Quando
lo sciamano incontra il monaco del deserto
Il
nuovo romanzo di Pierfranco Bruni “Che il dio del Sole sia con te”
(Pellegrini
editore) –
Un
viaggiare tra modelli culturali ed esistenze in una vita fatta di
testiamonianza. Sulla via dei monaci tibetani, l’Illuminazione che ha la
pazienza della contemplazione, e lungo la “cerca” degli antichi sciamani
nell’ascolto dei tocchi dei tamburi, che sapevano ascoltare il vento e
pregavano il dio del Sole, è il nuovo percorso umano e letterario di Pierfranco
Bruni nel suo libro dal titolo "Che il dio del Sole sia con te"
(Pellegrini editore). Pierfranco Bruni con questo nuovo
romanzo continua lo scavo del camminatore del silenzio e della
solitudine, della parola che non offre consigli e non propone verità assolute
ma vie verso l’Illuminazione.
È un libro
di oltre 160 pagine (Euro 18.00) giocato tra il raccontare la magia degli
Indiani nativi e il verso la cui direzione è focalizzata dalla presenza
costante dello sciamano ma anche della visione buddista.
Uno
sciamamo che osserva, prega e tollera. Accoglie nella parola il messaggio
contemplante che sembra provenire da una “filosofia” tutta tibetana. È come se
i due mondi: quello buddista e quello sciamanico si incontrassero lungo le vie
e lungo i fiumi, lungo i mari e lungo i deserti e pongono al centro della
“piazza” l’amore. Un libro molto particolare e completamente diverso rispetto
anche a “La bicicletta di mio padre” nel quale, comunque, compare la figura
dello sciamano.
Diverso
anche del romanzo in versi che sta ottenendo grande successo dal titolo: “Asmà
e Shadi”. Ma si lega però a “Come un volo d’aquila”, nel quale il mondo
sciamanico, l’aquila, la tartaruga incontrano la devozione di una parola che è
un inchino all’umiltà e all’umanità “Namasté”.
“Che
il dio del Sole sia con te” sembra cambiare le carte del viaggio di Pierfranco
Bruni. Anche sul piano culturale. In Bruni, che parte dal mondo cattolico -
cristiano (si pensi a “Paese del vento” nel quale insiste la presenza di un
francescano e al romanzo “Quando fioriscono i rovi” dove è costante il
messaggio di San Paolo), è evidente che si supera la via della religione
cattolica, della cultura cattolica, e si dirige verso un articolato paesaggio
esistenziale e metafisico magico, in cui il senso del mistero è alchimia, ma
anche filosoficamente e ontologicamente vicino ad una via prettamente Orientale
– buddista con accanto sempre una visione del segno “impeccabile” del mondo
degli sciamani.
Tutto
questo, c’è da dire che Bruni lo ha espresso in diversi suoi studi e conferenze
svolte negli ultimi anni, e il passaggio dal cattolicesimo all’intreccio
buddista – sciamanico era, nei suoi saggi, evidente. Ma in questo libro, che ha
una sua voluta organicità nello scompaginare l’itinerario narrante, esplode la
forza del raccontare quasi raccontandosi.
È
una svolta oltre che letteraria anche umana? Ma resta il fatto che è un romanzo
centrale nella sua produzione letteraria perché si inserisce nello spazio tra
“Il mare e la conchiglia”, “La bicicletta di mio padre”, “Passione e morte”
(che è lontano da questo inciso metafisico), “Come un volo d’aquila” , “Asmà e
Shadi” e un libro di qualche anno fa dal titolo: “Ti amerò fino ad
addormentarmi nel rosso del tuo meriggio”.
In
Pierfranco Bruni la letteratura si lega chiaramente alla vita. La presenza del
mondo degli sciamani e l'incontro con la "filosofia" tibetana fanno
di questo nuovo romanzo, "Che il dio del Sole sia con te", un punto
centrale di un viaggio che è invito alla pazienza e alla comprensione.