Le società vivono processi costanti di transizione, che sono legati a fattori
culturali certamente, ma assorbono elementi che, comunque, hanno alla base una
struttura antropologica e principalmente economica.
L'economia in una Europa delle "Nazioni" non propone soltanto dei
modelli. Decifra soprattutto la crisi finanziaria degli Stati attraverso una
lettura delle risorse e delle vocazioni alla cui base insiste un vuoto
occupazionale.
In Europa si vive una disoccupazione non solo nuova ma anche di ritorno. La
crisi delle società, in un tempo come il nostro, è la discrepanza di una
mancanza di investimenti nei settori fondamentali tra esportazione e
importazione sul piano delle nuove vie dei commerci.
Le società delle crisi sono quelle società che hanno perduto una quotazione dei
mercati. I mercati nell'Europa degli investimenti creano balzelli in un
rapporto tra costi e benefici nei processi tra politica ed economia.
L'Europa soffre di una sinergia reale tra politica ed economia. Non è affatto
vero che una forte economia dovrebbe condizionare le politiche dell'Europa. È
sostanzialmente vero che c'è bisogno di una forte politica per esprimere una
economia forte e non una economia della sopravvivenza.
Gli Stati deboli praticano la sopravvivenza. Gli Stati forti danno un
senso al rapporto tra politica ed economia.
L'Europa deve poter ripartire dsl Trattato tra il processo politico e la
visione economica. Un dato sul quale occorre riflettere.