Scrivere in occasione dell’8 marzo è
doveroso e pericoloso al tempo stesso.
Doveroso per testimoniare l’urgenza a
cui ci chiama la riduzione delle presenze femminili in ruoli
istituzionali nella nostra città. Un vero e proprio deficit di
democrazia quale sintomo di un più generale arretramento della cultura
politica.
Pericoloso per il rischio di retorica
strumentalizzazione delle donne chiamate più spesso a fungere da
riempitivo piuttosto che per arricchire la società intera del loro
contributo indispensabile alla conoscenza e al ri-pensamento delle città come
luoghi di vita di donne e uomini.
Chi è chiamato ad amministrare una città
deve occuparsi di una politica della vita, reinvenzione dello
spazio pubblico da contrapporre all’individuo quale peggior nemico del
cittadino.
Attraverso lo sguardo delle
donne, non in quanto genere, ma per le storie e i percorsi che ognuna
rappresenta, intenderò occuparmi delle solitudini, della lotta
agli stereotipi di genere che registrano un aumento della violenza
sulle donne, perché l’intera società civile si senta coinvolta da queste
emergenze, perché esse riguardano tutte e tutti e farsene carico costituisce un
indicatore di civiltà.
Auguro
a tutte e a tutti un buon 8 marzo ’14
Luigi Paccione