San Francesco di Paola a Grottaglie tra
convento e storie delle lunette.
Un Convegno per definire un percorso
culturale
di Pierfranco Bruni
San
Francesco di Paola a Grottaglie e la struttura monumentale che propone una
forte chiave di lettura sia religiosa che culturale. Di questo ne parleremo in
un convegno che si svolgerà ad aprile negli spazi del Convento dei Paolotti di
Grottaglie che vedrà protagonisti i Padri Minimi, la Regione Puglia e
l’Associazione Culturale dei Calabresi “Leonida Repaci”.
Il Chiostro dei Paolotti e le lunette
sono un patrimonio da porre all’attenzione attraverso un profilo valorizzante
in cui il bene culturale possa essere riferimento di una compartecipazione tra
storia religiosa e conoscenza di un patrimonio culturale che ha valenze
artistiche e antropologiche. C’è un mondo rupestre che non è ai margini della
contestualizzazione della struttura.
Ho avuto modo di affrontare la questione
sia attraverso studi di natura strettamente religiosa sia grazie ad un
articolata proposta, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, che è diventata una linea progettuale con dei risultati pubblicati in
diversi saggi e pubblicazioni. Occorre necessariamente scientificità nel
proporre chiavi di lettura dei beni culturali.
Nel caso specifico della struttura
l’analisi e l’interpretazione deve essere proposta con una precisa peculiarità
anche dal punto di vista editoriale con strumenti di metodologia pedagogica.
Il Convento di Grottaglie è un esempio
emblematico di una struttura, ed è stato più volte sottolineato, i cui
connotati sono certamente religiosi, ma questa religiosità è un patrimonio sia
spirituale che monumentale.
Il suo
chiostro è un percorso camminante tra le vie del tempo. La rotondità o la semi
circolarità delle arcate, l'arco delle finestre, l'allineamento delle colonne,
lo spazio centrale sono immagini profuse di classicità. In quelle forme
traspira, nelle cosiddette mezze lune, un'atmosfera quasi orientaleggiante, le
cui eredità della cultura del Mediterraneo sono ben marcate.
Chi ideò o fabbricò il Convento di
Grottaglie? Ci fu certamente un gruppo di lavoro che operò intorno al 1550. Ma
questa data, sottolinea Padre Stea, "più che il termine, potrebbe segnare
l'inizio della costruzione" (“Francesco di Paola Prospettive letterarie”
del 1995).
Il bene culturale come chiave di lettura
del territorio. Di questo ne ho già discusso negli anni 1996 – 1999 e in testi
come: “Il Chiostro come metafora della grotta. San Francesco di Paola a
Grottaglie”, CSR, 2001; e “San Francesco di Paola. Il Chiostro isola
mediterranea”, Iral, 2004, 2006).
Quello di
Grottaglie è un esemplare. Ritorna la concezione del legame tardo medievale
(oramai non abbiamo più punti cronologici precisi sul Medioevo considerato il
dibattito in corso proprio in queste settimane tra Le Goff, Galasso e Cardini),
e pre rinascimentale con code barocche, soprattutto nella definizione delle
cosiddette lunette che costituiscono degli elementi decorativi di estrema
importanza anche dal punto di vista estetico - narrante.
Le
lunette che accompagnano il viaggio lungo il chiostro sono trentadue. Quattro
sono già all'ingresso. Una visibile a metà e l'altra non recuperabile. Il primo
incontro lo si fa con l'albero geneologico dell'Ordine dei Minimi. Poi si
prosegue con la vita di San Francesco e il racconto si snoda narrando per
immagini la storia degli incontri del Santo e i miracoli.
I
medaglioni che raffigurano la vita di importanti personaggi sono situati tra le
lunette. Tra una lunetta e l'altra il cui angolo (o i cui angoli) forma (o
formano) una vela. Le lunette raccontano la vita del Santo grazie anche ad un
immaginario popolare suggestivo. I medaglioni sono la recita di personaggi,
martiri e rappresentazioni ben definite nello studio di Padre Stea, già
citato.
I martiri hanno, tra le lunette, un posto importante. tra questi vanno
ricordati il francese padre Eustachio Apuril e il frate Tommaso Felton. La sua
vita viene rappresentata attraverso i più significativi episodi. Dall'uscita
del deserto all'incontro con l'Arcangelo S. Michele. Dagli episodi dove sono
impressi i segni dei miracoli alle immagini che raccontano la canonizzazione.
Il viaggio ha una sua logica spirituale ma anche storica. Uno scenario che
racconta.
Nell'Albero Geneologico, comunque, sono menzionati frati, santi, padri della
chiesa. Li lunette, in realtà, non sono altro che un racconto per
immagini nell'attraversamento dell'avventura del paolano. Le immagini che sono
a forma di mezzaluna sono accompagnate da versi che recitano i fatti e
"spiegano" ciò che è dipinto nelle lunette.
È
necessario creare delle comparazioni tra i Conventi dei Minimi. Tra il Convento
di Grottaglie e quello di Paola c'è una forte similitudine anche se gli sbalzi
delle articolazioni epocali non mancano. Ciò che li accomuna maggiormente sono
le pitture. Il chiostro di Grottaglie è un documento che si presenta con un suo
linguaggio ed è questo linguaggio che ha impresso un tracciato singolare nella
vita dei Minimi.
Il concetto di monumento va letto nella
sua totalità: arte, storia, antropologia, letteratura lungo la linea di una
cristianità tra Occidente ed Oriente.