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Pietro non mi convince mentre Giuda non smette di morire nonostante il pentimento.

sabato 17 agosto 2013

da csrbruni@alice.it



Pietro non mi convince mentre Giuda non smette di morire nonostante il pentimento.
La prossima volta parlerò di Maria Maddalena


di Pierfranco Bruni




Mi hai chiesto cosa è la verità. Io non ho risposto subito. Ho semplicemente osservato i tuoi occhi. Poi le tue mani e ancora i tuoi passi mentre venivi più vicina a me. Io non credo alla verità. Potrei credere alle verità. La tua verità non è la mia visione della verità. Ma non c’è la verità. Solo gli intolleranti pensano di possedere la verità o di credere ad una verità assoluta. Io, invece, vivo l’Illuminazione. Il viaggio verso l’Illuminazione passa attraverso la contemplazione e il silenzio. La verità alla quale tu pensi di affidare la tua volontà è fatta di croci, è fatta di uomini come Pietro, di uomini come Giuda, di uomini come Pilato.

Ora vorresti chiedermi di Gesù. Gesù è un Illuminato. Si sono impadroniti del suo camminamento ma non può essere l’espressione di quel cammino. Gesù è il simbolo della croce e della resurrezione. Certo. Ma era tutto previsto. Il rinnegamento di Pietro era previsto. D’altronde la Chiesa si fonda su un personaggio che ha rinnegato tre volte. Io vado per la mia strada. Mi aspetta il deserto. Poi il mare. Poi vedrò la luce illuminante. Non mi chiedere altro. Io resto nel Gesù Illuminato. Non nel Gesù icona di una Chiesa che non mi appartiene. Ti affido un lungo pensiero di Zarateo. Forse ti porrà dei dubbi. O forse rafforzerà la sua posizione e la tua visione. Io la penso come Zarateo. Ecco. Ti lascio alla sua lettura.

“Il problema è antico. Ma non mi baso su tesi archeologiche perché non mi servo di strutture scientifiche e interpretative. È piuttosto metafisico. Diciamo aristotelico e nicciano. Ma anche antropologico. Preferisco riflettere. Con me stesso, certamente. Gli altri hanno le “loro” percosse dall’assoluto. Si può costruire l’idea di una Chiesa, o la Chiesa, su un analfabeta e un rinnegatore, tre volte, sapete bene, ha rinnegato (il perdono è altro rispetto a come ha cercato di spiegarcelo il portavoce quotidiano della Cei “Avvenire”, domenica 11 agosto scorso) con una visione prettamente da voltagabbana e qualunquista, come, Pietro, al quale sono state affidate le chiavi e la pietra sulla quale si è edificata la Chiesa ed eletto Santo a maggioranza?

Non sono più eretico. Sono blasfemo, secondo il vaticaneo pensiero? Ma vi assicuro che non sono ateo. È una parola terribile. Sono un conquistatore del dubbio pascaliano, ovvero un cristiano pre-conciliare che cammina sugli orizzonti di una fede altra. Bruciatemi vivo. Non mi frega un gran che. Ho grandi predecessori che la Chiesa della “tolleranza” e del “sacro” ha condannato al fuoco e continua a farlo con altri sistemi.

I moralisti della teologia della chiesa non li ascolto più. Posso mai ascoltare i Ravasi che potrebbero indossare una croce di oro ogni giorno (come egli stesso ha dichiarato in una recente intervista) e si vantano di ciò?

Posso mai farmi dare un suggerimento dai don Sciortino (“Famiglia Cristiana”) che sa bene di esprimere un cattolicesimo comunista proponendo cosa fare alla politica italiana? Posso ancora condividere il predicatore Martin Luter King? Chi conosce la sua vera storia? Posso accogliere e sentirmi proporre le indicazioni di voto elettorale dal capo dei Vescovi? E allora se non mi pongo queste riflessioni, oggi, di cosa possiamo parlare in una Chiesa alla sfascio?

Di Papa Francesco che apre ai musulmani dopo il Benedetto XVI di Ratisbona? Se ci fosse ancora Oriana Fallaci de ‘La rabbia e l’orgoglio’ discuteremmo di altro, ma invito Magdi Cristiano Allam a ritornare sulla questione con una intelligenza ragionata e con una potente fede discutendo di Occidente ed Oriente, affidando ad altri gli slogan.

La fede non si pone dubbi. Vero? Ma io i dubbi prima di giungere sui gradini di una Chiesa mi vivono. Il mio Cristo è altrove e non nelle predicuzze che mi sembrano Radio teatro. La Chiesa come simbologia cristiana nulla mi dice. Il cristianesimo è altrove. Ma vado oltre. Una Chiesa nata su Pietro non è la mia Chiesa.

