade, Pavese, Pound, Brasillach,
Cardarelli, Lorca, Zambrano, Guenon, Ionesco, Castaneda...
Ma due maestri, in vita, mi hanno dato molto. In vita: Francesco Grisi e
Alberto Bevilacqua. Li ho conosciuto insieme. Nei miei anni universitari in una
Roma di fuoco.
Francesco Grisi, calabrese di Cutro portava Pitagora negli occhi e la
Magna Grecia tra le linee delle mani. Alberto Bevilacqua, parmigiano di Parma
recitava la magia tra le parole e le metafore della Certosa tra il rito e
l'alchimia. Li ho conosciuti insieme.
Qualche giorno dopo morì Giuseppe Berto. Lo scrittore che mi ha accompagnato
tra gli anni universitari rincorrendo quegli anonimi veneziani che mi avevano
tracciato l'anima lungo i giorni del mio liceo vissuto tristamente per colpa di
docenti attraversati dall'ignoranza per aver letto solo libri di testo.
Ma questo è un altro discorso.
Berto fu amico forte sia di Francesco che di Alberto.
Francesco e Alberto mi sono stati molto amici. Ho voluto molto bene ad Alberto
e a Francesco. Ho scritto saggi libri intensi articoli scavando tra le parole e
i sogni della loro scrittura. Gli archetipi del loro viaggio.
Su Grisi ho tanto scritto anche ricostruendo gli inediti e pubblicando un
articolato progetto letterario a cominciare da "Con cuore amico"
degli anni Ottanta. Su Alberto ci sono pagine di saggi, per me,
importanti sia in riferimento alla narrativa che alla poesia fino a scrivere un
libro, pubblicato in questi giorni, che è un diario di vita e di letteratura:
"Spegnersi per non consumarsi. Io e Alberto Bevilacqua"
(Pellegrini editore).
Maestri che hanno segnato la mia vita. Maestri che hanno tracciato la
letteratura del Novecento.
Gli altri sono altri: da Calvino di cui non condivido nulla e la sua narrativa
ha la leggerezza del vuoto a Sanguineti che ha cercato di fare poesia
consapevole di non essere mai stato in poeta.
Con Bevilacqua e Grisi siamo in una diversa concezione non solo della
letteratura ma anche della vita. E tra loro il Berto che va dal male oscuro
alla gloria. Insomma con Alberto e Francesco siamo in un viaggio di
artisti e di maghi della scrittura. Con loro siamo nello spazio tra letteratura
e vita
Il resto è altro.