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Se le parole sono un limite l’amore è destino ...
lunedì 2 settembre 2013

da csrbruni@alice.it


Maria Milvia Morciano con Pierfranco


Se le parole sono un limite l’amore è destino nel Cantico

Se le parole sono un limite l’amore è destino nel Cantico

che sigilla “Asmà e Shadi” di Pierfranco Bruni

L’Archeologa e collaboratrice  della Libreria Editrice Vaticana Maria Milvia Marciano incontra Pierfranco Bruni con “Asmà e Shadi” lungo i passi del mistero

 

di

 

Maria Milvia Morciano*

 

 

“Le parole sono un limite”. Così in “Asmà e Shadi”, (Pellegrini editore), uno dei versi. Come si può raccontare un amore se “le parole sono un limite”? Con le immagini.  Pierfranco Bruni raccoglie la sapienza della tradizione poetica più antica e costruisce un poema in versi che si dispiega per immagini.

Come nel “Cantico dei Cantici” la costruzione è dialogica  e scorre per figurazioni ben visibili al nostro immaginario, con presenze, suoni ed elementi che anche nella nostra realtà urbana  e occidentale non sono stati dimenticati, anzi fanno parte di ogni uomo, che sia del sud o del nord, di oriente od occidente. Aurore e tramonti, vento, nuvole, mare e deserti.

Le parole più belle e gli oggetti più incantatori quali sono i regali della terra e  del mare,  le conchiglie e i fiori, creano la trama dei versi la cui musicalità è sempre sommessa e malinconica. L’amore non è solida gioia ubriaca ma è un lampo sovrannaturale, mutevole, che rende insicuri di perdere quel momento così perfetto. Questa è la corda sottesa al tema dell’amore. 

Nel “Cantico dei Cantici”  l’amore umano è confrontato  con ciò che pone termine alla vita umana, a quanto esiste di più crudele nella vita degli uomini: l’amore  è forte come la morte e la passione è tenace come il regno dei morti. Ma l’amore è la fiamma di Dio (8,6), è il sigillo che vince le tenebre. 

I versi di “Asmà e Shadi”  iniziano brevi e veloci. Frasi musicali piene di luce e di gioia per l’amore che sta nascendo e si sta cercando. Man mano che si scorrono i versi questi diventano più densi e lunghi: per raccontare la fine occorrono parole, spiegazioni. Il dolore si diffonde come il lamento dell’amato dietro la porta chiusa. E infine il silenzio, perché non vi è risposta.

Chiudono i versi di due poeti, gli stessi che aprono il libro, Nazhim Kalim Dakota Abshu e Manuz Zarateo,  il primo tunisino e il secondo turco, poeti scoperti e curati da Pierfranco Bruni che accompagnano e fanno da contrappunto ad Asmà e Shadi in un unico grande dialogo la cui lingua è unica e universale. Perché non ci sono confini quando si raccontano le immagini dell’amore e del destino.

 

Maria Milvia Morciano

*Archeologa e collaboratrice Libreria Editrice Vaticana

 





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