Preferisco una Chiesa che si pone in discussione con una meditazione sul dubbio, che sappia rileggere il pentimento e il suicidio di Giuda. Almeno i coglioni li aveva ben tosti tanto che si è suicidato.

Pietro è stato un calcolatore. Sì io amo chi si suicida con consapevolezza e coraggio, e non mi venite a dire che il suicida è un folle. C’è una saggezza oltre la morale cattolica che esula dalla viltà di Pietro. Il potere si insegue e per essere raggiunto c’è bisogno dell’agnello sacrificale. Ogni storia che si vuole tramandare la si deve vestire di leggenda, di simboli, di miti.

Pietro per me resta il vero traditore di Cristo e dei cammini di Cristo. Giuda si è pentito con un gesto e lo ha testimoniato. Ma non è stato salvato. Pietro è stato premiato. Sfriculio la teologia? Ma questa è l’epoca dei Barabba. Ditemi che sono blasfemo. Sono in attesa dei moralisti della tolleranza divina. Ma non entrano nella mia vita.

Queste cose le scrivevo trent’anni fa. La mia coerenza non è quella pietrina. Sapete che ho rischiato di non potermi sposare quando sono stato costretto a seguire, brevemente, un corso prematrimoniale nel 1978 - 1979? Solo io ho dovuto fare questo corso, perché mi dovevano portare sulla giusta strada. Pensate un po’! Era prematrimoniale e preparatorio alla cresima (già, ho commesso anche io la mia ipocrisia, non era in cresima, allora, ed ero già laureato).

In quei giorni era stato pubblicato un romanzo straordinario di Giuseppe Berto, uno scrittore che ho sempre amato e conosciuto negli ultimi giorni della sua vita: ‘La Gloria’, dove Berto dava una vera lezione ‘teologica’ sulla figura di Giuda. Io, con Berto, proponevo la lettura di un Giuda predestinato ma non traditore.

Il sacerdote, uomo molto aperto e intelligente, alla fine mi disse: “Se dovessi prendere in considerazione il tuo pensiero e le cose che mi dici su Giuda non potrei darti la certificazione sia per la cresima e tanto meno per sposarti in Chiesa, ma non posso fare questo per la tua famiglia e la forte tradizione cattolica della tua futura moglie”.

La mia posizione è rimasta quella. Oggi non mi sposerei più in Chiesa, con e in questa Chiesa. Non mi appartiene. Vi chiederete perché? Ascoltate, leggete, osservate. Eppure io ho fatto il chierichetto, nella Chiesa del mio paese e nel mese di maggio, ogni sera, mi agghindavo, (volontà di mia madre: in abito e cravatta, ma frequentavo appena il liceo) per recitare le parole del maggio mariano. Un’esperienza che mi è servita molto: mi ha iniziato al microfono e a guardare in faccia il pubblico.

Altri tempi ma la mia posizione è sempre stata quella. La Chiesa sulla pietra di Pietro non è la mia Chiesa. Io non ho fiducia e neppure offro speranza per chi rinnega una sola volta. Figuriamoci per tre. Amo molto la coerenza, la lealtà, la nobiltà d’animo, la dignità, la bellezza del sacrificio e non sopporto chi rinnega e cerca di salire sui carri dei buoi vincenti anche se poi si pente.

Cosa è il pentimento? Il perdono? A chi possiamo chiederlo? A Ravasi? A don Sciortino? Chiediamolo invece a Benedetto XVI, anzi a Celestino V se si ha il coraggio. Se l’amore c’è non si rinnega e neppure si va via dal campo della semina.

Ora mi sono reso conto che il gallo non canta più tre volte al mattino. Fate attenzione. Perché? Il tempo dei rinnegatori è diventato lungo e quindi il gallo non deve stancarsi di cantare.

Ribadisco. Non sono ateo. Gli atei non mi riguardano. Semplicemente la Chiesa non mi appartiene perché gli esempi di cristianesimo sono molto risibili e il moralismo uccide l’etica e la fede. La mia visione resta la mia complicatissima visione. È da prendere con beneficio di cammino. Ma non cercate di intavolare, su questa tesi, un discorso con me. Ho le idee abbastanza chiare. La prossima volta chiedimi di Maria Maddalena. Sai, sto scrivendo un libro su Maria Maddalena e la scrittrice Anais Nin. Quale potrà mai essere il binomio il legame il rapporto l’incontro lo scontro o chissà che. Vedrai, ti convincerai che sarà fottutamente blasfemo. Farà scandalo. Ci scapperà una bella risata ma sempre con la punta della matita intinta nella verità e negli oli con i quali ungeva, la Maria Maddalena, il corpo di Gesù”. Parola di Zarateo.

Ovvero, così parlò Zarateo. Io sottoscrivo questo pensiero – lettera. Mi avevi chiesto cosa è la verità. Ti ha risposto Zarateo. La verità trovala nelle sue parole.




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