28 marzo 2013
OGGETTO: Invito partecipazione dibattito referendum
14 aprile
All’artista Veniero Luigi de Giorgi,
ho
il piacere di inviarLe la nota stampa esplicativa riguardante l’iniziativa
editoriale “TARANTO: REALTA’ E PROSPETTIVE” che la Redazione di Jo Tv organizza
in occasione della celebrazione dell’imminente referendum (14 aprile 2013)
consultivo sulla permanenza o meno dello stabilimento siderurgico.
Considero con piacere la Sua partecipazione, visto che Lei ha partecipato già dagli anni ‘70 a numerose iniziative culturali della
cooperativa culturale Punto Zero sulla drammatica questione del rapporto tra
industria, ambiente e salute a Taranto a seguito della costruzione del più
grande stabilimento siderurgico d’Europa, senza che la città fosse dotata di
adeguate strutture sanitarie e di ricerca applicata di supporto.
La Sua sensibilità l’ha spinto ad accettare i
numerosi inviti alle manifestazione artistiche promosse dalla cooperativa Punto
Zero per introdurre a Taranto il ruolo dell’arte, per scandagliare i fenomeni legati
ad un industrializzazione massiva, basata su un modello già all’epoca superato,
secondo il pensiero che, nei momenti epocali di trapasso della vicenda umana: l’arte
lo dice prima e lo dice meglio!
Memorabile testimonianza del Suo costante impegno, la
sua partecipazione alla manifestazione artistica “TARANTO: PER
UN’INDUSTRIALIZZAZIONE UMANA”, promossa da Italia Nostra, Punto Zero,
Università Popolare Jonica e UIL-Beni Culturali, assieme a Vittorio Del Piano e
Franco Gelli e coordinata da Franco Sossi, Antonio Rizzo e Temistocle Scalinci.
Di quella manifestazione sono rimaste impresse nella
memoria di molti le due installazioni “choc” in Piazza della Vittoria: la Sua
“Scultura ecologica: correlazione tra industria e morti bianche, ambiente e
salute” e “Taranto fa l’amore a senso unico” di Vittorio De Piano. Fu quello il
momento di maggiore sensibilità collettiva e di attenzione dei mass media.
La Sua ventennale frequentazione della Cina, con la
sua millenaria cultura e con la drammaticità di un Paese di oltre un miliardo
di abitanti, che pur avendo già debellato l’analfabetismo e avviato un possente
processo di industrializzazione e di inurbamento spinto, presenta ancora al suo
interno ampie sacche di povertà, Le consente di approcciare la questione
ambientale tarantina in spirito glocal, superando ogni provincialismo.
Nel mondo è in corso un profondo cambiamento: molti
sono i paesi che si sono messi a correre ad un ritmo sempre più veloce, capitanati
dai Paesi del BRIC, per ridefinire la loro posizione nel gruppo di testa dell’economia
mondiale e, all’interno di ciascuno di essi, raggiungere migliori condizioni di
vita e di lavoro da condividere con il maggior numero possibile di soggetti, superando
gli ostacoli di nazionalità e di genere. In questa corsa, gli stati d’Europa, Italia
in particolare, accusano l’affanno in quanto l’attuale welfare è figlio di un
modello di sviluppo industriale ormai morto, e stentano a indirizzarsi verso un
modello di “economia del bene comune” per andare oltre il consumismo verso una
società diversamente ricca. La produzione di beni immateriali, come quella di
beni immateriali, sono infatti frutto di esperienze collettive condivise, di
sofferte relazioni umane, del paziente e parsimonioso uso delle risorse
naturali, e non può fare a meno dell’apporto degli ambienti culturali,
economici e scientifici che in sinergia determinano le scelte politiche.
Oggi è tempo di prendere contezza che gli uomini sono
tutti legati allo stesso filo, e quindi allo stesso destino, e tutti legittimamente
agognano a migliori condizioni, mentre Taranto, che paga le conseguenze di una
permanente crisi politico-istituzionale a livello nazionale, è in una fase di
stallo dovuta all’arretratezza culturale, alla mancanza di coraggio politico e
all’inadeguatezza della classe dirigente (management aziendale e amministratori
pubblici in primis); soggetta perciò alla contestazione della cittadinanza
attiva, che, esasperata, ha promosso il referendum che, al punto in cui ci
troviamo, rischia di essere celebrato come un’ordalia, pratica medievale il cui
confronto era basato solo sulla fortuna e la forza bruta, ed oggi il ruolo è
interpretato da chi più si agita, grida, lancia anatemi e ammannisce ricette
semplificate e miracolistiche del tutto fuori scala.
E’ avvilente constatare che altre aree industriali
in Europa e nel mondo, simili a quella tarantina per dimensioni, complessità e
riverberi, invece di piangersi addosso, si rinnovano, ci sorpassano, e qualcuna
si è preso il lusso di portare il pollice al naso e farci “marameo” (pì pì
lò lò)!
E’ arrivato il momento di smettere di procedere in
modo aleatorio e sciatto, omettendo di considerare che la nostra realtà ha
ancora dei punti di forza, e su questi bisogna costruire il nuovo. Il grande
polo industriale tarantino, sviluppatosi su un vecchio modello oggi non più
compatibile con la sensibilità montante sulle questioni ambientali, va superato
senza essere liquidato. Non è più tempo di ventilare ricette miracolistiche e
semplificate, mentre invece bisogna ripartire dai punti di forza per
puntellarli e, soprattutto, rinnovarli radicalmente. E’ tempo di finirla con
quanti pensano che sia meglio azzerare e cominciare tutto da capo, cioè
pretendere di rinnovarsi nel senso della Storia, ma autodistruggendosi. Proprio
quello che è successo a Bagnoli (Napoli), come raccontato nel romanzo “La
Dismissione” di Ermanno Rea, in cui, in un’atmosfera struggente, si descrivono
le operazioni di smantellamento, pezzo dopo pezzo, dello stabilimento
siderurgico per trasferirlo in Cina. Così, mentre “L’Impero di Mezzo” è
divenuto leader mondiale del settore, Bagnoli è rimasto cimitero industriale.
Alla luce di quanto ricordato sopra, Le chiedo un
Suo qualificato intervento, che, essendo frutto di una attiva militanza e di un
impegno culturale personale corroborato da una conoscenza dei rivolgimenti
socio-culturali e geopolitici a livello mondiale, sicuramente sarà molto utile
perché ancora una volta si possa diradare la soffocante caligine che ci
avviluppa da anni. Per l’intervento potrà scegliere di partecipare alle tavole
rotonde di persona negli studi di Jo Tv in via Niceforo Foca, o con intervento
scritto per via e-mail oppure in videoconferenza.
Fiducioso di un Suo positivo riscontro, colgo
l’occasione di porgerLe i miei più cordiali saluti.
Angelo Candelli – editore di Jo Tv
angelocandelli@me.com