Mi convinco sempre più che le famiglie fanno la storia delle comunità.
Non bisogna mai avere rimorsi. La vita può essere un racconto tra nostalgie e
vissuti, tra ricordi che diventano memorie, tra il quotidiano che cammina nel
presente e il desiderio di creare le vie del futuro.
La vita ha sempre un bussare alla porta del destino pur coltivando il silenzio.
Posso avere tante speranze andate smarrite ed è anche giusto, ma non mi
permetterò mai di avere rimorsi.
Posso avere una filigrana di rimpianti, e cerco di non averne, ma mai dovrò
avere pentimenti. Rimorsi e pentimenti non tracciano la mia strada.
Mio padre mi ha suggerito sempre di saper guardare negli occhi e di giocare a
carte scoperte lungo i giorni. Io ho sempre vissuto questo insegnamento. Le
finzioni e le maschere non hanno senso quando si ha il coraggio e la
nobiltà di ascoltare, nel tempo che passa o che è passato, l'orgoglio
della propria dignità.
Cosa è stata questa mia famiglia nell'attraversamento dei secoli? Cerco di
costruire, con la fantasia del mistero che non mi abbandona, la
"stirpe" dei Bruni - Gaudinieri.
Una grande famiglia. Tra commercianti, che hanno segnato un'epoca, educatori e
uomini di legge e matematici. Il mio spazio di viaggio si ferma a ciò che ho
vissuto. Volutamente. A ciò che ho conosciuto. Volutamente. A ciò che ho visto.
Ma la storia ha profondità di radici.
I Bruni sono stati, alla metà dell'Ottocento, i primi commercianti nei
tabacchi. Ci sono storie dentro le storie. I primi a confrontarsi con la
"coltivazione" della liquirizia in quel territorio chiamato il
Concio, ovvero "U' Cuonzo". I primi a portare nelle Calabrie il sale
raffinato dalle saline. I primi a realizzare una economia a rete in un
territorio soltanto a vocazione agricola. Sono stati innovatori per stagioni e
anni e hanno realizzato le prime imprese, quelle che venivano definite ditte.
Il coraggio di scommettere. Il coraggio di investire ponendo come rete di una
economia il commercio. Gli antichi commercianti hanno sempre avuto l'anima dei
mercanti arabi in un tempo in cui il mercato cambiava le strutture
dell'economia e dei paesi.
Per decenni sono stati riferimento in una geografia territoriale molto ampia.
Non smetto di leggere Italo Svevo anche per questo motivo, mentre i
Buddenbrook di Thomas Mann mi accompagnano costantemente.
I Bruni - Gaudinieri sono stati tra i Buddenbrook e i Gattopardi. Il commercio,
la nobiltà e le terre. Proprietari terrieri. Sia l'una che l'altra famiglia. E
la tetta si legava alle famiglie che hanno solcato la storia. Quella con la
verità e che non appartiene alle spigolature.
Nella storia dei Gaudinieri ci sono nobiltà stemmati e personalità militari
che hanno retto la Monarchia sabauda. Il colonnello al servizio del
Re. Parentati tra radici greche e mediterranee e origini albanesi mai
perde e msi rinnegate. Anzi una dinastia che continua von l'orgoglio della
consapevolezza.
La borghesia e la nobiltà si sono intrecciate in una Calabria che non smette di
recitate il tempo delle terre occupate con i forconi. Ma questa è soltanto
antropologia e folclore, mentre la storia vera è nella verità delle famiglie
che hanno dato un senso alle comunità. Senza un legame tra la borghesia e il
ceto nobile la Calabria e il Sud sarebbero state province affiliate ad Imperi
stranieri. Senza l'anima della borghesia - nobiltà non ci si sarebbe salvati
dalla miseria e dalla povertà dei paesi.
I Bruni - Gaudinieri hanno dato la possibilità a molte famiglie di sopravvivere
e di costruirsi una strada. Hanno dato pane a intere famiglie. La storia è un
intreccio e i destini delle comunità vivono altri viaggi, ma non si
smette mai di imitare chi ha tre gradini in più... Ma i gradini si possono
anche raggiungere e superare mentre la nobiltà ha altri percorsi perché
proviene da altro e ha un orizzonte che è oltre come il lignaggio lo stile
l'eleganza...
La nobiltà la porti nel sangue negli sguardi nell'essere e nell'essere stati
perché ciò che si è stati non può essere dimenticato... La ricchezza non fa la
borghesia e la nobiltà ha un essere nella ragione... Non se se i miei figli
capiranno mai questo essere stati...
Lo zio osservava Tancredi e poi dopo il ballo si mise a dialogare con le
stelle...
Ma la vita compie il suo viaggio.
Io, a volte, mi sorprendo a raccogliere nostalgie ma poi mi fermo perché
bisogna restate nel vento del presente per capire, per conoscere e per non
smettere mai di vivere la ragione delle proprie radici in ina nobiltà che continua
nel proprio sangue...
Sono i destini che fanno la storia, ma la storia bisogna saperla leggere e
capirla fino all'estremo passo della ragione...
Non si diventa nobili per "caso"... Nobili lo si è per sangue tra
fiumi di generazioni, ma il tempo sa raccontare quando c'è bisogno di
raccontare e sa far dimenticare, ma vorrei che i miei figli i miei nipoti i
miei cari parenti di sangue e acquisti capissero, pur non condividendo e
lasciando loro il beneficio del sorriso, che la nobiltà non è acqua con la quale
si possono riempire le pentole nelle quali cucinare il pranzo della domenica...
Mi ha sempre infastidito consumare il pranzo di Ferragosto, con pasta al forno
e cotolette, sotto l'ombrellone pur avendo davanti lo scroscio delle onde del
mare... ma questa è un'altra storia.. Forse da raccontate o meglio da
scordare...
Ma io ho sempre ammirato la borghesia nella nobiltà e chi dici di non
stimarla ha sicuramente cercato di imitarla senza riuscirci, semplicemente
perché non sa cosa è la borghesia e non è nella nobiltà...
Io custodisco, nei miei silenzi, l'orgoglio della nobiltà e osservo la notte
quando dialoga con le stelle e le stelle quando, rare, si cercano nella
notte...
Ma non a tutti è dato comprendere...