Perché
rileggere Gabriele D’Annunzio?
Ne
parleranno Taranto il 3 marzo Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni con il
loro saggio “Io ho quel che ho donato”
Perché
rileggere e riproporre Gabriele D’Annunzio? È questo l’interrogativo che
Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni si pongono nel pubblicare il loro
originale saggio dedicato allo scrittore che ha dominato il Novecento e
continua ad essere presente nel contesto letterario moderno. Infatti di
Gabriele D’Annunzio si parlerà a Taranto lunedì 3 marzo grazie proprio al
libro di Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni, (esperti di letteratura europea
del Novecento), dedicato, appunto, a Gabriele D’Annunzio, dal titolo “Io
ho quel che ho donato”, edito, in una elegante veste,
dalla Casa editrice Nemapress.
La
manifestazione, organizzata dall’Associazione culturale “Oriana Fallaci”, si
svolgerà alle 17,30 al Grand Hotel Mercure – Delfino di Taranto, Viale Virgilio
66. Introdurrà i lavori la presidente dell’Associazione Giusy De Marco.
Dialogherà con Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni la saggista e critico
letterario Marilena Cavallo. Interverrà la giornalista e scrittrice Tiziana
Grassi.
Lo
studio, che è stato pubblicato in occasione dei 150 anni della nascita di
D’Annunzio, (Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone
Riviera, 1º marzo 1938), ha aperto una vasta dialettica anche sulla
funzione che il dannunzianesimo ha avuto all’interno della cultura europea e
internazionale. Infatti il lavoro di Bruni e De Giovanni è arricchito con
contributi di: Emanuela Forgetta che parla del rapporto di D’Annunzio con la
Catalogna , Stefan Damian con la Romania , Arjan Kallco con l’Albania, Andrea
Guiati con gli Stati Uniti d’America, André Ughetto con la Francia , Valentina
Piredda con l’Austria.
Pierfranco
Bruni e Neria De Giovanni hanno indagato tra le pagine e nella vita di
D’annunzio, con un approfondimento sull’interventismo dannunziano alla Prima
Guerra Mondiale, tracciando delle linee originali e portando sullo scenario
letterario una lettura innovativa, coraggiosa e ricca di importanti stimoli. E’
considerato un saggio che apre delle prospettive nuove ad un D’Annunzio dentro
tutto il Novecento tra letteratura, estetica e antropologia e scava nel
“nascosto” letterario e umano di Gabriele.
Neria
De Giovanni è Presidente dell’AICL, critica letteraria e saggista ed è
tra i massimi esperti di Grazia Deledda. Pierfranco Bruni è scrittore e Vice
presidente del Sindacato Libero Scrittore oltre ad essere esponente di spicco dell’Associazione
Internazionale dei Critici Letterari ed è tra esperti di Cesare Pavese.
“Abbiamo voluto ricordare
l’opera di D’Annunzio, sottolineano Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni,
constatando che non sempre la critica ufficiale, accademica ed universitaria,
ha dato seguito a percorsi innovativi, a tutto campo, sull’attività letteraria
del Vate all’interno dei processi letterari moderni. Il nostro studio cerca
nelle pieghe della sterminata opera dannunziana, zone ancora poco esplorate o
lette in maniera distorta, ideologicamente preconcetta”.
Su D’Annunzio sia Bruni che la De
Giovanni hanno scritto un articolato percorso che va oltre le “vie” ufficiali
della lettura dannunziana ed oggi questo loro lavoro diventa centrale
all’interno di un processo culturale ricco di stimoli e di buone provocazioni
letterarie.