Grottaglie nella cultura degli anni Novanta.
Dal Premio Battista al Liceo Moscati. Prossimamente un
libro tra Battista, il Liceo Moscati e le mie esperienze
Discussione a tutto tondo sulla precarietà culturale a
Grottaglie
Pierfranco Bruni: “Mi
soffermerò, in un mio testo, cercando di ricostruire il Premio Nazionale alla
Cultura Giuseppe Battista, la nascita del D.U. in Beni culturali a Grottaglie e
la mia esperienza e testimonianza nei rapporti con il Liceo Moscati dagli anni
Novanta ad oggi. Fatti, testimonianze ed esperienze, valitazioni culturali e
considerazioni umane”.-
di Pierfranco Bruni
C’è
stato un tempo in cui Grottaglie aveva un progetto culturale. Perno di questo
Progetto Culturale era l’Associazione Culturale Giuseppe Battista. Ruotava
intorno ad una attività coordinata da Ciro Marseglia. Dopo, molto dopo sono
arrivati gli altri a parlare di Battista. Era meno della metà degli anni
Novanta. Dopo sono arrivati gli altri. Erano gli anni dove l’Università era
stata portata a Grottaglie. Vi ricordo che il Diploma Universitario in Beni
Culturali era partito (per chi fa storia patria queste cose dovrebbe saperle
oppure tentare di scavare nei meandri per giungere a queste conoscenze) con due
riferimenti: Grottaglie e Martina Franca.
A
Grottaglie si erano istituiti, non dal nulla ma per una volontà politica e
culturale oltre che istituzionale, i laboratori con una griglia scientifico –
didattico, basata sulla elaborazione e valorizzazione della ceramica (come
giusto fosse).
L’allora
Istituto della Ceramica stava per sviluppare un protocollo di Intesa sulla
cultura sia con il “suo” Ministero di appartenenza (la presenza del
sottosegretario di Stato alla P.I. Fortunato Aloi più volte a Grottaglie, in
visita ufficiale proprio all’Istituto è una conferma di ciò) sia con quello ai
Beni Culturali guidato allora da Domenico Fisichella.
L’idea
del Museo della Ceramica, in modo articolato e applicato alla didattica, nacque
da un’idea di Marseglia e di Aloi. Signori, la storia non si cancella e non è
fatta di parentesi. Ebbene, furono anni intensi. Convegni (con atti) sulla
ceramica greca, collaborazione, pubblicazioni: chi si ricorda la pubblicazione
sul pittore Gaspare Mastro con la mia presentazione? Non è forse di Grottaglie?
Chi si ricorda che la De Vincetis, ora “direttrice” (?) del Museo Ceramico, in
una delle sue prime emozionatissime uscite pubbliche, venne invitata da me per
volontà di Pio Rasulo, nell’aprile - maggio 1999, (gli inviti parlano), a un
convegno svoltosi all’Hotel Delfino di Taranto sul “Ruolo del Museo”? nel tempo
in cui il ruolo del Museo era un fatto assodato sulla triongolarizzazione
tutela, valorizzazione e fruizione (chi abita il Ministero della cultura da
oltre trent’anni, con compiti di rilievo internazionale, conosce bene questi
aspetti).
A
cosa si è ridotta la cultura oggi a Grottaglie? Quella vera, quella “dura” e
quella bella! Non quella episodica e dei “Terrazzi estivi” o “sagrale” e degli
allestimenti ceramici museali abbastanza illeggibili o delle serate liceali.
