Domenica 2 febbraio -
Giornata dannunziana a Roma con Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni per
presentare lo studio
“Io ho quel che ho
donato”
D’Annunzio nel
Novecento letterario europeo
Giornata
dannunziana a Roma il prossimo 2 febbraio con Pierfranco Bruni e Neria De
Giovanni con lo studio “Gabriele D’Annunzio. Io ho quel che donato” (Nemapress)
che offro la voce ad un incontro su D’Annunzio e il Novecento letterario
europeo. La manifestazione si svolgerà nella Sala Italia (Unione associazioni
regionali), via Aldrovandi, 16, alle ore 17.00. Ne parlerà con Bruni e De
Giovanni Antonio Maria Masia, presidente del Gremio di Roma. Il saluto di
apertura sarà portato da Pasquale Mastracchio, Presidente dell’Unione delle
Associazioni Regionali in Roma.
Il
saggio su Gabriele D’Annunzio di Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni si
arricchisce dei contributi di: Emanuela Forgetta per la Catalogna, Stefan
Damian per la Romania, Arjan Kallco per l’Albania, Andrea Guiati per gli Stati
Uniti d’America, André Ughetto per la Francia, Valentina Piredda per l’Austria,
(Componenti dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari) ed è stato
pubblicato in occasione dei 150 anni della nascita di D’Annunzio, (Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, 1º marzo 1938) .
Pierfranco
Bruni (Vice Presidente Nazionale del Sindacato Libero Scrittori Italiani) e
Neria De Giovanni (Presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici
Letterari) hanno indagato tra le pagine e nella vita di D’annunzio tracciando
delle linee originali e portando sullo scenario letterario una lettura
innovativa, coraggiosa e ricca di importanti stimoli. E’ considerato un saggio
che apre delle prospettive nuove ad un D’Annunzio dentro tutto il Novecento tra
letteratura, estetica e antropologia e scava nel “nascosto” letterario e umano
di Gabriele.
“Abbiamo voluto ricordare l’opera di D’Annunzio, sottolineano
Pierfranco Bruni e Neria De Giovanni, constatando che non sempre la critica
ufficiale, accademica ed universitaria, ha dato seguito a percorsi innovativi,
a tutto campo, sull’attività letteraria del Vate all’interno dei processi
letterari moderni. Il nostro studio cerca nelle pieghe della sterminata opera
dannunziana, zone ancora poco esplorate o lette in maniera distorta,
ideologicamente preconcetta”.
Il saggio si esplica su alcuni percorsi
e presupposti precisi. Infatti sia Bruni che De Giovanni dichiarano:
“L’estetica è nel D’Annunzio che lega il senso del tragico al sublime. Un
percorso in cui l’eros è nella sensualità, la quale assume una dimensione
certamente “carnale” ma anche metafisica attraverso una griglia simbolica che
trova nel romanzo che segna il Novecento Il fuoco un punto centrale. C’è
una originalità che tocca elementi mitico – sacrali certamente ma si inserisce,
il viaggio dannunziano, in una visione che è quella del magico e
dell’alchemico. Si pensi al suo rapporto con gli oggetti”.
I due autori si soffermano anche sui
simboli rappresentativi dei luoghi dannunziani.
Pierfranco Bruni chiarisce così: “I
luoghi di D’Annunzio sono una lettura interpretativa degli oggetti. Il
Vittoriale è ricco di segni e di simboli. La tartaruga è un rimando prettamente
sciamanico. Come lo sono le aquile. Come lo è il Budda. Ci sono archetipi non
solo classici occidentali ma i riferimenti provenienti dall’Oriente, in
D’Annunzio, restano fondamentali. Una chiave di lettura ad intreccio che aprirà
nuove prospettive interpretative. Il mondo tragico e quello sciamanico sono
aspetti da leggere con molta attenzione”.
Mentre Neria De Giovanni cesella: “Il
D’Annunzio poeta viene affrontato nelle raccolte meno note, i libri delle Laudi del cielo, del mare, della
terra, degli eroi (1903-1918)
che
per l’impostazione ideologica irredentista e nazionalista, non hanno avuto
buona lettura, diremmo alcuna lettura, negli anni trascorsi alla luce di una preponderante
ideologia impossessatasi anche dell’esercizio critico. Ovviamente lo stile
letterario dannunziano è stato contestualizzato e storicizzato anche confronto
con la coeva produzione poetica italiana”.
Il volume è arricchito da una
Appendice critica a cura di alcune esponenti nazionali dell’AICL- Associazione
Internazionale dei Critici Letterari che hanno presentato la fortuna della
traduzione delle opere dannunziane in Catalogna, in Romania, in Albania, negli
Stati Uniti, in Austria e in Francia.