Questa sera con ingresso alle 20 (inizio 20.30)
nell’Auditorium Tarentum, in via Regina Elena 122 a Taranto, va in scena la prima regionale “Il Silenzio”, rappresentazione a cura del Teatro della
Fede.
Si tratta di donne normali, che hanno fatto consapevolmente
una scelta speciale. Sono quaranta
monache trappiste del monastero
cistercense di Valserena (Pisa) che raccontano la loro vita in clausura.
Tratto dal libro indagine “Silenzio
Amico” del
giornalista Giampiero Beltotto (edizione Marsilio), con la regia di Alfredo
Traversa, lo spettacolo va in scena con Antonella Fanigliulo, Tiziana Risolo,
Tano Chiari, della Compagnia del Teatro della Fede, nei panni delle monache
benedettine incontrate da Beltotto.
“Non ho incontrato donne sepolte vive o fuori dal
mondo, ma un’esperienza consapevole sia dal punto di vista ecclesiale che da
quello culturale, un gruppo di donne che, in nome e in forza di una fede incarnata
nel tempo, nella storia e nelle vicende umane, autogestiscono materialmente e
spiritualmente la propria esistenza” sono le parole di Beltotto.
Le protagoniste hanno un età tra i 28 e gli 88 anni.
E, paradossalmente, secondo il regista Alfredo
Traversa, i monasteri a torto considerati fuori dal mondo sono necessari agli
uomini d’oggi.
“Il Silenzio” ha
avuto due anteprime nel carcere di Venezia e in quello di Taranto. Una sfida,
quella di portare le ragioni della clausura volontaria, all’interno dei
luoghi in cui la reclusione è forzata.
Lo spettacolo è un’opportunità per riflettere e conoscere una realtà
piena di luoghi comuni e stereotipi che nello spettacolo vengono azzerati con l’incanto,
la meraviglia e lo stupore del vivere una vita tra le mura di un monastero e lo
spettatore nei molti silenzi in scena medita sulla propria esistenza,
arrivando al cuore della questione umana.
Alcune suore si sono messe in gioco con il popolo
della Rete. Sono questi dialoghi concreti che fanno parte del copione. E c'è
anche chi chiede per esempio, se piangono. E la risposta è certamente
sì perché si piange per ciò che fa soffrire, come avviene per ogni essere
umano.
Il teatro
di narrazione è una modalità teatrale che comincia a diffondersi in Italia intorno alla metà degli anni
ottanta, per poi fiorire e diffondersi nell’ultimo decennio del secolo.
Dal teatro di narrazione si sviluppa il filone del teatro civile, come quello sviluppato
da Alfredo Traversa, che vede sulla scena tematiche di particolare attualità
politica e sociale.
Il teatro civile è considerato come lo strumento per
eccellenza per avvicinare ai temi dell’impegno civico e civile un pubblico
sempre più variegato ed esigente, molto attento alla realtà dei fatti,
attraverso un forte impatto scenico e riflessioni profonde.
Gli artisti della compagnia “Teatro
della Fede” , sono saliti
alla ribalta del grande pubblico, diretti dal regista Alfredo
Traversa, che nel 1999 la fondò partendo dalle Cave di
Fantiano a Grottaglie (Ta). Sei ettari di ulivi secolari a ridosso delle
grotte sino ad allora destinate a discariche e ad attività poco lecite,
diventate il luogo adatto per un palcoscenico naturale tra i più suggestivi
d’Italia.
Diverse sono le attività svolte dalla compagnia
pugliese impegnata costantemente nella ricerca di drammaturgie contemporanee
particolari e originali, come quella in scena
questa sera all’Auditorium Tarentum, da non perdere.
A seguire si potrà partecipare al confronto diretto con
il regista Alfredo Traversa, le cui conclusioni saranno affidate a monsignor
Alessandro Greco, vicario generale della diocesi di Taranto.
La prima teatrale si è tenuta nel febbraio 2014 al Teatro
Le Laudi di Firenze. Il 20 maggio sarà in scena nel carcere di Perugia.
Vito Piepoli