Erano
gli anni della continuità del grande e originale (senza scendere nel c’era una
volta) del Premio Giuseppe Battista. Vi ricordate i nomi che hanno attraversato
Grottaglie in quel contesto? Alberto Bevilacqua, Gustavo Selva, Stefano Zecchi
(molti anni prima che presentasse un suo libro al Moscati Liceo, con strascico
di polemiche vissute in prima persona), Marcello Veneziani, (molti anni prima
che venisse al Moscati Liceo in una serata, tutta da dimenticare, vissuta
completamente in un clima ideologizzato in un confronto con Gianni Florido che
non c’entrava nulla su un argomentare storico e filosofico, chi lo aveva
deciso?,: ed io c’ero), proprio nell’anno in cui il “Corriere della Sera” aveva
posto a confronto la tesi Destra/Sinistra con Norberto Bobbio e lo stesso
Veneziani, Giordano Bruno Guerri, Francesco Grisi, Roberto Gervaso, Giampiero
Mughini, che con la sua ironia juventina esplorò i versi di Giuseppe Battista
in modo esemplare. Sono soltanto pochi nomi, in questa mia rimembranza, in un
itinerario di anni lunghi.
Gli
altri sono giunti dopo, molto dopo, i Vacca del 24 aprile, i Galiberti con
tutto lo strascico delle polemiche sui plagi, i Fini che hanno tradito storia e
umanità.
E
poi? Il poi si racconterà in un mio prossimo percorso editoriale, ma vi assicuro
senza forme autoreferenziali, bensì con foto, però, attenzione (sic!), di
documenti.
In
quegli anni si parlava di progetto culturale. E poi le mostre e la presenza
attiva del Convento di San Francesco di Paola, il cui Chiostro ha ospitato
gran parte delle serate del Premio Battista.
Altri
tempi, ma no. Un altro modo di confrontarsi con il territorio. Si era stabilita
una dialettica perfetta. I primi a valorizzare la figura e l’opera di Battista,
in modo popolare e didattico, anche con Girolamo Mariella, fummo noi, senza
rischio di smentita, (si intitolò una associazione a Giuseppe Battista), in
quegli anni, tanto che Mariella venne anche premiato come venne premiato Padre
Stea per il suo contributo alla ricerca e al pensiero religioso.
Non
esistevano modelli autoreferenziali né sul piano istituzionale tanto meno
culturale.
Ma
Grottaglie viveva anche in simbiosi con Taranto. Il Premio Ori di Taranto,
fondato da Cosimo Fornaro, e da me ripreso con tutta la legittimità
istituzionale e culturale, aveva stabilito una bella intesa con il Liceo
Moscati, tanto che i premiati e i giurati di quel Premio Internazionale
facevano conferenze anche al Liceo di Grottaglie.
In
quegli anni il Liceo non era “un’isola nel deserto”. La storia parla con le
testimonianze.
Una
delle mie prossime plaquette saggistiche, appunto, sarà dedicata al Liceo
Moscati e ad altro: a partire dalla conferenza di Marcello Veneziani, andato
via stravolto dall’incontro, dopo aver svolto una conferenza a metà quasi
interrompendola, senza percepire un euro per il suo contributo culturale,
neppure le spese di viaggio, sino alla adozione di un libro di testo tanto
discusso negli ultimi anni.
Su
tutto questo sto lavorando, come dovrebbero fare le storie patrie che
raccontano verità, cercando la “verità” storica sul piano, chiaramente,
culturale anche perché ho vissuto in prima persona, come espressione delle
Istituzioni, il dilemma della sede del Moscati Liceo negli anni novanta, dopo
come genitore, perché ho avuto due figli che hanno frequentato e si sono
maturati, in anni diversi e gestioni dirigenziali certamente diverse, al Liceo
e poi perché ho contribuito, i documenti parlano, con incontri portando
ricchezza culturale, anche con trasmissioni Rai, al Liceo facendogli
attribuire, tra l’altro, un Premio alla Camera dei Deputati nel novembre del
2007 e il riconoscimento “Troccoli – Magna Grecia” all’attuale dirigente.
Verità storiche. E poi? Si leggerà nel mio prossimo percorso editoriale.
Grottaglie,
comunque, è stata fucina di cultura negli anni Novanta. Il Premio Giuseppe
Battista è storia e bisogna ricostruirne i fatti, gli antefatti con la presenza
dell’allora vice presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Tatarella, e i
protagonisti.
Gli
altri sono venuti dopo!