Si parlerà di questo
a Grottaglie lunedì 7 aprile
di Pierfranco Bruni
Le culture nei beni culturali sono le voci parlanti delle rovine e delle macerie
del tempo che incontra la storia. Culture vissute nella materialità ma anche
quelle considerate come immateriali.
Le lingue, le tradizioni, la musica, il canti sono culture immateriali. Sono
cifre di una civiltà dentro la materialità quali possono essere le archeologie
le arti i monumenti il cartaceo negli archivi le biblioteche. Conserviamo ciò
non solo attraverso una strategia sistematica di strutture di tutela ma anche
attraverso una rappresentazione di codici di conoscenza che passano attraverso
la educazione. In fondo i beni culturali, oltre agli aspetti inerenti le
strategie economiche e le interpretazioni scientifiche, restano elementi per
una concreta educazione comparata.
Cosa sono i
beni culturali in una società dei consumo? Spesso ci si interroga su una
materia che si apre a ventaglio su problematiche che pongono in essere
questioni di ordine sia istituzionale sia pedagogico sia economico. Ma un bene
culturale è la manifestazione di un rapporto di tempi. La memoria con le sue
radici che diventano identità. Il contemporaneo che filtra il presente
attraverso la storia e le testimonianze.
In un tale processo insistono due modelli interpretativi.
Il primo. Quello della tutela e della conservazione di una tradizione che
è tradizione di civiltà. Questo aspetto è strettamente legato ai codici di una
visione pedagogica del bene culturale e quindi inserito In processo di difesa
delle culture come educazione permanente.
Il secondo. Quello inerente il legame bene culturale ed economia. Ovvero i beni
culturali considerati come investimento sul territorio il cui risultato di
mercato è il turismo. Il raccordo tra beni culturali e turismo è da leggersi
nell'intreccio tra determinazione di valorizzazione e attrazione.
Pensare a un bene culturale come modello di attrazione significa renderlo
fruibile avendo come obiettivo l'immaginario che è il portatore di un turismo
di attrazione sulle coordinate di una conoscenza della cultura.
Comunque i beni culturali, da questo non si può prescindere, restano, nella storia
dei processi culturali, memoria e identità. Una tradizione in una
interpretazione che, fondamentalmente, si innerva in un mosaico pedagogico. Su
questo versante resta fondamentale il passaggio triangolare tra beni culturali,
processi pedagogici e educazione alle culture. Oltre la questione relativa al
bene culturale nell'esercizio tra valorizzazione e turismo. I beni culturali
sono formazione e le agenzie educativo su questo piano dovrebbero giocare un
ruolo significativo.
Proprio di
questo discuteremo a Grottaglie il prossimo 7 aprile, Convento Paolotti, ore
18,30, in Convegno su : "Beni culturali, processi pedagogici e educazione
alle culture".
I beni
culturali sono una emergenza nella difesa dell'identità di una Nazione e
diventano esigenza per un processo pedagogico nel diritto al rispetto della
memoria. Diritto educativo e educazione alla conoscenza dei territori
attraverso due principi fondamentali: la storia che si legge attraverso i
simboli, il patrimonio che recupera il concetto forte di paternità di una
eredità culturale.
Certamente nel nostro tempo - provvisorio e precario non si può disconoscere la
necessità di allargare i limiti del bene culturale a quell'esercizio
dell'economia che ha come riferimento i mercati delle culture e il territorio
come lettura di un immaginario che è dato dal turismo. Una scala di valori che
comunque non può prescindere dalle culture come volontà alla formazione e alla
conoscenza.
Un atto che pone al centro sempre la capacità di considerare le culture come
radicanti in un significato di sistemi che è dato dal bene culturale. I beni
culturali esistono in quanto esistono le culture e queste sono lo spazio
filosofico tra la storia e ciò che è di conservato nel tempo delle civiltà che
sono diventate rovine.