Alberto
Bevilacqua raccontato nel nuovo libro di Pierfranco Bruni: “Io e Alberto
Bevilacqua” in distribuzione dalle prossime settimane.
Il
dialogare di due scrittori ad un anno dalla scomparsa di Bevilacqua lungo le
vite della parola e dei personaggi
Sarà
in libreria dal prossimo 28 luglio il nuovo libro di Pierfranco dedicato allo
scrittore Alberto Bevilacqua edito dalla Casa editrice Pellegrini. Un titolo
suggestivo: “Spegnersi per non consumarsi. Io e Alberto Bevilacqua” .
Pierfranco
Bruni “racconta”Alberto Bevilacqua ( nato a Parma
il 27 giugno 1934 e morto a Romail 9 settembre 2013) servendosi
di tasselli di esperienza letteraria, ma soprattutto di un frequente rapporto
con lo scrittore. Un’amicizia antica, ma questo, però, non toglie nulla ad uno
scavo che è letterario certamente, ma è anche estetico – simbolico riferito sia
al linguaggio che ai processi metaforici e allegorici presenti nei libri di
Bevilacqua, di cui cade a settembre il primo anniversario della scomparsa.
Con
questo libro, “Spegnersi per non consumarsi. Io e Alberto Bevilacqua”, Bruni
percorre un viaggio alla ricerca di quel centro dentro il quale ritrovare
le memorie, le emozioni, i passaggi di età, le virgole che segnano il
quotidiano. Questo quotidiano che scompare senza perdersi, che ci lascia
smarriti, che ci butta nell’anima secchi di malinconia. Una malinconia che si
intreccia con nostalgia. Una malinconia che fa rima con nostalgia.
Bevilacqua
è lo scrittore nella autenticità di una letteratura portata sulle rive
dell’alchimia. Tra le pagine che Bruni sottolinea non manca il quadro
letterario, non mancano i riferimenti, non mancano le comparazioni narrative.
Ha una sua marcata originalità perché l’autore pone sempre in prima battuta la
conoscenza diretta dello scrittore, e l’autenticità del libro è evidenziabile
da un dialogare tra Bevilacqua e Bruni.
È
anche un tessuto critico, anzi è una nuova forma di accostarsi ad uno
scrittore, grazie ad una profonda lettura che parte da molto lontano. Sembrerebbe,
a volte, un diario, ma si tratta di un testo in cui il penetrare la scrittura
di Bevilacqua è un sondare tra le maglie di un magico sentiero incantato.
Infatti Pierfranco Bruni pone nel gioco del linguaggio lo
scavo “sciamanico – letterario” e ne fa uno strumento di percezione per
proporre uno scrittore che ha nel cuore della sua scrittura la magia come
linguaggio onirico, come potenzialità erotica.
Un bel libro costruito oltre il dato emozionale con capacità
e strumenti consoni ad una visione mitico – simbolica.
D’altronde Bruni entra nel “vero” dei suoi romanzi e della
sua poesia intrecciando la sua scrittura con quella di Bevilacqua.
In questo libro gli scrittori, sia Bruni che Bevilacqua,
vivono lo scandalo della parola lacerandola nel di dentro. Scandalo perché? La
parola qui non è solo testimonianza, ma addirittura è un testamento e nulla
concede ad alcuna variazione riferita a stilemi letterari altri. È tutta racchiusa nella
confessione. Senza timori si fa penetrante la sensualità, quella sensualità che
vive appunto i “sensi incantati”.
Bruni e Bevilacqua sembrano vivere in un costante colloquio.
Del libro se ne parlerà ufficialmente, in atemprima, durante le serate del
Premio Letterario Tropea del 26 e 27 luglio prossimo.