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Tropea il Premio ha fatto discutere di letteratura e di scrittori con la
presenza, tra gli altri, di Pierfranco Bruni che ha parlato di Giuseppe Berto e
Alberto Bevilacqua
Serata intensa di incontri in una dialettica tra cultura letteratura. La cultura
ha radici antiche. La letteratura resta un viaggio tra le vite.
Da Pierfranco Bruni a Carmine Abate, da Luigi Lombardi Satriani a Vito Teti:
una discussione a tutto tondo nel dialogare con Pasqualino Pandullo e Livia
Blasi.
Un discutere sulla letteratura: da Giuseppe Berto a Corrado Alvaro, da Alberto
Bevilacqua a Saverio Strati.
Un confrontarsi nelle serate del Premio Letterario Tropea nello scenario
del Porto di Tropea tra il vento che porta echi di Capo Vaticano e onde greche
diventate latine.
Lo scrittore al centro di un serrato e ricco confronto tra realismo e
mistero.
"È una letteratura mistero che trova ormai spazio nel suo orizzonte
universale, ha sottolineato Pierfranco Bruni, parlando di Giuseppe Berto e
Alberto Bevilacqua, e si fa chiave di lettura tra Occidente e Oriente. Lo
scrittore non vive di realismo e neppure di realismo magico, ha chiosato Bruni,
ma di quello spazio dell'anima che troviamo proprio on Giuseppe Berto. Berto è
uno scrittore che non ha mai amato il realismo. I suoi romanzi superano la
pagina del neorealismo von una profonda metafisica. Così in Bevilacqua dove
prevale l'alchimia della parole e dei personaggi. Lo scrittore realista fa
cronaca, rappresentazione. C'è bisogno di altro, ha detto Bruni, e gli esempi
ci vengono, appunto, da Berto e Bevilacqua tra i quali ci dono venti anni di
distanza. Berto, infatti nasce nel 1914 e Bevilacqua nel 1934. Bisognerebbe
partire da Berto per rileggere una letteratura oltre la rappresentazione del
reale".